Da che parte sta “la meglio gioventù”?

Puro accelerazionsimo. Sono giorni febbrili - e non potrebbe essere altrimenti - questi che anticipano la consultazione popolare sul PRU del quadrilatero di via Alto Adige fissata per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile. Ieri, 22 marzo, nell’aula magna del Liceo Carducci di Via Manci a Bolzano, l’architetto Luigi Scolari ha illustrato agli studenti il progetto Benko tenendo una lecture dal titolo “Kaufhaus, tutto quello che non ti hanno detto”. Un incontro informativo al centro delle polemiche nei giorni scorsi perché previsto privo di contraddittorio, note sono infatti le posizioni anti-benkiane dell’architetto-relatore. “La scuola è il luogo dove gli studenti sviluppano una coscienza critica - ha sottolineato il dirigente dell’istituto Andrea Pedevilla -, l’obiettivo di oggi (ieri per chi legge, ndr) è di garantire un intervento competente, poi ognuno, naturalmente, possiede la sua opinione”. E in proposito dice una studentessa: “Non ho visto questa iniziativa come una provocazione ma come un’occasione per informarci”.
Il preside del Liceo Carducci Andrea Pedevilla
Di fronte alla scuola alcuni ragazzi, non appartenenti ad alcun movimento o partito politico - come tengono a precisare -, sfoggiano cartelli a favore del sì e contro l'uso dei locali scolastici per la presunta presentazione faziosa del progetto Benko. La sala nel frattempo si riempie, molti i giovani astanti, c’è anche qualche volto noto della politica, fra cui Gabriele Giovannetti di Alto Adige nel cuore e Gianfranco Maffei di Rifondazione. Spunta anche il grande antagonista, il presidente della KHB Heinz Peter Hager che, placidamente, guadagna il suo posto fra il pubblico.
La prima considerazione di Scolari riguarda la natura della consultazione popolare, messa più volte sotto accusa dai dissenzienti, ovvero la domanda delle domande: perché se vince il sì il commissario firmerà l’accordo di programma e in caso contrario invece la decisione verrà rimandata al prossimo consiglio comunale? E un altro quesito viene subito sferrato: “Vi siete mai chiesti perché, per la prima volta, viene data ai sedicenni l’occasione di votare? Non sembra un caso che i più assidui frequentatori dei centri commerciali, come rivelano le statistiche, siano i giovanissimi”, osserva il relatore. La grammatica delle immagini scolpite sulle slide squaderna poi tutte le criticità del progetto. Si parte dalla volontà manifesta da parte dei proponenti di combattere con la riqualificazione prevista il degrado sociale “quando invece l’intervento è di natura urbanistica” precisa l’architetto che aggiunge: “Sfido chiunque a individuare un parco attrattivo davanti a qualsiasi stazione di una grande città”.
E il parco, che costituisce un punto nevralgico della questione tout court, è “ da anni completamente trascurato dal Comune”, eppure fa parte dei cosiddetti insiemi tutelati (quando l’ente pubblico riconosce e salvaguarda la memoria e la qualità di alcune aree della città). “Dai rendering del progetto sembra che ci sarà un’enorme oasi verde ma non è così, gli spazi pubblici devono restare alla città e nemmeno un centimetro deve essere venduto”, avverte Scolari. Il PRU, prosegue il relatore, è in contraddizione con il Masterplan il cui obiettivo è l’integrazione e il bilanciamento dei quartieri con la realizzazione di vari poli di attrazione che, al contrario, con il progetto verrebbero concentrati in centro penalizzando le altre zone. Altro oggetto del contendere è l’Areale ferroviario: “Anche lì era previsto un centro commerciale - ricorda Scolari - se verrà edificato il Kaufhaus è naturale che altri investitori perderanno interesse nel progetto ARBO”.
Nel rapporto superficie commerciale/numero di abitanti Bolzano supera Milano e Verona, fa notare il tecnico, “architetture storiche di pregio e ampie superfici di vendita in centro non sono garanzia di posti di lavoro”. Un esempio riportato è quello della riqualificazione dell’area ex Michelin a Trento ridisegnata dall’archistar Renzo Piano dove in quattro anni solo 30 degli oltre 300 appartamenti costruiti erano stati venduti. Fra le potenziali problematiche snocciolate da Scolari anche il traffico destinato ad aumentare, così come l’inquinamento in particolare con la realizzazione del tunnel sotterraneo di via Alto Adige; e poi ancora l’indebolimento del commercio di vicinato e la valorizzazione patrimoniale del progetto, ovvero gli introiti che il Comune riceverà dall’investitore, “ma tanti sono i costi non computabili e non prevedibili”.
Il turno del pubblico si apre con Lorenzo Barzon dei LiberalPd giovani che attacca: “Ritengo vergognosa e di parte la presentazione dell’architetto, ancora più grave perché tenuta in una scuola”. “Evitiamo di fare polemiche, pensiamo a porre le domande, piuttosto”, lo richiama all’ordine una studentessa. È poi la volta di Hager, retore e affabulatore di buon mestiere, che, mano in tasca e aria compassata, si lancia lungo un crinale scivoloso (e per il quale verrà subito dopo contestato): “Siamo qui a parlare di parcheggi dopo tutto quello che è successo a Bruxelles”. Si torna poi nei binari: “La proposta è stata studiata e affrontata in ogni sua possibile criticità, prendiamo il parco, ad esempio, se ne parla come se fosse il gioiello della città, ma ora non lo è di certo. Per quel che riguarda il commercio la gente vuole maggiore assortimento, bisogna capire che i modelli di consumo sono cambiati. Il progetto è senza dubbio migliorabile, ma qui è il privato che rischia, il problema è che a Bolzano si parla tanto ma si combina poco”.
Il presidente della KHB Heinz Peter Hager
Fra gli interventi dei giovani alcune domande e osservazioni tecniche sul Virgolo (verrà rilanciato solo se si farà il Kaufhaus, mette in guardia il braccio destro di Benko); sul traffico “secondo i calcoli nel tunnel in 24 ore passeranno 5 macchine al minuto”, chiosa uno studente; sul turismo (“la città perderà un pezzo di identità e quindi appeal”, risponde Scolari) e sul lavoro, tema che più di altri ha diviso la platea. “Anche se sono contratti precari possono fare comodo”, sintetizzano i favorevoli; “I giovani che vogliono lavorare nel commercio preferiscono dedicarsi ad attività più piccole, la qualità degli impieghi offerti dal Kaufhaus non è allettante”, replica la controparte.
Le idee sembrano ormai essere chiare, alle urne il compito di misurarle.
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