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Lo scandalo diesel continua… in silenzio

Nuovi approfondimenti in Germania fanno comprendere il disastro dello "scandalo diesel" ma in Italia e da noi non se ne parla e se ne ignora la portata. Perché?
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Foto: Screenshot/Frontal21

Per chi come me segue dal settembre 2015 la vicende dello scandalo diesel (leggasi quanto ho scritto nel luglio 2017 e dicembre 2017), quanto emerso dalle trasmissioni di inchiesta del primo canale tedesco ARD (PlusMinus, articolo su spiegel.de), in cui si evidenziano gli sforamenti a dir poco clamorosi soprattutto nei mesi invernali grazie all’utilizzo spregiudicato delle “finestre termiche”, da qui si capiscono i valori elevati di NO2 che si riscontrano anche a Bolzano in queste settimane, e del secondo canale tedesco ZDF (Frontal21, articolo su spiegel.de, video qui in fondo), dove si evidenzia come gli aggiornamenti dei software delle centraline delle vetture coinvolte non portino alcun beneficio o quasi, conferma quanta differenza ci sia fra i valori di omologazione dei veicoli Euro 5 diesel e quelli reali su strada misurati con PEMS (attrezzature portatili montate sulle auto) in prove RDE (Real Driving Emission).

Omologazioni fuorilegge

Viene ribadito che i valori di omologazione, come da decisioni rispettivamente del 13.12.2018 della Corte di Giustizia Europea:

122. A tal riguardo, va rilevato, anzitutto, che dall’articolo 4, paragrafo 2, secondo comma, del regolamento n. 715/2007 secondo il quale «le misure tecniche adottate dal costruttore devono (…) essere tali da garantire che le emissioni dallo scarico e le emissioni per evaporazione risultino effettivamente limitate, conformemente al presente regolamento, per tutta la normale durata di vita dei veicoli in condizioni normali di utilizzazione»,

e del Bundesgerichtshof dell’8.1.2019:

10) (a) Nach Art. 5 Abs. 1 VO 715/2007/EG hat der Hersteller von ihm gefertigte Neufahrzeuge dergestalt auszurüsten, dass die Bauteile, die das Emissionsverhalten voraussichtlich beeinflussen, so konstruiert, gefertigt und montiert sind, dass das Fahrzeug unter normalen Betriebsbedingungen den Vorgaben der Verordnung und ihren Durchführungsmaßnahmen entspricht. Damit soll sichergestellt werden, dass sich die vorgegebenen Emissionsgrenzwerte auf das tatsächliche Verhalten der Fahrzeuge bei ihrer Verwendung beziehen (vgl. Erwägungsgrund 12 der VO 715/2007/EG) und dass die zur Verbesserung der Luftqualität und zur Einhaltung der Luftverschmutzungsgrenzwerte erforderliche erhebliche Minderung der Stickoxidemissionen bei Dieselfahrzeugen (vgl. Erwägungsgrund 6 der VO 715/2007/EG) erreicht wird.

Quindi i valori di omologazione debbono essere rispettati anche su strada e quindi come la mettiamo con le “millemila” auto diesel tuttora in circolazione in Europa, quindi in Italia e in Alto Adige/Südtirol? Fare finta di nulla? E cosa dice la Provincia di Bolzano, che per anni ha ritenuto di investire solo in mezzi diesel?

Basta non parlarne?

Della vicenda, come ho già evidenziato in passato, se ne parla molto poco sia in Italia che da noi. Ovvio, perché il settore ha un suo (bel) peso, anche localmente, e perché anche gli enti pubblici hanno seguito, senza porsi alcuna domanda, lo sviluppo impetuoso del diesel negli anni passati e abbandonando quasi ogni strategia alternativa trovandosi però ora con l’aria inquinata da NO2 nelle città, con valori che si sforano anno dopo anno. Il risultato è che circolano talmente tante inesattezze, bufale e cavolate sul tema, in particolare sui social media, ed è tutt’altro che una sorpresa. Anche perché, almeno localmente (se escludiamo la conferenza tenutasi a Merano il 5.2.2019, qui il video), non ho visto nulla né sui media, né manifestazioni private o pubbliche che ne abbiano parlato.

Se si intende far capire alla cittadinanza il perché non pochi in futuro dovranno lasciare in garage la propria auto diesel Euro 3, 4, 5 e 6A-B-C, il continuare a non parlarne causerà molti "mal di pancia", anche perché alla fine chi ha comprato quei veicoli puliti sulla carta e sporchi su strada è "cornuto & mazziato", con contorno di proteste, però ingiustificate per quanto si sa dello scandalo ma fondate sull’ignoranza di questa tematica. Basta parlare con la "gente comune" per capire che della materia ne sa poco o nulla, se non che già oggi oppure fra pochi anni sarà costretta a cambiare auto. Potranno sorridere, forse, solo coloro che hanno citato in giudizio chi ha venduto loro l'auto e la rispettiva casa automobilistica, ma quanti lo hanno realmente fatto?

Dieselabgase: Was das Software-Update von Daimler bringt (Frontal21 ZDF)