Society | terzo settore

Registro unico, Bolzano non ci sta

La riforma del Terzo Settore introduce il Registro unico nazionale delle associazioni. La Giunta (in ritardo) tenta una strada parallela.
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Foto: upi

Della grande riforma del Terzo Settore se ne sta parlando da anni e ieri, 22 febbraio, è stato uno dei temi protagonisti della seduta della Giunta provinciale, preoccupata per l'istituzione del Registro unico nazionale delle associazioni, disciplinato dall'art. 31 del decreto ministeriale n. 106 del 2020. Entro il 21 febbraio le associazioni e gli enti interessati a chiedere sovvenzioni pubbliche per la propria attività dell'anno corrente avrebbero dovuto iscriversi al nuovo registro, istituito con la riforma del terzo settore e che sarebbe andato a sostituire i registri regionali e provinciali dei diversi territori. A partire dal 23 novembre 2021 è iniziato il procedimento automatico di migrazione al Runts per le organizzazioni di volontariato (Odv) e le associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte negli elenchi locali, che dal giorno prima non avrebbero accettato più alcuna iscrizione, ma Bolzano non ci sta: ”Prendiamo con serietà le preoccupazioni del Terzo Settore in relazione al nuovo registro. Il Terzo Settore è parte dell’identità delle altoatesine e degli altoatesini, un elemento fondamentale per tante persone in Alto Adige e considerato molto importante dalla Giunta” ha dichiarato Arno Kompatscher che al contempo ha sottolineato che “da un lato esiste un obbligo generale di iscriversi a questo registro” e che “tale obbligo sussiste solo se enti e associazioni intendono beneficiare delle agevolazioni fiscali per la propria attività”. Solo a quel punto infatti l’ente deve soddisfare i requisiti necessari all’iscrizione nel registro nazionale: per le agevolazioni fiscali lo Stato ha infatti da sempre la competenza primaria. A cambiare sono alcune prescrizioni e l’istituzione appunto di un registro omogeneo per tutto il territorio nazionale. La Provincia di Bolzano, decisamente in ritardo, tenta una strada parallela, chiedendo di mantenere i propri registri locali dismessi a novembre, gli stessi che negli altri territori (compresa la vicina Provincia autonoma di Trento) stanno confluendo nel Registro unico: “In questo modo sarebbe la Provincia, e non Roma, il primo interlocutore delle organizzazioni del Terzo Settore e allo stesso tempo si potrebbe rispettare il criterio del bilinguismo” ha sottolineato Kompatscher. 
La Giunta, fanno sapere, cercherà di mediare attraverso i propri parlamentari altoatesini al fine di ottenere ulteriori semplificazioni, ampliando a tutti gli enti quelle esenzioni che attualmente valgono solo per il settore sportivo. Nel frattempo, ha aggiunto il Presidente Kompatscher, rimane attivo il Centro servizi al Volontariato Alto Adige CSV a Bolzano per aiutare le associazioni a completare l’inserimento nel registro nazionale. “Non serve contattare Roma: presso il CSV si possono ottenere le informazioni necessarie rispetto alla convenienza e alle modalità di iscrizione, a cosa sia necessario per farlo e a come si faccia per iscriversi concretamente. Continueremo a sostenere enti e associazioni del Terzo Settore cercando di ottenere che il registro venga gestito a livello provinciale in Alto Adige e - conclude - al contempo verificando se e come siano possibili semplificazioni per coloro che vogliano ottenere agevolazioni fiscali dallo Stato”.
 

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