Stampa Locale vs. Christian Bianchi?
«Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe» avrebbe scritto Mark Twain, autore ripetutamente tirato per la giacca dalla stampa locale, ultimamente, per ammonire il sindaco di Laives, contrario all'arrivo di profughi nel suo comune.
Ma è veramente questa la posizione del leghista Christian Bianchi?
Per capirlo, ho fatto una ricerca storica sulle varie dichiarazioni stampa che dal 12 giugno in poi hanno scatenato lo scontro Bolzano-Laives, e poi mi sono direttamente rivolto a lui che gentilmente da Key West, frontiera americana dove il tema immigrazione è sempre caldo, ha risposto ad alcune domande.
Quindi, tutto partì, seppur in sordina, con un articolo del 12 giugno 2016, sul quotidiano Alto Adige dal titolo «Profughi, Bianchi dice no – Non ci sono strutture - . Questo il titolo, saggiamente virgolettato solo nella seconda parte, perché se si va a vedere il testo dell'articolo, Bianchi dice«Sinceramente ci aspettavamo che la richiesta prima o poi sarebbe arrivata ma altrettanto sinceramente posso dire che non sapremmo proprio dive mettere questi profughi qui da noi». Poi, Bruno Canali, autore dell'articolo (non fu lui a scegliere il titolo) scrisse correttamente che Laives è un comune formalmente privo di immobili. Quindi, ne un si, ma neppure un no, da parte del sindaco Bianchi, nonostante un titolo del tutto fuorviante, che fece esultare la popolazione laivesotta di centrodestra, ma che non corrispondeva al pensiero del sindaco.
Jimmy Milanese: Con chi ha parlato pubblicamente di immigrati a Laives per la prima volta e cosa ha detto?
Christian Bianchi: Il tutto è partito circa un mese fa quando varie TV locali mi hanno chiesto se come comune, lo ripeto, come comune, avevamo delle aree. Io ho risposto che il comune non ha nessuna proprietà libera, quindi non potevo dare delle risposte in tal senso.
JM: In quell'occasione, ha mai detto pubblicamente che Laives non avrebbe ospitato immigrati?
CB: In nessuna occasione ho mai detto che siamo contro ad ospitare dei migranti, tant'è che c'è già stato un incontro con il presidente Lanziner e la giunta di Laives, al fine di definire un percorso. Ho però detto che per poter ospitare i profughi pongo io, è tutta la maggioranza di Laives che è compatta con me, tre condizioni:
1. il luogo deve essere concordato con il comune affinché sia un luogo compatibile con le nostre prerogative comunali;
2. il numero di profughi ospitati sia contenuto, al massimo 20;
3. ci sia un preciso progetto al fine di impegnare queste persone in lavoretti e mansioni, al fine di evitare che questi stiano in centro città a non fare nulla (avevo detto: come a Bolzano e questo, apriti cielo, ha fatto scatenare la polemica con il sindaco Caramaschi.
Ovviamente, per la stampa è stato più interessante dire Bianchi non li vuole e innescare la reazione del sindaco, che io non ho mai tirato in ballo in nessun post.
JM: Ad agosto lei ha rilasciato delle dichiarazioni all'editorialista del Corriere, Gabriele di Luca, vero? Cosa disse in quell'occasione?
CB: Esattamente quello che le ho scritto, poi lui ha fatto la sua versione nel suo editoriale.
JM: Che ha fatto discutere. In cosa sarebbe difforme la versione di Di Luca, rispetto a quello che lei gli disse?
CB: Nonostante la mia intervista lui l'abbia registrata con il telefonino, ne ha tirato fuori una versione dove lui parte dicendo che Laives è contro l'ospitalità, e su questo costruisce un ragionamento che ovviamente parte da un punto di partenza totalmente errato.
Eccolo, il passaggio dell'editorialista del Corriere, pubblicato l'11 agosto:
«Qualche giorno fa il sindaco di Laives, Christian Bianchi, ha escluso che il comune da lui guidato possa offrire a breve scadenza ospitalità ad un numero anche minimo di profughi, e che in ogni caso ciò sarebbe vincolato alla precondizione di conferire loro un ruolo di utilità pubblica. La posizione di Bianchi non è priva di ambiguità. Da un lato il sindaco appare interpretare l’inaccettabile rifiuto a cooperare al fine di distribuire su tutto il territorio provinciale la quota di accoglienza prevista dagli accordi con lo Stato nazionale (si tratta, ricordiamolo, dello 0,9 per cento del totale). Dall’altro la spiegazione punta ad una condivisibile definizione delle clausole di post-accoglienza, in realtà l’aspetto più lacunoso del sistema italiano, visto che consente ancora la chiusura a riccio delle comunità che hanno gioco facile nel ritenere alquanto labile l’implementazione di programmi strutturati di sostegno all’integrazione sociale ed economica dei titolari di protezione».
Secondo Bianchi, Laives non ha strutture, e al massimo i profughi potranno essere 20, condizionati al loro impiego per lavori di utilità. Secondo Di Luca, Bianchi ha escluso ospitalità a breve, in caso sarà a determinate condizioni, ma secondo l'editorialista questa posizione sarebbe non priva di ambiguità, perché non collaborativa e condizionata a clausole di post-accoglienza, però definite come escamotage (italiano) per non accogliere.
