Politics | Trentino

"Fuori dall'Europa non c'è futuro"

Alla XIX Lectio degasperiana Sergio Fabbrini ha ricordato l'importanza della costruzione di un progetto europeo unitario, che comprenda anche una difesa comune.
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Foto: @salto.bz

Giovedì scorso (18 agosto) si è tenuta a Pieve Tesino la XIX Lectio degasperiana. In una sala gremita, piena di esponenti della politica trentina, Sergio Fabbrini, direttore del dipartimento di scienze politiche e professore ordinario di scienze politiche e relazioni internazionali presso l’università LUISS Guido Carli, ha tenuto una lezione sul ritorno della guerra in Europa. Partendo dal progetto degasperiano della CED, la Comunità Europea di difesa, Fabbrini ha ripercorso la storia della difficile costruzione di un’integrazione militare europea, delegata, negli anni, per la maggior parte alla NATO, fino al brusco risveglio del 24 febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin.

 Già all’epoca di De Gasperi, e di Altiero Spinelli, le critiche alla CED si dimostrarono feroci e in larga parte simili a quelle che vengono riproposte oggi

Con l’iniziale, primitiva, cellula europea, sorta dalle ceneri di un continente devastato dalla guerra, De Gasperi non si limitava ad immaginare un’unione economica, formalizzata dalla nascita della CECA (Comunità Europea del carbone e dell’acciaio), ma continuava a spingere per una maggiore unità politica, nella quale la difesa sarebbe diventata comune, per uscire dalle tensioni che tanto avevano contribuito allo scontro mondiale. Il progetto della CED, però, fallì, bocciato dal Parlamento francese, e nel tempo venne sviluppato un sistema di interconnessione economica e di imponente capacità legislativa, in grado di garantire benessere e sviluppo, senza, però, che ci si interrogasse a fondo sulle strategie difensive del continente. La protezione dei confini venne affidata quasi del tutto al Patto Atlantico, a trazione statunitense, e neanche la caduta dell’URSS riuscì ad intaccare tale assetto, nonostante l’argomento dell’esercito europeo fosse rimasto, nel tempo, un tema piuttosto attuale. Già all’epoca di De Gasperi, e di Altiero Spinelli, le critiche alla CED si dimostrarono feroci e in larga parte simili a quelle che vengono riproposte oggi: eccessiva vicinanza agli USA, militarizzazione, demonizzazione della confinante Russia etc.

 

Difesa, l'Europa dovrà fare da sé

 

L’invasione russa in Ucraina ha, però, riaperto il dibattito, inserendosi in un momento di revisione all’interno dell’UE, durante il quale si stanno ripensando alcuni degli assetti fondamentali. La crisi pandemica prima, e quella dell’energia dopo, hanno, infatti, dimostrato le criticità dell’eccessiva dipendenza dagli altri paesi, Cina e Russia in primis, lasciando spazio all’organizzazione di un nuovo modello di globalizzazione, più selettiva, con un potenziamento del legame interno all’UE, ma con una maggiore cautela verso gli altri Stati. Una strategia che prevede la realizzazione interna di un tessuto produttivo tecnologico ed innovativo, capace di competere con i grandi paesi che continuano a finanziare attivamente settori strategici, affiancata dall’idea di una nuova visione della difesa. Già con la vicepresidenza Biden, durante il mandato di Obama, e ancora di più con la presidenza Trump, gli Stati Uniti hanno sottolineato come sia ormai compito dell’Europa garantire la sua difesa ed ad oggi, con Biden, le priorità sembrano spostarsi sempre più in Asia.

 Bisogna tornare al pensiero degasperiano, con la costruzione di un’entità sovranazionale che non cancelli le singole identità nazionali

Proprio per questo, conclude Fabbrini, bisogna tornare al pensiero degasperiano, con la costruzione di un’entità sovranazionale che non cancelli le singole identità nazionali, ma che riesca a porre fine alle debolezze europee e che esca dalla logica del solo coordinamento tra i vari governi. Da sempre l’Europa ha dovuto affrontare la minaccia di disordini ai propri confini e costruire un sistema integrato di difesa, con un proprio budget ed una direzione unitaria, resta uno strumento fondamentale per garantire la giustizia e le libertà tipiche delle democrazie. 

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alfred frei Wed, 08/24/2022 - 16:33

"la costruzione di un’entità sovranazionale che non cancelli le singole identità nazionali, ma che riesca a porre fine alle debolezze europee e che esca dalla logica del solo coordinamento tra i vari governi": > Schachtelsatz mit leerem Inhalt oder beliebig auffüllbar.

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Karl Trojer Thu, 08/25/2022 - 10:32

Wenn die Europäische Gemeinschaft als Wertegemeinschaft überleben will, dann schafft sie das nur, wenn sie sich als Bundesstaat organisiert und damit u.a. eine selbständige Aussen- und Verteidigungspolitik gestalten kann; nur dann wird sie von den anderen Großmächten ernst genommen werden. Sollten nicht alle EU-Staaten in einen Bundeststaat einfließen wollen, so mögen doch die übrigen dies autonom für sich veranlassen.

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