Economy | La replica

“È ora di avere coraggio”

Ferma presa di posizione di Corrarati (CNA) sui redditi dei dirigenti provinciali: “Sono più dei soldi destinati alle piccole imprese, la struttura pubblica va cambiata”.
Claudio Corrarati
Foto: CNA-SHV

“I 62 dirigenti della Provincia sono costati, nel 2017, oltre 6,5 milioni di euro. Più dei soldi stanziati per i contributi alle piccole imprese”. È questa, numeri alla mano, l’amara constatazione del presidente della CNA-SHV Claudio Corrarati. I dati riguardo i redditi imponibili dei dirigenti provinciali (15 dei quali donne), pubblicati sul sito ufficiale della Provincia e ripresi dal quotidiano Alto Adige, rivelano che al primo posto con oltre 200mila euro annui di imponibile si piazza il primario del servizio veterinario provinciale Paolo Zambotto, seguito dal segretario generale della Provincia Eros Magnago con oltre 164mila euro, e l'avvocata Renate von Guggenberg con circa 148mila euro. Il reddito medio dei dirigenti provinciali è di oltre 105 mila euro lordi l'anno.

Non si chiede di mandare a casa nessuno ma riteniamo che sia giunta l'ora di iniziare una ristrutturazione

Inevitabile per il numero uno dell'associazione degli artigiani porre l’accento sulle evidenti differenze: “La Provincia ha stanziato, nel 2017, 6 milioni di euro per il bando relativo ai contributi alle 40.000 piccole e micro imprese dell'artigianato, del commercio, dell'industria e dei servizi e che insieme garantiscono la ricchezza del territorio e la piena occupazione. La stessa cifra, 6 milioni di euro, è stata stanziata per il 2008 e il bando è stato appena approvato. È necessario iniziare la modifica della piramide della struttura pubblica perché oggi la spesa corrente incide sul bilancio provinciale per oltre il 72%, lasciando sempre meno risorse agli investimenti”. 

Necessario per Corrarati un cambio di passo: “Non si chiede di mandare a casa nessuno ma riteniamo che sia giunta l'ora di iniziare una ristrutturazione che, a medio termine, possa dare frutti in termini di riduzione della spesa pubblica, altrimenti sarà necessario intervenire pesantemente sul welfare attualmente garantito alla popolazione e al territorio”. E infine: “questo è il momento di adottare scelte coraggiose sulla spesa pubblica, rinnovando i concetti stessi di amministrazione. Non possono essere soltanto i cittadini e le imprese a tirare la cinghia, cercando forme innovative di aggregazione per ridurre i costi. Così agiscono da tempo anche le Associazioni sportive culturali ed economiche: fanno rete per ridurre i costi, mentre l'ente pubblico non cambia una virgola al suo modo di operare”.