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Tpl urbano 2020-2029 a Sasa ma...

Rinnovo decennale in-house per l’azienda di tpl di Bolzano, Laives e Merano - Elettrificazione solo nelle intenzioni, rinnovo della flotta a tutto diesel e altri dubbi.
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Foto: Michele De Luca

La Giunta Provinciale con delibera 1126 del 17 dicembre 2019 ha assegnato per i prossimi 10 anni il servizio di trasporto pubblico urbano per Bolzano, Laives e Merano alla Sasa. Documento corposo nelle premesse, probabilmente per “parare” i colpi di possibili ricorsi (… come era prevedibile), e complesso dal punto di vista economico. Chiaro l’impegno economico decennale per l’ente provinciale quantificato in quasi 326 milioni di Euro più 32,6 milioni di Iva.

Quello che da una prima lettura appare evidente è una sorta di mantenimento dello “status quo, salvo qualche limitato aggiustamento delle linee. Anche l’esito negativo del referendum sul tram del 24 novembre è considerato, sia nella delibera che nella relazione accompagnatoria ai sensi del D.L. 179/2012:

... che tale progetto non sarà pertanto attuato si renderà necessario al fine di decongestionare Bolzano dal traffico e soddisfare la domanda di mobilità, mettere in atto soluzioni alternative prevedendo l’implementazione di mezzi innovativi a ridotto impatto ambientale e ad alta efficienza.

Ben si può definire questa come una “delega in bianco” perché non c’è nulla di specifico in cosa saranno queste alternative. E, come si vedrà più avanti, l’obiettivo emissoni zero è sulla carta e si continua col diesel mascherandolo da elettrificazione con mezzi “mild hybrid”. Abbiamo già visto che i mezzi finanziari comunali bolzanini hanno trovato sbocco in opere stradali. Scelta piuttosto discutibile, soprattutto dal punto di vista del potenziamento del servizio del trasporto pubblico che, come si vedrà più avanti, dovrà sobbarcarsi da ora in avanti il costo dell’acquisto dei mezzi. È una novità davvero rilevante annunciata a più riprese in passato.

Rinnovo della flotta ma con quali mezzi?

Il mantenimento dello status quo, derivante dall’esercizio delle linee previste dal piano provinciale della mobilità, anzi con un servizio ridotto poiché nella “Relazione – Piano Economico Finanziario”, approvata dal CdA di Sasa il 6 novembre 2019 si legge:

È prevista la dismissione di 11 autobus obsoleti, che non saranno più necessari in quanto SASA non effettuerà più le relative linee, mentre è stato previsto l’inserimento di 4 autobus nuovi, per effettuare nuove linee.

Certo è che il paragrafo 2.2.1 è, a tratti, davvero di difficile interpretazione e fa venire quasi il mal di testa. Teniamo conto che fra 2018 e 2019 sono stati acquistati 42 autobus (tutti a gasolio, quasi tutti ibridi, questione su cui mi sono espresso moltissime volte in passato, ad es. qui) a cui si sono aggiunti altri 22 per l’esercizio dell’opzione dell’appalto esperito nel 2018, sempre a gasolio. Mi pare di capire che questi mezzi (quelli dell’opzione non sono ancora stati consegnati, almeno così mi pare, visto che continuano a circolare mezzi con quasi vent’anni sul groppone) non siano compresi negli acquisti previsti in futuro (tranne per i 12 a idrogeno).

Acquisti 2020: di nuovo diesel (!!!) a gogò e la "elettrificazione"?

Nel piano sono previsti in arrivo 33 autobus TUTTI diesel, 6 “puramente diesel” e 27 “Diesel Euro VI ibridi”. Insomma non ci si discosta dal trend, a mio avviso molto discutibile e comunque in contrasto netto con le previsioni del Piano Clima del 2011, di puntare solo su mezzi a gasolio e quelli ibridi-diesel si continua a farli passare come “elettrificazione”, che quindi è del tutto di facciata.

Certo è che qualche paragrafo prima si afferma che...

... Il Piano di rinnovo del parco mezzi è inoltre caratterizzato dall’evoluzione verso una flotta a zero emissioni, prevedendo l’introduzione di più autobus elettrici e ad idrogeno.

L’unico investimento sui bus elettrici a batteria in realtà è previsto nelle otto unità elettriche da 9 metri che saranno destinati tutti a Merano. Ma il resto è tutto a gasolio… Praticamente si afferma una cosa per smentirsi qualche paragrafo dopo.

Chiaro, elettrico e idrogeno costano. Solo per avere una stazione di rifornimento H2 (che verrà rifornita da camion trailer con idrogeno... prodotto dove?) per i 5 + 12 bus H2 presso il deposito di via Buozzi è prevista una spesa di ben 2,1 milioni di Euro, con 750mila Euro provenienti dal progetto UE "Mehrlin", come si legge nella delibera della G.P. n. 930/2019.

