Vista sull’aeroporto
“Un consorzio di imprese per volare entro un anno” ha titolato nei giorni scorsi il quotidiano monolingue Alto Adige, intervistando l’imprenditore Josef Gostner.
L’amministratore delegato della Fri-El, che è una delle aziende leader in Italia nel settore delle energie rinnovabili, vola infatti tutte le settimane con il suo jet privato executive partendo dall’aeroporto di Bolzano. Gostner è convinto che entro un anno - nonostante il parere contrario dei cittadini all’ampliamento dello scalo con il sostegno della Provincia - l’aeroporto di Bolzano “tornerà ad essere funzionante”.
Nell’intervista l’imprenditore altoatesino si dice per nulla sorpreso dal risultato del referendum, ritenendo però questo comporterà solo “uno stop temporaneo dei voli di linea”.
Secondo Gostner la prospettiva è quella ora di un bando europeo dell’ENAC in base al quale “servirà più o meno un anno per tornare a volare su Roma da Bolzano”. Mentre il futuro dello scalo sarà naturalmente legato all’impegno dei privati. Con Gostner in prima fila insieme a Camera di Commercio (guidata da Michl Ebner), HGV e - naturalmente - “gli altri imprenditori che già ora fruiscono dello scalo”.
Insomma: per Gostner e per tutti gli altri ‘grandi elettori’ dell’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano il risultato del referendum di fatto è ininfluente. Per loro in sostanza l’importante era passare oltre e andare a giocare la partita privata a guida ENAC. Confidando probabilmente nel fatto che poi, in qualche modo, il ‘pubblico’ dovrà in futuro rientrare in gioco nell’ottica dell’imprescindibile ’sviluppo’ del territorio. Magari anche mettendo mano alla struttura stessa dell’infrastruttura aeroportuale contando sulla memoria breve dell’opinione pubblica…
D’altronde e guarda caso però… l’aeroporto di Bolzano è ben visibile dalla terrazza di villa Gostner.
Eh sì, perché l’imprenditore oggi in prima fila per il piano B per lo sviluppo dello scalo altoatesino è proprio il proprietario della mastodontica villa iniziata e rimasta incompiuta sulle pendici del Guncina. Rappresentando il simbolo più evidente dello sfregio privato al bene pubblico rappresentato dal paesaggio della città di Bolzano.
Al cantiere della villa avevamo dedicato una foto gallery nel marzo del 2014, con il supporto dell’occhio indiscreto dell’obiettivo di Urbex. Ebbene: da allora non è cambiato nulla.
Nello specifico: il comune di Bolzano a causa dei suoi problemi di governabilità non è riuscito a trovare una via d’uscita per ‘costringere’ i proprietari dei cantieri infiniti a completare le loro opere. O a demolire i loro scheletri. L’ultimo a prendere in considerazione l’idea di fare qualcosa in merito è stato il commissario straordinario Michele Penta, ma per lui è stato molto più facile dare il via libera a Benko che sollecitare gli imprenditori e costruttori inadempienti a responsabilizzarsi rispetto ai loro sfregi urbanistici.
Ricordiamo che l’imprenditore Josef Gostner nel 2000 poté dare il via al progetto di costruire la sua villa opulenta sul Guncina dopo aver acquisito il maso Schallbauer e grazie ad una legge provinciale che consente di effettuare scambio di volumetria fra l’antico maso non tutelato ed una nuova costruzione nel terreno adiacente. In pratica la cubatura residenziale viene trasferita nel nuovo lotto ex vigneto ed il maso viene trasformato in edificio agricolo “puro” con assaggio e vendita di vini.
L’assenza di una normativa chiara in materia ha poi consentito a Gostner di 1) costruire sulle pendici della montagna che sovrasta Gries in una posizione panoramica straordinaria e poi successivamente 2) sospendere la costruzione per ‘motivi suoi’. Interrogato in merito già nel 2012, Gostner dichiarò infatti “finirò la mia villa quando mi andrà”. Cosa in effetti mai avvenuta.
La villa di Gostner, progettata dall’architetto Ute Oberrauch, avrebbe dovuto diventare un "edificio neoclassico, palladiano, ispirato alle Kurhäuser otto-novecentesche”. Insomma: un pugno nell’occhio per il Guncina.
Nello specifico sono stati previsti oltre mille metri cubi fuori terra, quasi altrettanti sotto, due piani di cantine, cinquecento metri quadri di appartamento su due piani con tanto di terrazza verde sul tetto, doppia scalinata esterna e doppio scalone da diva all'interno, patio a colonne, piscina esterna, estesi pergolati, piante sempreverdi e rampicanti, orti medicinali, macchie mediterranee e frutteti, cipressi, cedri e magnolie in ogni dove, un garage per nove automobili e una estesa orangerie, ossia un agrumeto, ispirato alle romantiche limonaie di Maderno, sul lago di Garda.
Ma di tutto ciò sul Guncina a tutt’oggi non c’è traccia, a 6 anni di distanza dall’apertura del cantiere.
Nel 2014 avevamo scritto che questa vicenda rappresenta un paradosso.
E cioè che anche in Alto Adige con i soldi si può fare più o meno tutto. Addirittura anche decidere, magari solo per un capriccio, di volgere lo sguardo dopo aver lasciato un segno della propria presenza. Per andare ad occuparsi d'altro. Chi lo sa.
Magari anche dell’aeroporto di Bolzano, ben in vista dalla terrazza su Bolzano che magari in futuro, bontà sua, Gostner vorrà completare.
Caro Luca,
Caro Luca,
purtroppo la governabilità di Bolzano non c'entra nulla con la possibilità che il Comune intervenga per far completare Villa Gostner. Semplicemente, come accade per altri cantieri da anni fermi a metà, il Comune non ha poteri di intervento. Non può neppure alzare l'IMI in modo da indurre il costruttore a proseguire. Per cui d'accordo su tutto, compreso il fatto che il referendum sull'aeroporto di Bolzano verrà interpretato dai più come un imbroglio, perché chi ha votato contro ha davvero pensato, in buona parte, di votare contro l'aeroporto, che invece resta dov'è per chissà quanto tempo ancora. Ma non facciamo passare per mancanza del Comune quella che è una mancanza della legge. Legge che si fa a Roma, in quel Parlamento inefficiente ed enorme che quest'autunno c'è la possibilità di ridurre, col referendum costituzionale. Vedremo quanti di quelli che si lamentano avranno il coraggio di cambiare davvero.