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Brum brum e palla. L'evoluzione della politica

Per convincerci di essere lui quello innovativo, mentre "i cattivi" pensano a minare la democrazia interna del partito, Bizzo estrae dal cappello un programmone
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Lo avevo già fatto notare la sera del dibattito organizzato da Forum Democratico tra Spagnolli e Kompatscher, le grandi opere che Kompatscher ha declinato per il futuro di Bolzano e che Bizzo ha “svelato” come il “suo programmone politico” per la città, sono figlie di un pensiero maschile.

Stadio e circonvallazione. Già lanciate da Kompatscher, quindi Bizzo arriva tardi e si dimentica di dire che li farà con il soldi della provincia e a seguito del rinnovo della concessione di A22.  Fanno parte di una politica declinata da quel maschile che da piccolo amava giocare col brum brum e la palla e quindi bisogna fare le strade belle larghe e lo stadio che, è opera importante per andare a vedere altri maschiacci giocare al pallone.

Certo, per non lasciar fare tutto alla Provincia, che sennò a che ci serve un sindaco innovativo come Bizzo, già che ci siamo mettiamoci le telecamere, così se facciamo a pugni quando abbiamo esagerato con il bibe(ron) riempito magari di superalcoolici invece che di latte, e si mette male, arrivano i poliziotti e mettono tutto a posto. Così come se decidiamo di passare il tempo giocando a guardia e ladri, per la guardia è un po’ più facile beccarci.

Pensiamo alle priorità di un bambino di tre anni: mamma, pappa, palla, brum brum, bibe (ron). Serve altro? Direi di no. Anche perché la mamma fa tutto il resto, si prende cura dei capricci, ma soprattutto dei più deboli, degli anziani, dei bambini e prepara la pappa. Quindi programma risolto. Quello a cui non pensa Bizzo, ci penserà una figura materna, non necessariamente femminile, ma comunque all’interno della sfera privata di ognuno di noi.

Proprio per sforzarsi un po’ ci metterà le scale mobili ad Aslago, che servono agli anziani ancora autosufficienti,  ma un po’ acciaccati. Alla mamma o al papà con la carrozzina,  alla badante, simbolica o forse nemmeno poi tanto, figura materna che porta a spasso l’anziano in carrozzella, al genitore con il figlio disabile, non ci dobbiamo pensare. E’ da quando ero piccolo che ci pensava lei, perché mai dovrebbero cambiare le cose?

E invece le cose cambiano, i ruoli definiti non ci sono più in famiglia, la cura è un lavoro complesso, che prende tempo ed energia e se è appannaggio solo femminile distrugge le potenzialità altre delle donne, se ricade completamente sulla famiglia e/o sulla coppia, devasta la coppia e la famiglia (quella tanto cara a tanti politici), che però nel raccontare i propri programmi non pensano gran che a sostenerla con servizi adeguati, al massimo a blindarla strizzando l’occhio al Vaticano.

Nei programmi nessuna traccia di evoluzione dai bisogni primari. Un guizzo sul wi-fi libero in tutta la città, almeno per dimostrare che pur non essendo giovane, il festival dell’innovazione  abbia suggerito qualcosa? Ma no, fermiamoci al “mamma, pappa, palla, brum brum e bibe”.

Una cortesia, astenersi nello sviluppo futuro, dal trattare la prostituzione, come un problema di ripristino di case chiuse (perché altrimenti sdoganeremmo anche il ciuccio…).

Senza nessuna fantasia sulle azioni pedagogiche che, la politica dovrebbe avere nel prevenire, i ladri, l’eccesso di biberon alcoolici, l’overdose di lavoro di cura preteso dalle famiglie, aggiungendo magari una seria politica di modificazione culturale nella gestione della sessualità maschile: la cosiddetta maggioranza “per bene” – i clienti- che frequenta “la minoranza per male” –le prostitute.

Sabato 21 febbraio mentre Bizzo presentava il programma, il PD parlava a Laives di azione pedagogica della politica, in una mattinata di qualificata formazione, a cui avrebbe fatto bene forse a partecipare anche lui.

Nadia Mazzardis Lucich

Donna, madre, imprenditrice, impegnata socialmente (e un po’ stanca delle repliche di nomi, di poltrone e di programmi)