Ci sono altri progetti? Forse, ma evidentemente non c'è nulla di concreto, forse si attendono futuri bandi europei e nazionali, se si afferma che:

Per quanto riguarda i potenziamenti delle linee programmate, sono stati inclusi i progetti ipotizzati e conosciuti da SASA SpA-AG al momento della redazione del piano. Non è invece stato possibile tenere conto, nella pianificazione, di altri progetti in relazione ai quali non sono ancora state definite le ipotesi finali.

Poi pure Benko…

 A titolo esemplificativo, con la realizzazione del progetto “Benko” sarà possibile effettuare alcune fermate nella città di Bolzano con autobus di lunghezza 18 metri, ipotesi attualmente non percorribile. Parimenti, non è stato possibile includere un cambiamento massiccio (14 mezzi) da autobus a 12 metri a autobus a 18 metri, perché non è definitiva la data di chiusura dei lavori.

Acquisti 2021

Rientrano nel rinnovo anche i prossimi 12 autobus a idrogeno che sono stati annunciati in arrivo a fine 2020, nel PEF di Sasa prima si parla di 2020, poi risultano in realtà previsti nel lotto di mezzi del 2021. La stessa impresa produttrice ne ha annunciato l’arrivo, tramite un proprio comunicato stampa per la fine del 2021. Ho chiesto, per pura curiosità, per ben quattro volte di avere conferma di questo termine all’ufficio p.r., proprio per la differenza fra i recenti annunci di Sasa e quelli del produttore, ma non ho mai ricevuto riscontro...quindi prendo per buono quanto annunciato dal costruttore. E probabilmente in tale lotto di venti rientrano gli otto e-bus meranesi.

Acquisti 2024-25-26

In tale triennio è previsto l’acquisto rispettivamente di 17, 18 e 15 mezzi, però nulla si dice sulla tipologia di trazione, quindi il dato deve essere presso con... le pinze.

Elettrificazione ed emissioni zero: tante parole ma fatti concreti quasi nulla

Attenzione però a questa frase, posta in fondo alla pagina 6 della relazione PEF di Sasa:

Si ricorda che nelle ipotesi di rinnovo del parco mezzi non sono inclusi i processi di upgrading della flotta verso l’obiettivo zero emissioni a lungo termine.

A parte una certa carica “criptica” della frase, qui in realtà “casca l’asino”. In poche parole, tutti a parlare di emissioni zero ma, di fatto, come dimostrano gli acquisti programmati per il 2020, si va avanti a gasolio e gli ibridi a gasolio. D’altronde, come si legge alla voce 2.3 “Finanziamento”, Sasa prevede di accollarsi per gli acquisti del 2020 costi per 11 milioni (oltre a 3,3 milioni di autofinanziamento) e 1,6 milioni di interessi passivi, per gli acquisti del 2025 costi di 9 milioni e 1,3 milioni di interessi.

Parlando di bus elettrici, questi oggi hanno costi circa doppi rispetto a bus convenzionali. Da qui è chiaro che, di fronte a costi che ora deve sostenere direttamente Sasa, appare evidente che si sceglierà la tradizione più convenzionale, cioè a gasolio. Forse la scelta della trazione sarà decisa da eventuali contributi europei o italiani, sta di fatto che di ciò non si parla, si parla di ulteriore ampliamento della flotta a idrogeno.

Insomma, fatemi togliere qualche sassolino dalla scarpa, lo avevo previsto e lo avevo scritto. Tante parole, tanto tam-tam mediatico pro elettrico (tram compreso…) ma la prospettiva è che si andrà avanti con il “caro e vecchio” diesel, magari ibridizzato in modo “light”, tanto basta omettere di dire che sono bus diesel... tattica molto cara al tpl nostrano, italiano ed europeo.

Con tanti saluti al punto 3.5.5.2 del “Piano Clima (di recente c’è stata la critica proprio sulle scelte dei trasporti del Piano Clima, che si ritengono ormai obsolete, al Morgengespräch di Rai Südtirol del 14 dicembre) e alla colonnina di ricarica rapida in via Renon, realizzata dopo un anno dalla consegna dei cinque e-bus già in servizio da tempo e che, nel panorama bolzanino, pare non vedranno arrivare altri mezzi similari nei prossimi anni.

Certo è che quando si vede che, per le trazioni convenzionali, in altre città italiane ed estere si comprano tuttora bus a metano e pure a metano liquido (vedasi di recente a Bologna), qualche domanda se la si dovrebbe porre ma né la politica né i media lo fanno, purtroppo, e mi permetto quindi di storcere il naso.

Se ne discuterà? Dubito, perché le discussioni, come ho sempre scritto vengono fatte in "camera caritatis", senza coinvolgere la cittadinanza, né gli "stakeholders". Schema già visto nel recente passato, infatti.