Environment | A22 e non solo

Idrogeno più competitivo

L’Alto Adige punta sul combustibile “ecologico” per il corridoio del Brennero. “De Micheli valuterà l’esenzione del canone di rete per favorire la produzione”.
idrogeno, auto
Foto: H2 South Tyrol

L’introduzione del pedaggio ambientale, le misure di digitalizzazione per un maggiore controllo del traffico e lo sviluppo dell’idrogeno come vettore di energia per una mobilità “innovativa e sostenibile”. Sono i tre punti per il potenziamento futuro del corridoio del Brennero - leggi A22, con la delicatissima partita della concessione, ma non solo - sui quali si è confrontato in videoconferenza Arno Kompatscher assieme a Paola De Micheli, ministra delle infrastrutture del governo Conte. All’indirizzo dell’esponente dell’esecutivo è stata inoltrata una proposta proprio sull’idrogeno, combustibile sul quale sia la Provincia che l’Euregio stanno investendo da diversi anni: la ministra avrebbe promesso di esaminare la proposta dell’esenzione dal canone di rete, uno sgravio “che può renderne più competitiva la produzione”.

 

Brennero a misura di residente

 

Lo sviluppo futuro del corridoio del Brennero dovrà contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone che vivono a ridosso dell’A22 e della ferrovia, tenendo conto delle esigenze dell’economia locale. Questo quanto ribadito da Kompatscher che sul primo punto, l’introduzione di un pedaggio ambientale autostradale, ha chiarito che non dovrà avere come conseguenza l’utilizzo in massa, da parte degli autotrasportatori con camion obsoleti, della rete stradale statale per risparmiare sui costi dei pedaggi.

 

 

In questo ambito la ministra ha assicurato che, nell’ambito della revisione della normativa del codice della strada, si può considerare un passaggio sulle limitazioni alla circolazione, qualora la raccolta dei dati dimostrasse ripercussioni per la sicurezza stradale e l’ambiente. La giunta provinciale altoatesina ha peraltro già deciso di effettuare un’indagine per mappare nel dettaglio tutti i flussi di traffico sul territorio provinciale in modo da poter effettuare interventi mirati in base ai dati raccolti.

 

 

Per quanto riguarda l’idrogeno, la provincia di Bolzano fa da apripista a livello nazionale (con il progetto H2 South Tyrol, ma ci sono anche gli investimenti di Autobrennero sulla rete di A22) e vuole consolidare la propria posizione. “In questo contesto - queste le parole del Landeshauptmann - il corridoio Monaco di Baviera-Verona può diventare il primo corridoio transfrontaliero a livello europeo dotato di una rete di idrogeno”. A tale proposito recentemente la giunta dell’Euregio ha presentato congiuntamente una domanda di finanziamento, visto che la commissione europea mette a disposizione 140 miliardi di euro per il raggiungimento degli obiettivi climatici. E l’idrogeno gioca un ruolo entrale in questo contesto. La ministra si è dunque impegnata a porre all’attenzione dei rappresentanti del governo competenti in materia la proposta dell’esenzione dal canone di rete, perché può rendere più competitiva la produzione.

Il Brennero è fondamentale per collegare Italia, Germania e Europa centrale. Tuttavia, lo scambio di merci non deve mai avvenire a scapito della popolazione (Arno Kompatscher)

“Sia la Provincia di Bolzano che il governo di Roma - è la conclusione di Kompatscher - sono consapevoli della particolare importanza del corridoio del Brennero per l’Italia. È il cordone ombelicale dell’Italia verso l’Europa centrale e il collegamento con il più importante partner commerciale, la Germania. Tuttavia, lo scambio di merci non deve mai avvenire a scapito della popolazione, motivo per cui ci continueremo ad impegnare per una mobilità sostenibile. Abbiamo voluto condividere questo messaggio anche con la ministra delle infrastrutture e continueremo a lavorare in questa direzione, al fine di dare sollecita attuazione agli impegni che ci siamo assunti”.

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Claudio Campedelli Thu, 10/22/2020 - 17:50

1) "Lo sviluppo futuro del corridoio del Brennero dovrà contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone che vivono a ridosso dell’A22 e della ferrovia, ..."
Intano (da almeno 10 anni) non vengono rispettate nemmeno le leggi (rumore e inquinamento dell'aria) attuali. Il che provoca circa 80 morti premature all'anno, solo in Alto Adige.

2) Come se non bastasse finanziamo con più di 6.000 (seimila) milioni di euro all'anno l'autotrasporto delle merci. Fonte: PIANO NAZIONALE INTEGRATO PER L’ENERGIA E IL CLIMA

3) L'idrogeno per l'autotrazione potrebbe (forse) ridurre l'inquinamento atmosferico sulla strada ma non l'inquinamento acustico.

4) Ma quanti soldi pubblici (dall'unione europea, stato italiano, provincia autonoma di Bolzano, A22 spa) sono stati utilizzati per questo progetto? Non sarebbe stato meglio spendere questi soldi per la sanità pubblica?

5) Nel PIANO NAZIONALE INTEGRATO PER L’ENERGIA E IL CLIMA è prevista l'elettrificazione delle autostrade. Perché non viene attuato questa soluzione?

