Politics | Europa 2019

L’“americano” che sogna Bruxelles

Matteo Gazzini, candidato della Lega, punta sull’uguaglianza fiscale e sull’evergreen dell’immigrazione. “Salvini mi ha detto: vinci e porta l’Alto Adige in Europa”.
Salvini - Gazzini
Foto: upi

“Noi non siamo contro l’Europa, ma l’Europa deve cambiare”, è questo il leitmotiv che risuonava ieri (23 aprile) nell’Hotel Laurin di Bolzano, sede prescelta per la conferenza stampa della Lega. L’occasione è il lancio del candidato del Trentino-Alto Adige alle comunitarie del 26 maggio: Matteo Gazzini, “Il Matteo di Bolzano”, slogan che campeggia sui manifesti elettorali che lo ritraggono insieme all’immancabile Matteo nazionale, sul cui carisma - e la circoscrizione del Nordest non fa oculatamente eccezione - i leghisti auspicano di lucrare un dividendo in termini di seggi. Emblematico è un commento raccolto in queste ore su Facebook in merito al candidato altoatesino: “Non lo conosco, mi dovrò fidare”. A occhi chiusi, garantisce Salvini. 

 

 

Nella improvvisata sala stampa al Laurin c’è il gotha della Lega provinciale, il commissario Maurizio Bosatra, i deputati Filippo Maturi e Tiziana Piccolo, i quattro consiglieri provinciali Giuliano Vettorato, Massimo Bessone, Carlo Vettori e Rita Mattei, e Sergio Fizzotti, componente della segreteria politica. In mezzo il “figliol prodigo”, Matteo Gazzini. A latere, per gli appassionati, ci sono anche i gadget del Carroccio, cappellini e bracciali brandizzati, perché il marketing comunicativo è tutto (Morisi docet).

 

L’Europa da rifare

 

I giovani virgulti della Lega, Vettori e Maturi, decantano le lodi del loro candidato alle europee, specie il deputato venuto dal Bolzanistan che con Gazzini è cresciuto e andato a scuola. La marcia in più in un contesto europeo, a detta dei colleghi di partito, è la lunga permanenza all’estero (negli Stati Uniti), che rendono Matteo un “uomo di mondo”, come lo definisce Vettorato, un fattore che rappresenta un “apporto importante in previsione del ruolo che mi auguro vada a ricoprire”, si accoda Maturi che poi aggiunge: “Sono contento di poter parlare finalmente di Europa, dato che sono gli altri che di solito pretendono di dirci cosa ne pensiamo. Noi siamo contro questa Europa, contro l’Europa del pensiero unico che vuole renderci tutti più manipolabili. Le cose - insiste retoricamente il deputato - devono cambiare, basta anteporre gli interessi di pochi, delle banche, a quelli del popolo”.

All’assessore Bessone spetta invece il ripasso, la “breve storia dell'ascesa leghista”, dalle percentuali irrisorie di non molto tempo fa al boom delle politiche e poi delle provinciali, con l’ingresso in maggioranza. A fargli eco Mattei: “Merito di Salvini, della sua politica vincente. Per noi ‘vecchi’ militanti quella delle europee può essere un’occasione storica”.

 

Chi è Matteo Gazzini

 

Il trentatreenne candidato leghista è un imprenditore agricolo di stanza a Pineta di Laives, dove prospera l’azienda di famiglia. I Gazzini possiedono 12 ettari di terreno coltivati a vite e mele, e 50 ettari di bosco. Matteo, che parla fluentemente portoghese, inglese e spagnolo (“per il tedesco mi aiuterà la mia fidanzata”), si è trasferito a 25 anni in Florida, negli Stati Uniti, dove è rimasto per 8 anni e dove ha studiato matematica (gli manca un esame al conseguimento della laurea) e ingegneria aerospaziale (8 esami alla laurea), ha conseguito il brevetto di pilota commerciale ed è diventato istruttore di volo.

Manca ancora la fiducia da parte del mondo di lingua tedesca verso la Lega, ma col tempo si può arrivare a conquistarla, e il fatto che io sia una figura nuova nell’arena politica può essere un vantaggio

Poi è arrivato il richiamo della politica: già responsabile della Lega in nord America e attuale membro della segreteria politica del partito, Gazzini non era riuscito a farsi eleggere proprio nella circoscrizione estera America del Nord e centrale per qualche centinaio di voti. Ora la seconda chance. “Sono tornato dagli USA per un motivo, voglio mettermi in gioco. Non devo convincere nessuno a votare Lega perché i risultati parlano da soli, penso ad esempio alla Lombardia e al Veneto che sono le locomotive d’Italia in termini di Pil pro capite e sono da anni amministrate dal Carroccio, penso al fatto che siamo il partito per eccellenza che tutela l’autonomia, dell’Italia tutta e non solo dell’Alto Adige”, spiega il candidato leghista per la corsa a Bruxelles. Fra i temi su cui puntare spicca la protezione del made in Italy, la parificazione fiscale fra i paesi europei e l’evergreen dello stop all’immigrazione clandestina. E riparte il refrain: “Non siamo anti-europei, nemmeno euroscettici, la nostra diffidenza è nei confronti degli attuali burocrati. Vogliamo un’Europa più equa per tutti”. 

 

 

Sulla candidata leghista da affiancare a Gazzini deciderà Salvini, la legge elettorale per le europee prevede infatti una doppia preferenza di genere, riferisce l’imprenditore bolzanino. L’impegno - promette poi Gazzini, memore del successo avuto dal leader maximo della Lega fra l’elettorato di madrelingua tedesca tradotto in voti sonanti alle ultime provinciali, è quello di rappresentare a Bruxelles tutti e tre i gruppi linguistici dell’Alto Adige, “credo che sia una questione di fiducia, che ancora manca nel mondo di lingua tedesca, ma col tempo si può arrivare a conquistarla. Il fatto che io sia una figura nuova nell’arena politica può essere un vantaggio in questo senso”, chiosa Gazzini, “non temiamo nessuno, nemmeno questa assurda e anche un po’ ridicola alleanza fra la Svp e Forza Italia. Salvini mi ha detto ‘vinci e porta l’Alto Adige in Europa’, e se lo dice il Capitano…”.