Society | La testimonianza

“Insegnanti, abbiamo bisogno di voi”

L’appello di una mamma: “Nella scuola italiana ancora troppe lacune, bisogna reagire”. L’esperienza di un genitore con l’Istituto comprensivo Merano 1.
Homeschooling
Foto: upi

Troppi compiti e nessun contatto con gli insegnanti. Anche in Alto Adige si alza la voce dei genitori che lamentano una risposta inefficace da parte di alcuni istituti scolastici di lingua italiana nell’ambito della riorganizzazione dovuta all’emergenza coronavirus in corso. Accanto alle best practice esistenti con piattaforme attive e docenti al passo con le classi virtuali (come del resto previsto dalla nota del Miur alle scuole del 16 marzo) e che lavorano il doppio per poter assolvere al loro compito di educatori fra mille difficoltà ci sono anche, tuttavia, realtà che sono rimaste indietro. E l’incertezza regna sovrana dal momento che le scuole resteranno chiuse verosimilmente oltre il 3 aprile, fino ai primi di maggio, con la ventilata possibilità di una ulteriore proroga fino alla fine dell’anno scolastico.

Al 19 marzo erano 31 le scuole di lingua italiana che avevano attivato la didattica online utilizzando diverse piattaforme. Un work in progress per adeguarsi alla nuova obbligata routine, avevano specificato l’assessore competente Giuliano Vettorato e il sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta. Restano intanto alcune evidenti criticità sul territorio, e un esempio è quello dell’Istituto comprensivo Merano 1, attesta una mamma preoccupata. “Alla scuola primaria la didattica a distanza finora si è risolta in sostanza con l’invio di esercizi. Durante la prima settimana di chiusura siamo rimasti al buio, senza che ci venisse dato alcun tipo di informazione - racconta a salto.bz -; la seconda settimana sul sito della scuola è apparsa un serie di compiti generici, come leggere un libro o scrivere un diario; la terza settimana, la domenica sera, è arrivato un lungo elenco di esercizi per tutte le materie, diviso per classe, ma senza indicazioni precise sui tempi di consegna o su come e quando sarebbero stati corretti visto che nessuno scambio c’è stato in tutto questo periodo con le maestre, senza contare il problema di chi è rimasto senza libri scolastici una volta chiuse le strutture. Siamo alla quarta settimana e solo oggi sono stati messi a disposizione gli indirizzi e-mail degli insegnanti di riferimento ed è stato annunciato l’arrivo del registro elettronico, insomma la cosa è stata gestita in modo molto caotico”.

Non è tollerabile che la scuola di lingua tedesca e quella di lingua italiana viaggino su binari diversi di fronte a questa emergenza

Con una precisazione: “La nostra non è un’accusa nei confronti della dirigente scolastica che a suo modo sta cercando di intervenire per risolvere l’impasse, ma il problema è a monte, è il sistema che presenta delle evidenti carenze, capisco la delicatezza del momento ma se i bambini resteranno a casa anche i prossimi mesi bisogna trovare delle soluzioni efficaci a partire da una maggiore interazione con le maestre”. E il paragone con le scuole tedesche è inevitabile: “I contatti con gli insegnanti non si sono interrotti, c’è stata chiarezza sui compiti da fare, addirittura un’app apposita a disposizione, un tipo di approccio coordinativo che da noi è invece mancato totalmente e non è tollerabile che la scuola di lingua tedesca e quella di lingua italiana viaggino su binari diversi di fronte a questa emergenza”. 

La sensazione, dicono alcuni genitori, è che si stia scaricando sulle famiglie il compito di insegnare. E gli scogli non sono pochi. Con mamma e papà in smart working non tutti i bambini hanno la possibilità di accedere ai computer, c’è chi può affidarsi solo al telefonino, e se poi manca la stampante in casa? “Bisogna pensare a una strategia vincente e svecchiare il metodo di approccio attuale - conclude infine l’intervistata -, vogliamo essere una provincia al top anche in ambito scolastico? Allora diamoci da fare, è il momento di reagire perché questa situazione durerà probabilmente molto di più di quello che ci aspettiamo”.