6) Buona notizia: dal dicembre 2020 in Germania non posso circolare i vagoni ferroviari rumorosi. Sull'asse ferroviario del Brennero si dovrebbe avere un miglioramento della qualità ambientale. Questo non grazie ai nostri amministratori pubblici. E speriamo che non si riduca il trasporto ferroviario.

Thu, 10/22/2020 - 17:50 Permalink
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Michele De Luca Sat, 10/24/2020 - 00:49

Mah... basta leggere quanto scrivevo come commento all'articolo pubblicato nel 2017. Non è che sia cambiato molto. Ovvio che ci sono i lobbisti dell'H2 che continuano a premere sulla Provincia che, a sua volta, essendosi legata mani e piedi a questo progetto una decina di anni fa, pur avendo dato il tutto adesso ad Alperia, non fa altro che assecondare in continuazione i "desiderata" di Bolzano Sud.
Per il resto c'é molto sulla carta ma ci sono una valanga di soldi da parte della UE. Staremo a vedere... ma intanto di auto H2 ce ne sono solo due prodotte in serie (piuttosto care), la rete di distribuzione inesistente e tutta da creare, oltre ad un discorso di efficienza energetica dell'H2 non propriamente brillante (escludendo i casi in cui serva per immagazzinare energia che altrimenti verrebbe persa).
Sui camion H2 sono proprio curioso sulla effettiva fattibilità, a parte i costi che saranno semplicemente... enormi. Sui bus, quelli a batteria hanno superato da mo' quelli H2 (quelli di Bolzano non sono neanche andati in serie... 13,5 milioni di Euro spesi, di cui 4,4 di contributo UE). In parallelo, però, si è deciso di rinnovare la flotta Sasa a gasolio (!) con una coerenza inesistente e violando il Piano Clima, rendendo così Sasa la barzelletta del tpl in Italia, come sentito alla Ibe di Rimini, tacendo di quello che è stato speso (in più).
Poi c'è il fantasmagorico masterplan idrogeno 2030, dove si è indicato un obiettivo di 660 bus H2. Sulla base di quali elucubrazioni si sia potuto immaginare tale obiettivo, ad oggi non si sa. Avevo chiesto di avere il documento del masterplan ma... la mia richiesta di averlo è rimasta senza risposta. Come al solito, trasparenza zero.

Sat, 10/24/2020 - 00:49 Permalink
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Gianguido Piani Sat, 10/24/2020 - 09:12

L’esenzione dal canone di rete al fine di rendere più competitiva la produzione dell’idrogeno è in totale contraddizione con le teorie premiate quest’anno con il “quasi Nobel” per l’economia e secondo le quali in un mercato perfetto il prezzo di un qualsiasi bene o servizio tende al suo costo marginale. Questo non significa che le teorie premiate a Stoccolma siano giuste, anzi, cozzano con la realtà (quelli del comitato non verificano i riscontri pratici prima di assegnare il premio?) Esse rappresentano però il fondamento teorico del liberismo di mercato che negli ultimi decenni la UE ha sposato in pieno.

Per fornire qualsiasi bene o servizio le tipologie di costo sono due, fissi e marginali. Nel prendere l’autobus non paghiamo solo quei pochi grammi di gasolio consumati in più a causa del nostro peso ma anche, in quota-parte, l’ammortizzazione del veicolo, lo stipendio dell’autista, la pulizia ecc.

L’esenzione del canone di rete per l’idrogeno sarebbe un regalo immotivato, sotto altro nome. Nelle grandi infrastrutture a rete i costi fissi rappresentano la parte maggiore. Perché noi consumatori dobbiamo sovvenzionare una tecnologia che da sola non va da nessuna parte e il cui contributo, anche e soprattutto in termini ecologici e di riduzione di emissioni, è e quasi certamente resterà irrilevante?

Le grandi tecnologie: ferrovie, Internet, reti elettriche e molte altre hanno sì in diversi periodi ricevuto contributi pubblici ma hanno anche dimostrato abbastanza rapidamente di avere filiere funzionanti e senza criticità particolari. Per decenni la UE ha insistito che queste tecnologie dovessero essere gestite solo in termini di mercato del liberi tutti, ora al contrario offrono finanziamenti a pioggia per progetti strampalati e irrealizzabili dei quali l’autostrada a idrogeno è solo uno dei tanti. L'opzione di un giusto mezzo pragmatico è troppo spesso estranea alle nostre istituzioni locali, nazionali, europee. Basterebbe lasciare l’idrogeno alle forze del libero mercato e questo non interesserebbe più a nessuno.

Idrogeno, stoccaggio della CO2, biocarburanti e altre soluzioni che fanno molto “smart” ed “ecologico” hanno costi osceni e non funzionano nella pratica. La loro finalità principale è servire da cosmetico per la politica. Tanto nel 2030 a governare sarà qualcun altro e il conto andrà a lui. Che risponderà promettendo l’energia a costo sottozero e ossigeno gratis per tutti, per il 2070!

Sat, 10/24/2020 - 09:12 Permalink