Ancora ieri, nell'editoriale del Corriere dell'Alto Adige a firma Roberto Magurano, si leggeva«...Christian Bianchi, sindaco di Laives, poco disposto ad allestire strutture per accogliere i profughi sul suo territorio. Dopo la reazione, a dir poco energica, del collega Caramaschi, il primo cittadino di Laives sta tentando di rimediare, ma ormai la polemica è scoppiata». Una sintesi che però non trova esatto riscontro nelle parole del sindaco Bianchi.
Di vero in questo estratto c'è che la polemica si è spostata sull'asse Bolzano-Laives.
JM: Sindaco Bianchi, lei ha mai parlato di persona sul tema profughi con Caramaschi, nel corso dell'ultimo mese?
CB: No, perché la polemica è venuta fuori poco prima che io partissi per le ferie. Ho scritto che al mio rientro faremo senza dubbio un incontro per chiarirci, anche perché mai e poi mai io ho mai attaccato lui come persona o sindaco. Ho criticato il modo di organizzare i centri di Bolzano che facevano uscire tutti i profughi per Bolzano, per andare a fargli le pulizie e i letti, e su questo ho detto che era sbagliato, perché le centinaia di profughi in giro per la città fanno molto arrabbiare tutta la popolazione.
JM: Ma quando scoppiò la polemica, chi per primo non riportò correttamente le sue affermazioni, secondo lei?
CB: La polemica è iniziata alcune settimane fa, quando il giornale Alto Adige ha storpiato una intervista di Lanziner, presidente della comunità comprensoriale, dove lui aveva detto che tutti devono fare la loro parte, ed ovviamente il giornale, per ovvi fini politici, ha scritto Laives deve ospitare ma non vuole. Una balia colossale.
JM: Vista la posizione della Lega notoriamente contraria o critica verso l'accoglienza, dal momento del suo insediamento in municipio, ha modificato la sua posizione?
CB: Quello che ho scritto è condiviso da tutta la maggioranza di Laives, e discusso varie volte. Aggiungo, in riferimento all'unica cosa che mi interessa, che non ho mai avuto e non ho nessuna volontà di mettermi a criticare Caramaschi. Lui si è arrabbiato perché nei miei post molta gente poi si spingeva in commenti pesanti, dove varie volte sono intervenuto richiamando all'ordine. Qualcuno aveva fatto partire un sondaggio che chiedeva se si preferiva Bianchi che diceva NO ai profughi o Caramaschi che diceva SI ai profughi, che ha fatto molto arrabbiare il sindaco. Non sapevo di questa stupida iniziativa, e ho provveduto subito a far cancellare il post. Ovviamente, essendo io dall'altra parte d mondo non ho potuto sedare la polemica, che però è stupida e insensata. Laives e Bolzano devono continuare a collaborare.
JM: Altro da aggiungere in merito?
CB:Poi voglio aggiungere anche un aspetto che non è stato ancora sollevato: Bolzano è stata riempita di profughi, e fino ad ora nessuno si era posto il tema se fosse giusto o meno. Con la mia presa di posizione, finalmente, si è posto il tema e forse Bolzano potrebbe uscire da questo obbligo preconfezionato senza discussioni, proprio per merito mio. Non voglio prendermi meriti ma forse ci voleva qualcuno che rompesse questa catena, magari, finito il tutto, qualcuno anche del Pd , lontano dai microfoni, mi dirà pure GRAZIE.
Laives faccia la sua parte
Laives faccia la sua parte come ogni altro comune, gli spazi si sono trovati anche in comuni con qualche centinaio di abitanti. Che il comune di Laives possa dettare legge da solo su quanti e come accogliere i richiedenti asilo è un affronto a tutti i comuni che hanno egregiamente adempiuto al loro dovere.
In reply to Laives faccia la sua parte by Mensch Ärgerdi…
Lesen, verstehen,
Lesen, verstehen, kommentieren
In reply to Lesen, verstehen, by Daniele Menestrina
Genau!
Genau!
La redazione di salto.bz
La redazione di salto.bz intende precisare che Jimmy Milanese ha scritto questo contributo come privato cittadino pubblicandolo nella sezione libera dedicata alla community. Non rispecchia perciò il lavoro editoriale della redazione di salto.bz, ma solo il suo privato punto di vista.
L’articolo chiama in causa inoltre vari redattori della stampa locale, in particolare un redattore di salto.bz, travisandone l’operato ed alimentando una polemica (stampa versus politica) dalla quale ci dissociamo nettamente.
In reply to La redazione di salto.bz by Redaktion - Re…
Redazione di salto.bz, io
Redazione di salto.bz, io pubblico sempre nella sezione libera dedicata alla community, e lo faccio da blogger. Quando i miei post rispecchiano il lavoro redazionale di salto (quasi sempre) li rendete redazionali, dandomi la possibilità di scrivere quello che in altri spazi non sarebbe possibile. L'articolo scritto non travisa l'operato di un redattore di salto.bz, ma lo cita, senza neppure commentarlo. I lettori possono formarsi una libera opinione, e lo stanno facendo sulla rete. Credo che blog come salto.bz servano proprio a creare questo tipo di spazi. Altrimenti, ci sono i media tradizionali. Un saluto.
In reply to Redazione di salto.bz, io by jimmy milanese
Solches geschieht eben, wenn
Solches geschieht eben, wenn - wie in Leifers - die Rechten an die Macht kommen. Und von eifrigen Leuten sekundiert werden...