Environment | Bolzano

“Le isole di calore stanno aumentando”

Misurate differenze anche di 5 gradi tra Bolzano Sud e aree verdi extraurbane. Il docente Unibz Pernigotto: "Non solo piante nelle piazze. Per mitigare il fenomeno serve un mix di misure, che comprenda anche l'utilizzo di materiali riflettenti e tetti verdi".
giovanni pernigotto
Foto: Unibz
  • SALTO: Professor Pernigotto, che cosa sono le isole di calore e quanto sono rilevanti per la città di Bolzano?

    Giovanni Pernigotto: Il fenomeno dell’isola di calore urbana esiste da sempre, ma oggi è aumentato a causa dall’aumento delle attività umane e della densità costruttiva delle città. A Bolzano è particolarmente accentuato, specie a sud nella zona industriale dove il calore antropico come quello generato da acciaierie e altre attività produttive si somma al riscaldamento dovuto al sole e alle superfici costruite.

    Come studiate questo fenomeno all’Università di Bolzano?

    Utilizziamo un approccio integrato che combina simulazioni urbane, analisi di dati satellitari e rilievi meteo locali. In particolare, stiamo lavorando ad un progetto europeo chiamato CRiStAll con l’obiettivo di modellare la performance energetica degli edifici urbani tenendo conto dell’effetto isola di calore e dei futuri scenari climatici dell'IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Una delle metriche chiave è la temperatura superficiale rilevata dai satelliti.

    Ci sono già risultati visibili per Bolzano?

    Sì. Abbiamo mappe termiche elaborate da dati satellitari che mostrano differenze fino a 5°C tra la zona industriale e le aree rurali o montane. Anche in aree residenziali senza verde o ventilazione adeguata si riscontrano micro-isole di calore, specie nei cosiddetti "street canyon", cioè vie strette circondate da edifici alti che limitano il ricircolo dell’aria.

  • Isole di calore nel capoluogo: l'immagine del 9 giugno 2023. La zona industriale (Bolzano Sud) più calda del resto della città. Foto: Unibz
  • Quali soluzioni si possono adottare per mitigare questo effetto?

    Non esiste una soluzione unica, ma un mix di misure può essere efficace. Il verde urbano, ad esempio, è molto efficace: gli alberi forniscono ombra e grazie all’evapotraspirazione contribuiscono a raffreddare l’ambiente. Abbiamo anche simulazioni sull’uso di tetti verdi che, se diffusi su larga scala, possono avere un impatto significativo. Altri interventi includono l’uso di materiali riflettenti (cool roofs o pavimentazioni chiare) che riducono l’assorbimento solare. Tuttavia, per incidere a livello urbano, queste soluzioni devono essere adottate in modo sistematico.

    E per le piazze già esistenti che non si possono rendere verdi facilmente, a causa di garage interrati, come piazza Tribunale? Sono destinate a diventare sempre più cale e invivibili, e ci si deve limitare solo a mettere delle "vasche verdi"?

    Non le darei per perse. Anche se non si possono piantare alberi per via dei parcheggi sotterranei, si possono appunto usare vasche verdi, rivestimenti riflettenti o materiali permeabili. Inoltre, si può intervenire sulla facciata degli edifici per ridurre il surriscaldamento. 

  • Il grafico: la comparazione della temperatura dell’aria (luglio 2022). Foto: Unibz
  • Ultimamente il capoluogo altoatesino ha sofferto anche di notti tropicali... Una situazione che non aiuta. Come registrate questi cambiamenti?

    Abbiamo stazioni meteorologiche sia al Parco Tecnologico del NOI che in centro città. I dati mostrano chiaramente che in certe aree urbane le temperature restano elevate anche di notte, aggravando il disagio termico. Le differenze con aree rurali come Bronzolo possono superare i 5°C nei momenti di picco.

     

    È possibile intervenire, sia su ciò che è già costruito che sul nuovo, con una combinazione intelligente di materiali, vegetazione e progettazione urbana

     

    Collaborate con il Comune per cercare di attuare delle misure utili a contrastare il fenomeno delle isole di calore?

    Assolutamente, in particolare con l'Ufficio Geologia Protezione civile ed Energia. Condividiamo i risultati delle nostre ricerche, alcuni studenti partecipano a progetti di stage, e parte delle simulazioni urbane sono già state modellate per supportare le scelte dei tecnici comunali.

    Ci sono altri progetti in corso oltre a CRiStAll?

    Sì, un altro progetto si chiama CoolST, è finanziato dalla Provincia e si concentra sull’aumento della domanda di raffrescamento in diversi settori a causa del cambiamento climatico. Analizziamo l’impatto non solo sugli edifici residenziali, ma anche su trasporti, logistica e conservazione alimentare. Quindi oltre alle isole di calore ci occupiamo anche delle dirette conseguenze di tale fenomeno. 

    Cosa si sente di dire alla cittadinanza?

    Che si può migliorare la situazione! È possibile intervenire, sia su ciò che è già costruito che sul nuovo, con una combinazione intelligente di materiali, vegetazione e progettazione urbana. La chiave è la collaborazione tra ricerca, amministrazione e cittadinanza.