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“Trilingue e in serie A, ma senza accontentarci”

Intervista a Tristan Post, rappresentante degli studenti all'Università di Bolzano, sesto ateneo in Italia nella classifica dell'Agenzia per la valutazione della ricerca.
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L'Università di Bolzano gioca in serie A: secondo la classifica dell'Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca (ANVUR), è il sesto ateneo italiano in termini di qualità della ricerca. La notizia è rilanciata da un articolo di “ROARS – Return on Academic Research” che riporta un intervento del premier Matteo Renzi al Politecnico di Torino, nel quale distingue tra atenei di “serie A” e “serie B” sul campo della competizione globale. La questione del “ranking” è da sempre cara al presidente del Consiglio. Già in altre occasioni, il blog collettivo dell'associazione ROARS ha però messo in luce, dati alla mano, le carenze del sistema di valutazione della ricerca in Italia (ad esempio riguardo le pubblicazioni scientifiche), sfatando il "mito" dell'università pubblica che costa troppo e non produce nulla – quando, secondo l'OCSE, l'Italia è ultima in Europa come percentuale di laureati e nella spesa pubblica destinata all'istruzione.

Ma come si percepisce l'Università di Bolzano? In cosa consiste la sua eccellenza, in quali ambiti dovrebbe essere più ambiziosa? Lo abbiamo chiesto a Tristan Post, rappresentante degli studenti nel Consiglio dell'Università. Classe 1990, lo studente di economia e management all'Unibz è stato eletto a dicembre ed è in carica dall'inizio di gennaio.

Tristan Post, innanzitutto: cosa l'ha spinta a candidarsi come rappresentante degli studenti nel Consiglio dell'Unibz?

Studio a Bolzano da tre anni e ho sfruttato le opportunità date dall’Unibz. Arrivato al mio ultimo anno ho sentito la responsabilità di dare, o meglio rendere, il mio personale contributo all’università. Non volevo solo lamentarmi e concludere gli studi senza aver fatto niente, ma piuttosto cominciare a far qualcosa per migliorare la situazione per tutti gli studenti. Pur avendo le mie personali idee, lascio totalmente fuori l’aspetto politico da questa mia attività di rappresentante degli studenti: sono privo di riferimenti politici, voglio unicamente dare voce alla comunità studentesca, suddivisa nei diversi corsi di laurea. La mia profonda convinzione è quella di riconoscere il diritto e il dovere allo studio di estrema qualità. Nella fattispecie ritengo fondamentale che i percorsi formativi siano frutto di leali e meritocratiche competizioni, anche e soprattutto a livello internazionale, non trascurando tuttavia l'eccezionalità del “tempo” degli studi universitari. Gli studenti infatti devono, a mio avviso, sfruttare con il massimo impegno il loro tempo ma anche farlo diventare un unicum per il resto della vita.

Le sue prime impressioni del lavoro nel Consiglio?

Le mie prime impressioni sono abbastanza positive. Siamo una piccola e giovane università con poco più di tremila studenti e pochi ricercatori e dipendenti. L’atmosfera appare decisamente familiare e tutti sono molto gentili. L’esperienza più interessante che mi sento di riportare è l'aver constatato come a differenza di quanto tutti pensino non ci sono studenti contro professori, bensì una comunità che lavora assieme per ottenere gli stessi obiettivi.

In questi primi due mesi in qualità di rappresentante degli studenti nel Consiglio dell'Università ho imparato sull’ateneo più di quanto non avessi fatto nei tre anni trascorsi da studente. Voglio anche complimentarmi con gli altri rappresentanti che sono veramente attivi e mi sostengono tantissimo nel compimento del mio lavoro.

Dove sono i punti di forza dell'Unibz, dove i problemi? Quali temi intende portare all'attenzione degli organi di ateneo?

Mi ripeto: siamo un'università giovane! Facendo riferimento alle parole del premier Matteo Renzi nel corso dell'inaugurazione dell’anno accademico presso il Politecnico di Torino, la scorsa settimana, vorrei sottolineare che in poco tempo l'Unibz ha raggiunto posizioni eccellenti nelle classifiche nazionali, specialmente grazie alle sue tre lingue di insegnamento; anche se le tre lingue nelle quali si insegna non sono esattamente bilanciate come dovrebbero. Abbiamo molto potenziale, dunque, ma questo non deve significare che dobbiamo accontentarci e non ambire, invece, a qualcosa di più. L’università per la sua specificità trilingue, anche in ambito internazionale, dovrebbe diventarlo ancora di più, attraendo più studenti dall’estero, che decidano di compiere percorsi di studio più lunghi rispetto alla attuale media semestrale degli studenti Erasmus.

Mi piacerebbe anche vedere raggiunta una collaborazione più attiva tra le diverse facoltà e anche tra le tre sedi di Bolzano, Bressanone e Brunico. È, inoltre, fondamentale soffermarsi a riflettere che studiare, cioè frequentare l’università, non può significare soltanto “utilizzare” e “fruire” di spazi e materiali didattici, quanto piuttosto stimolare un confronto attivo e critico tra persone che condividono lo studio universitario: l’esperienza fondamentale preposta a creare massa critica e pensante.

A maggio Bolzano voterà per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale. Secondo lei Bolzano è una città universitaria? Quali richieste rivolgerebbe alla politica locale?

Teoricamente si, possiamo dire che Bolzano è una città universitaria. Sarebbe però meglio chiedersi se l’Alto Adige sia una regione universitaria, poiché l’Università di Bolzano, come sappiamo, non è soltanto presente in città ma in tutta la regione. In realtà l’Alto Adige e l’Unibz finora convivevano e niente più, nel senso che per anni non c’è stata una relazione molto stretta tra studenti, regione e aziende sudtirolesi. Fortunatamente durante i miei anni di studio la situazione è decisamente cambiata e l’Unibz adesso si è già più integrata nel tessuto socio-economico.

Quanto alle mie richieste desidererei che le istituzioni politiche locali sostenessero maggiormente l’università incentivando scambi con le reti già esistenti, come l’EURAC o il TIS. Un’altra richiesta molto più concreta e pratica, ma non per questo meno attesa dagli studenti, è quella di cominciare con la ristrutturazione della Piazza Università a Bolzano, progetto già approvato e in attesa di esecuzione.