Vanja, l’indipendente
Zappetti, come mai questa candidatura in “zona Cesarini”?
Se ne è parlato a lungo “sottovoce”, si tratta di una lista civica, indipendente, denominata “I Love my town” che si presenterà, all’interno della coalizione del centrosinistra, alle elezioni di maggio. L’intento è quello di contrastare questa staticità che ha contraddistinto la città fino a questo momento, facendo, per vocazione, politica dal basso.
Si era già presentato nelle file del Pd alle scorse comunali, perché la scelta di una lista indipendente, stavolta?
È molto palese al momento la distanza che si percepisce fra la cittadinanza e la struttura-partiti, il nostro è un tentativo di coesione fra le cosiddette aree progressiste troppo spesso divise, proveremo a far confluire in questo progetto tutte le persone che nei partiti non si riconoscono più.
In che modo?
“I Love my town” è nato anche come gruppo su Facebook e ricalcherà le stesse modalità partecipative, quasi di “riunione permanente online” della manifestazione Refugees Welcome, e dove potranno essere poste le varie questioni. Penseremo anche ad altre possibilità di partecipazione, magari attraverso un blog, dal momento che non tutti usano Facebook e non vogliamo escludere nessuno.
Chi farà parte della “squadra”?
Sarà costituita soprattutto da quello che è stato il nucleo organizzativo del Refugees Welcome e in generale dagli alfieri dell’associazione “Freie Musica” ma il tutto è ancora da ufficializzare. Intanto stiamo raccogliendo le firme (ce ne vogliono da 100 a 200 da consegnare entro stasera alle 19, ndr), contiamo di farcela per tempo. Tengo però a dire da subito che, pur prendendo atto che i Verdi non partecipano alle primarie, il desiderio è quello di avere Tobias Planer in veste di vicesindaco. Questa è l’intenzione che vogliamo dichiarare fin da subito anche se siamo consapevoli che il vice non viene eletto dal popolo ma dal consiglio comunale.
Temi della campagna elettorale? Quello legato alla sicurezza, ad esempio, e nello specifico riguardo l’installazione delle telecamere in città vede sostanzialmente d’accordo tutti e quattro i quattro candidati sindaco in corsa (Caramaschi, Repetto, Zanella, Huber, ndr).
Abbiamo previsto 4 linee guida, 4 temi unificanti e lasciare di volta in volta quelli divisivi alle scelte del gruppo. Il primo è quello appunto della sicurezza in particolare legato alla questione dei rifugiati perché si ha spesso la tendenza a confondere i due temi o a collegarli, mentre è bene tenerli sempre opportunamente distinti evitando le strumentalizzazioni del caso. Il fatto è che non ci si può permettere di appoggiarsi su soluzioni temporanee ma prevedere sistemi più strutturali. L’idea delle telecamere, in particolare, è condivisibile finché queste sono poste a garanzia e tutela dei cittadini, pericoloso è quando diventano uno strumento invasivo, vanno perciò utilizzate con criterio.
E gli altri punti?
Sorvegliare con attenzione la deriva estremista che ha preso la destra bolzanina e dove si verificano situazioni anticostituzionali. Il terzo punto riguarda i temi legati alla cultura giovanile e non, una delle migliori palestre dell’educazione civile della popolazione. In questo senso occorre uno sviluppo e un’accelerazione della città, possibilmente creando e fomentando proposte dal basso. Ultimo punto la contingente crisi economica: prevedere un sostegno e un’assistenza mirata e senza sprechi a chi ha più bisogno, non solo gli extracomunitari ma tutte le categorie in difficoltà. Pensiamo solo che a Bolzano c’è stata una persona che recentemente è morta di freddo in strada, un forte campanello d’allarme per la città.
Crede che il centrodestra con i suoi tentativi di compattarsi possa costituire una concreta minaccia per la coalizione del centrosinistra? Del resto il Pd senza ecosociali e Svp rischia di non arrivare al ballottaggio…
Speriamo di essere più forti da questa parte della barricata e soprattutto che a maggio la coalizione sia più ampia di quella che si presenta alle primarie, proprio per evitare una vittoria della controparte. La parola d’ordine è “unità”, concetto che prevede al suo interno anche una possibilità di diversificazione, motivo per cui ci presentiamo con una lista indipendente dentro alla stessa coalizione.
Riusciranno le primarie, intanto, a mobilitare e anche entusiasmare l’elettorato dem? Il Pd è poco presente agli open space sulla Convenzione sull'Autonomia ed è stato quasi assente alle assemblee pubbliche su Benko proprio perché su questo tema è ancora diviso. Come si riconquistano allora gli elettori?
Mi auguro di sì, che le primarie riescano in questa impresa, c’è da dire che non ho un particolare idea di una presenza del Pd sul territorio nei quartieri e fra la gente, è per questo motivo che è nata questa lista che proprio dalle operazioni dal basso trae la sua linfa e si pone l’obiettivo di alimentare una partecipazione attiva e di evitare che alcuni temi vengano abbandonati ai poteri forti.
E la sua posizione su Benko?
Per quanto mi riguarda il consiglio comunale ha già votato sulla questione e dunque per me si era già chiusa. Le assemblee sono state un’ottima occasione per informarsi, anche se molte domande evidentemente non hanno ricevuto risposta. Ora ci sarà la consultazione popolare, dopodiché si tolga il problema dall’agenda politica della città perché sta oscurando altre criticità.
Quale tipo di reazione pensa che riscuoterà la vostra proposta all’interno del Pd? Lei è "storicamente" più vicino all’ala Tommasini-Costa, pensa di poter contare su questo supporto?
È tutto da vedere. Sono molto amico di Tommasini ma ciò non fa di me una persona necessariamente vicina alla sua linea politica. Va anche detto che la segretaria provinciale Liliana Di Fede ha saputo solo ieri nel tardo pomeriggio di questa candidatura.
Ha deciso recentemente di ripetere la fortunata esperienza di Refugees Welcome, un concerto di sensibilizzazione sul tema rifugiati, al Brennero, i maligni potrebbero pensare che l’iniziativa possa essere stata lanciata anche per un certo tornaconto elettorale.
Ho intenzione di tenere le due cose su piani differenti, al Brennero si sviluppa una dinamica macro, le elezioni a Bolzano sono, se paragonate a questo, una dinamica micro. Sarebbe stato sciocco rinunciare a una cosa per colpa dell’altra e viceversa.