Siamo poveri? Si, di fiducia
Le persone che vivevano in questa regione un secolo fa (nonni, bisnonni?), subivano una crisi economica cosí brutale da spingere molti ai limiti della sopravvivenza alimentare. La reazione fu, oltre quella della emigrazione, di puntare sull’iniziativa economica comune. Una scommessa sulla possibilità di collaborazione coi propri concittadini, il superamento dell’istinto alla sfiducia, il credere nell’auto-aiuto.
I risultati furono formidabili e sono ancora qui da vedere dopo oltre cent’anni: le cooperative agricole, quelle di produzione idroelettrica, le casse Raiffeisen. Tutte insieme (e non solo loro) formano ancora oggi il tessuto del nostro benessere. I fondatori erano poveri, ma pieni di fiducia, fino ai limiti dell’ingenuità, e disposti a cooperare.
Hanno avuto ragione loro ed hanno capito che la fiducia è un bene economico e solo su quello si deve contare. Un buon esempio ed una speranza anche per noi oggi che viviamo purtroppo sulle… macerie della fiducia (politica, banche, istituzioni, rapporti sociali,... ).
La ripresa passerà solo dalla ricostruzione della fiducia. Un cantiere cui tutti noi possiamo collaborare anche individualmente.