Intelligentissimo me
Nell'orgia dell'"assaggia e compra" della Fiera d'autunno di Bolzano, c'è una piccola oasi che trasmette messaggi del tutto diversi, un "siedi e ragiona" con tanto di tavoli, computer e microscopi, tutto a misura di bambino. Si tratta "Led - Laboratorio di ecologia digitale" organizzato dalla facoltà di Scienze della formazione della Lub e da JuniorUni.
Sulle sedie in legno alte trenta centimetri, si accomodano bambini ma anche adulti che non hanno scordato di esserlo stati. Quasi tutti armeggiano con il microscopio, pigiano sui tasti del pc, ma soprattutto fanno suonare le mele (non sveleremo come).
Sia chiaro, non si tratta di uno spielplatz digitale o di una nursery, ma dello "spot" di un metodo didattico su cui Alessandro Colombi, docente di "Principi, strategie e tecnologie della didattica", ha idee piuttosto chiare: "grazie alla Fiera di Bolzano abbiamo avuto uno stand gratis e, insieme ai miei collaboratori, ho definito un'ipotesi di attività da offrire a due tipologie di frequentatori. le classi strutturate e le famiglie con bambini che passano di qui. In pratica, intendiamo esporre i bambini ad un contesto intelligente di utilizzo del computer".
Per altro, i pc a disposizione non sono l'ultima strenna tecnologica, risalgono a qualche anno fa ma sono costruiti a misura di bambino, in materiale antiurto e con pochi spigoli.
Come molti di coloro che uniscono la passione all'intelligenza, il professor Colombi ha il tono di quello che sta per radere al suolo il villaggio a fianco, ma propone modelli di grande utilità e raziocinio: "non facilitiamo la fruizione passiva del computer ma, al contrario, spingiamo i bambini ad avere una funzione attiva. Non proponiamo videogiochi che si limitano a intrattenerli. I nostri pc stanno ai tablet come le verdure stanno alle patatine e nutrirsi solo di patatine può provare danni irreversibili, noi vogliamo presentare l'intero menu. Non dimentichiamoci che il personal computer nasce come strumento di ausilio all'intelligenza, non deve farci diventare più stupidi".
L'esperienza con automobili e televisione, che hanno trasformato milioni di persone in schiavi di telecomandi e quattroruote, non ha evidentemente portato consiglio. Colombi non ha intenzione di arrendersi, ma sa che è meglio partire dai bambini: "voglio demistificare i media e fornire l'opzione di utilizzo attivo della tecnologia, creare consapevolezza e formare senso critico. Per gli adulti ormai è tardi. I nostri studi aumentano anche l'accessibilità di chi ha problemi particolari, come gli autistici, perché cerchiamo di fornire strumenti per abbassare la soglia di accesso alla tecnologia".
Come mostra anche il video pubblicato qui sotto, nello stand è anche possibile disegnare, ritagliare, colorare e costruirsi un proprio gioco con cartoni riciclati: "Non potevano mancare, i bambini si stanno specializzando in micromovimenti a causa dell'ampio utilizzo di pc, tablet e videogiochi, mentre devono continuare ad utilizzare le mani per modellare e creare. I giochi più divertenti sono quelli che i bambini si fanno da soli, perché adorano le cose difficili, siamo noi che non lo capiamo. Purtroppo la scuola è ferma al secolo scorso e continua a insegnare a dare risposte invece di insegnare a fare domande intelligenti. Per questo pensiamo di replicare l'esperienza di questi giorni nelle classi, attivando capacità e competenze dei maestri, invece di continuare ad utilizzare gli strumenti tecnologici solo per facilitare il lavoro. Mi si perdoni la banalità: non vogliamo portare pesci, ma canne da pesca".
Colombi, terminata la descrizione di questo quadro non particolarmente rassicurante, si avvicina a una bambina che sta disegnando su un foglio, le propone di provare il pc e il microscopio. Il no della ragazzina è netto e non negoziabile. Il professore sorride soddisfatto.