Culture | Bilancio passato e prospettive future

Il Museion guarda alla città

50.000 visitatori nel 2013, collaborazioni a tutto campo e un programma futuro che intende legare ancora di più gli spazi museali alla città. Il successo di altre realtà museali, anche vicine, resta comunque una chimera.

Stamani (22 gennaio) è stata presentato alla stampa un consuntivo dell'attività svolta nel 2013 dal Museion e sono stati dati anche alcuni cenni sull'attività futura. Un consuntivo che i responsabili – a cominciare dalla direttrice, Letizia Ragaglia, definiscono “estremamente soddisfacente”, mettendo l'accento sulle cifre: “L'anno scorso abbiamo raggiunto i 50.000 visitatori: siamo fieri di questo risultato, che per un museo della nostra grandezza è ottimo, e soprattutto della crescita costante degli ultimi anni. In questo senso, raccogliamo il frutto di un lavoro di apertura iniziato nel 2012 con Museion Passage e continuato nel 2013, anno in cui abbiamo rivoluzionato il modo di presentarci al pubblico, con una campagna di comunicazione e un nuovo linguaggio, in cui le immagini sono in primo piano e svelano i contenuti di Museion, anche a chi ancora non ci ha visitato”. Ragaglia cita così il dato nel quale è riposto il suo maggiore ottimismo: “Nel 2013 è aumentato dell'8% il pubblico che partecipa attivamente alle nostre visite guidate, agli eventi collaterali e di approfondimento sulle mostre, insomma il pubblico è notevolmente interessato alle nostre proposte”.

Quali saranno i prossimi appuntamento del Museion? Le esposizioni ruoteranno attorno a un focus ambizioso (ancorché enunciato in modo vago): integrare gli spazi museali e quelli cittadini. Per questo assumono particolare significato due mostre. La prima, dedicata all'architetto Carlo Scarpa e all'artista americana Carol Bove, cercherà di riflettere proprio sulla progettazione degli allestimenti museali in relazione con la scultura e gli oggetti del passato. La seconda, proposta e curata da Pierre Bal-Blanc e intitolata Soleil Politique, ruoterà attorno al ruolo del museo cercando di porlo in relazione alla storia e agli altri luoghi del tessuto urbano circostante (come il Museo Civico, il Museo Mercantile e il quartiere delle Semirurali).

Alla fine l'impressione che si è voluta dare è questa: un piccolo museo che ha ritrovato fiducia e dinamismo, un'identità plasmata anche dalla collaborazione con altri istituti (ad esempio il prestigioso Henry Moore Institute di Leeds, in Inghilterra, o il Museum Dhondt-Dhaenens di Deurle, in Belgio), ma certamente non all'altezza di altri luoghi d'arte – e il pensiero non può che andare al Mart di Rovereto – che riescono a realizzare con una sola mostra quasi il doppio degli accessi complessivi registrati a Bolzano.

Marion Piffer Damiani, Presidente della Fondazione Museion, e Letizia Ragaglia, la Direttrice.

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