Nascite, Alto Adige ancora sul podio
Il 2019 registra per il settimo anno consecutivo il proprio record negativo per la natalità del paese: nel 2019 i nati sono 420.084, 20mila in meno rispetto l’anno precedente. Un dato che si tinge di rosso anche per quanto riguarda i primi figli, che sono il 29,5% in meno rispetto al 2008.
Diminuisce anche il numero medio di figli per donna, che arriva a 1,27 contro l’1,46 di dieci anni fa. Prendendo in considerazione solamente il dato relativo alle donne di cittadinanza italiana si scende ulteriormente a 1,18 unità ciascuna, il dato più basso mai registrato.
Ad aumentare è invece l’età media in cui si diventa madri per la prima volta (31,3 anni) e, in maniera consistente, il numero di figli nati da parte di genitori non coniugati (più di 1 su 3).
La provincia di Bolzano si conferma nuovamente la mosca bianca del panorama italiano, l’unica a registrare un aumento dei nuovi nati, l’1,7% in più rispetto all’anno precedente.
La denatalità generalizzata non accenna ad arrestarsi nemmeno nell’anno corrente: le prime proiezioni relative al 2020 parlano già di almeno 10.000 unità di nuovi nati in meno rispetto al 2019.
Cause strutturali, ma non solo
Le cause del crollo demografico vengono rimandate in primis all’invecchiamento generale delle donne residenti in Italia, con un progressivo assottigliamento della fascia di popolazione compresa tra i 15 e i 49 anni (range convenzionalmente utilizzato per il riferimento all’età feconda femminile) a sua volta ricondotto al crollo delle nascite registratesi durante il ventennio 1976-1995.
La lunga permanenza dei giovani nella famiglia di origine rappresenterebbe uno dei primi ostacoli, a sua volta causato dal protrarsi dei tempi di formazione, dalla precarietà lavorativa, dal difficile accesso al mercato abitativo e da altri fattori di natura culturale, una condizione inasprita ulteriormente dall’instabilità economica che attraversa il paese da oltre un decennio.
Un nato su tre proviene da famiglie non sposate
In un contesto di denatalità, sono sempre di più i figli nati da parte di genitori non coniugati, il 33,4% del totale (27mila unità in più rispetto al 2008, in cui rappresentavano solamente il 19,6%).
La quota più elevata si osserva al nelle regioni centrali e settentrionali. Spiccano Toscana (41,7%), Sardegna (44,4%) e la provincia autonoma di Bolzano, che con il suo 46% raggiunge il valore più alto dell’intero stivale.
Nomi: l’Alto Adige sceglie Emma e Jonas
Sulla base delle informazioni contenute nei registri anagrafici, l’Istat rivela che il nome di Leonardo mantiene il primato conquistato nel 2018. In Alto Adige invece piace quello di Jonas, mentre al Sud prevalgono maggiormente Antonio, Francesco e Giuseppe.
Per le bambine, lo scettro del nome vincitore spetta nuovamente a Sofia ad eccezione della provincia di Bolzano, che preferisce Emma. Gli altri più gettonati sono Aurora, Giulia, Alice e Francesca.
I nomi italiani piacciono però anche ai genitori stranieri: il 14% utilizza per i loro figli uno dei primi trenta nomi maschili e femminili più diffusi. Questa tendenza spicca particolarmente all’interno delle comunità cinesi e rumene, mentre i genitori provenienti dal Marocco prediligono nomi legati alle tradizioni del loro paese d’origine.
"... La denatalità
"... La denatalità generalizzata non accenna ad arrestarsi nemmeno nell’anno corrente: le prime proiezioni relative al 2020 parlano già di almeno 10.000 unità di nuovi nati in meno rispetto al 2019..."
Sarebbe interessante se questo trend raggiungesse tutto il mondo: il nostro pianeta non può reggere per sempre 8 miliardi di abitanti con l'attuale stile di vita!