Culture | Viaggio in India

India

sono le persona a lasciare i ricordi più belli
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Ed eccoci all'ultimo articolo di questa serie di racconti sull'India, una terra ricca di sorprese che ha la capacità di farsi amare e farsi odiare ogni singolo giorno.

Molte volte ho ripetuto che per me a rendere un viaggio unico sono le persone che si incontrano lungo il cammino, i locali che per un motivo o per l'altro riescono a farti sorridere nonostante spesso non ci sia una lingua ponte per capirsi.

Anche in questo viaggio, in India, ho trovato alcune di queste persone meravigliose che hanno confermato il mio pensiero. Ed è a loro che voglio dedicare questo articolo anche se quasi sicuramente non lo leggeranno mai e anche se succedesse, non capirebbero. Ma poco importa, queste parole escono dalla mia penna per merito loro.

Voglio iniziare con un signore che ho incontrato nel primo treno che ho preso in India, direzione Agra. Non avevo ancora avuto la possibilità di connettermi a una rete per comunicare con la mia famiglia e lui ha gentilmente condiviso la sua connessione dal suo cellulare in modo che anche io mi potessi connettere e potessi avvisare a casa che stavo bene.

Poi voglio ringraziare una signora, anche lei conosciuta in un treno, questa volta con destinazione a Jaipur. Era seduta vicino a me e ad un certo punto ha iniziato a tirare fuori dalla borsa che portava con sé, la sua cena. L’ha delicatamente appoggiata sul tavolino tirato fuori dal sedile davanti a lei, ha sistemato tutto dopodiché ha tirato fuori un altro piatto, un altro tovagliolo e un altro bicchiere e l’ha dato a me. Una volta “apparecchiato” entrambi i tavolini ha voluto condividere tutto ciò che aveva: un piccantissimo curry di verdure, il roti (tipico pane indiano) e uno yogurt. Cena deliziosa e in buonissima compagnia.

E adesso tre persone che mi hanno aiutata a resistere in un momento in cui avrei preferito scappare. Sto parlando di tre ragazze che ho “conosciuto” durante il mio ritiro spirituale. Una di loro, Dabree, sedeva vicino a me nella hall per le ore di meditazione in comune e anche se non potevamo parlare, ci capivamo con un semplice sguardo. Sguardi che a volte sfuggivano perché pieni di lacrime pronte a scendere. L’altra ragazza, Meha, che per la prima volta ha “rotto il ghiaccio” rompendo anche quel silenzio che dovevamo mantenere ma che in quel momento era diventato troppo assordante da sopportare. E infine Muha, che con la sua allegria ci ha fatto sorridere anche nei momenti più difficili. Ricordo con particolare affetto e divertimento quel momento in cui, contro le regole, siamo sgusciate tutte tre in una stanza, mai come in quel momento le parole ci sembravano così vitali. Ed è proprio grazie a loro che non sono scappata da quel centro perché ho capito che non ero sola.

Ci sono state altre persone che sono stata contenta di conoscere in questo viaggio, ma sono state queste di cui vi ho parlato, soprattutto le tre ragazze con le quali sono rimasta in contatto, a riempire i miei ricordi di momenti speciali che porterò sempre con me.