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Non toglieteci il bilinguismo

Nessun insegnamento della doppia lingua alle medie dell’Istituto comprensivo Europa 2. I genitori degli alunni delle sezioni bilingui delle scuole primarie insorgono.

Bilinguismo negli istituti scolastici: un caso costantemente aperto. Questa volta al centro delle polemiche è la scuola primaria Martin Luther King dell’Istituto comprensivo Europa 2 nel quartiere Don Bosco di Bolzano. Nel 2017 quando i bambini che oggi frequentano le classi bilingui dovranno andare alle medie non potranno proseguire il percorso di bilinguismo a meno che non scelgano di iscriversi ad altri istituti che aderiscano a tale progetto. Si tratta infatti di un’offerta formativa che al momento le medie Alfieri non prevedono. Motivo per cui molti genitori hanno inviato una lettera al dirigente scolastico Marino Santuari per sollecitare una dovuta riflessione; le richieste inoltrate riguardano la formazione di una classe bilingue a cui possano accedere alunni provenienti, appunto, da classi bilingue o con certificato FIT in Deutsch livello A2. Si insiste poi sull’offerta di un progetto educativo che contempli il proseguimento di un percorso di apprendimento in modalità CLIL consentendo di veicolare i contenuti disciplinari in L2 oltre che su un potenziamento in CLIL che raggiunga con le lore disciplinari di L2 un monte ore per classe di 12-13 settimanali, come naturale prosecuzione del progetto della scuola primaria.

Si domanda inoltre una sezione bilingue e non un indirizzo linguistico e di consentire agli alunni di queste classi di potersi iscrivere a uno degli indirizzi proposti nell’offerta formativa dell’Istituto e infine che non venga modificato il progetto in essere alla scuola primaria. “Siamo tutti concordi nell’affermare - sottolineano i genitori dei giovani studenti - che, al momento dell’iscrizione dei bambini al progetto bilingue della scuola primaria, c’era la convinzione che tale progetto trovasse continuità anche alle scuole medie. Questa convinzione - aggiungono - si è consolidata sempre più nel corso degli anni, vedendo aumentare il numero di classi bilingue che ogni anno partivano per far fronte alle numerose iscrizioni”. Il timore è che le scuole degli altri comprensori aderenti al progetto bilingue non saranno in grado di accogliere tutte le richieste che riceveranno annualmente. “Ci chiediamo soprattutto - proseguono i firmatari - che senso abbia investire tempo e fatica da parte del corpo insegnante e delle famiglie aderenti al progetto in una scuola primaria quale la M.L. King, se poi lo stesso non trova continuità alle scuole medie di competenza. Il rischio - concludono - è quello di perdere un gran numero di utenze con la conseguente declassificazione del quartiere a secondo livello”.

Un’esigenza, quella espressa dai genitori dei bambini delle sezioni bilingui, raccolta dal presidente della circoscrizione Don Bosco del Movimento 5 Stelle Federico De Piccoli che commenta: “I ragazzi di Don Bosco meritano una scuola bilingue, non possiamo permettere che per compromessi al ribasso a perderci siano sempre gli alunni”. Necessario, secondo i pentastellati, garantire agli ragazzi la possibilità di proseguire gli studi in italiano e in tedesco senza rinunciare a frequentare le scuole del quartiere. “Come spesso accade - scrive la compagine dei 5 Stelle - la società civile dimostra di essere un passo avanti rispetto a certa politica, che al di là dei facili slogan elettorali alla prova dei fatti conferma solo di essere lontana dalla realtà”. E ancora: “Ci chiediamo con quale criterio la politica provinciale abbia in questi anni deciso di investire in questo progetto per la scuola primaria, senza prevedere una prosecuzione naturale anche nella scuola media”. Il Movimento interpella quindi l’assessore competente Christian Tommasini perché intervenga coinvolgendo attorno a un tavolo insegnanti e genitori “cercando di colmare questo vuoto per dare continuità a un progetto che altrimenti rimarrebbe monco, con la probabile conseguenza di riversare decine di alunni verso istituti scolastici di altri comprensori o addirittura, nella peggiore delle ipotesi, di vanificare il percorso di apprendimento fatto dai bambini fino a questo momento”.