Society | Unibz

“Soddisfiamo un bisogno culturale”

Gabriella Dodero, pro-rettrice agli studi di Unibz, spiega obiettivi e filosofia dello Studium Generale.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Imparare è noioso o divertente? Domanda banale e forse retorica, ma per i bolzanini che optano per la seconda risposta esiste da quattro anni una specifica possibilità di divertimento: lo “Studium Generale”, un percorso di studi integrativo e interdisciplinare aperto a tutti. (Qui i dettagli)
Le iscrizioni si sono aperte lo scorso 20 agosto e termineranno il prossimo 12 settembre - qui potrete trovare le materie dei corsi e le modalità di insegnamento - ma per capire obiettivi e filosofia della proposta abbiamo intervistato Gabriella Dodero, docente di "Programming languages, Advanced Operating environments and Human Computer Interaction" e pro-rettrice agli studi.

Come valuta i risultati raggiunti da “Studium generale”?
"Siamo all'anno numero quattro di un'esperienza positiva che per nostra fortuna è sufficientemente agile da permettere di apportare cambiamenti e aggiungere nuove iniziative. La risposta della popolazione è positiva e credo risponda ad un preciso bisogno culturale".

Chi partecipa a Studium Generale?
"Abbiamo due tipologie, forse tre. Una, circa il 40% del totale, è composta da pensionati o quasi pensionati, liberi da pressioni lavorative e/o famigliari. Persone che hanno finalmente trovato il tempo di pensare a se stessi e possono finalmente studiare e approfondire alcuni temi. Questo gruppo non ha solitamente una gran voglia di sostenere esami e per questo abbiamo pensato alla formula della student card. Il resto è formato da persone più o meno giovani che sono interessate allo "Studium generale" per valutare se prendersi una laurea per la prima o seconda volta. Sono in maggior parte donne attorno ai 40 anni che hanno modo di ritagliarsi un po' di tempo per orientare la propria attività principale. Infine c'è un piccolo gruppo di giovani che non ha ancora deciso se iscriversi all'università o che non sa quale corso scegliere. A loro forniamo l'occasione di assaggiare le materie e li aiutiamo a comprendere se sono adatti ad uno studio universitario".

I partecipanti sono soddisfatti?
"Abbiamo consegnato un questionario in ogni corso per avere un feedback. Lo hanno compilato molte persone che non si sono limitate alle risposte con crocette, ma hanno commentato con precisione. Sono giudizi molto positivi, siamo piacevolmente stupiti".

“Studium Generale” riesce ad avvicinare Unibz alla città che la ospita?
"E' uno strumento in più, il nostro ateneo è giovane e parlare male dell'Università è ormai uno sport nazionale, da questo punto di vista l'Alto Adige non è molto autonomo. Fino a qualche tempo fa c'era maggiore rispetto per la cultura, ora molti sostengono che non serva a niente. Non so come sia successo, magari voi giornalisti ne conoscete meglio i motivi".