Cara ape, quante ne fai!
Il 20 maggio si celebra la sua giornata mondiale. La citazione di M. Onfray, la trovo meravigliosamente icastica.
Ogni ape porta in sé il
meccanismo dell'universo:
ognuna riassume il segreto del mondo
Oggi ne ho parlato con Sergio Angeli, Professore di Entomologia Generale e Applicata e di Apicoltura alla Facoltà di Scienze e Tecnologie presso la libera Università di Bolzano, nonché redattore di diversi testi scientifici e relatore presso numerose facoltà a livello internazionale.
E mi si è aperto un mondo!
Pensate! L’ape appartiene alla classe degli insetti e questi sono i primi organismi a volare e si sono evoluti nell’arco di 400 milioni di anni. L’ape è sofisticata, affascinante, forse la più complessa tra gli insetti.
La storia
Nella storia l’ape ha ricoperto un ruolo davvero importante. E’ stata oggetto di studio e di numerosi approfondimenti da parte di filosofi e uomini di chiesa. Aristotele le cita in alcuni suoi trattati e le distingue in tre classi: i re (le regine), le api (operaie) e i fuchi. E’ convinto che i re governino le operaie, le quali avendo il pungiglione vengono chiamati soldati mentre i fuchi, che sono senza pungiglione, sono considerate femmine. Secondo Aristotele i maschi combattono e le femmine seducono, logico no?
Sempre sua l’osservazione attenta sul comportamento dell’ape bottinatrice che “vola da una violetta a una violetta, senza mai alcuna mescolanza prima di tornare all’alveare”; tale studio è alla base dell’impollinazione incrociata, in cui l’ape, svolgendo in modo straordinariamente impeccabile il proprio operato, permette la biodiversità. Napoleone, definendole emblema di operosità, lavoro ma anche immortalità, le adotta come uno dei simboli dell’Impero e come ornamento del suo mantello.Il primo libro della storia si presenta a mò di tavolette di cera, la tabula cerata; nello specifico si tratta di due assi di legno ricoperti internamente da uno strato di cera, incisi da una punta a stilo. Nasce quindi anche la prima penna a stilo.
Ma perché da sempre questo insetto incuriosisce e si definisce importante sia per la natura che per l’uomo?
Perché le api hanno molte doppie nature, ad esempio sono singoli organismi ma anche multiorganismi; si possono considerare animali domestici ma pure selvatici, capaci di reperire fino a 2.000.000 di microcampioni giornalieri tra pollini, acqua e nettare. Non per niente ricordo la celebre frase di Einstein “se l’ape scomparisse dalla Terra, all’umanità resterebbero quattro anni di vita”, tornata in voga per le mutazioni climatiche su cui tanto si parla che portano a ridurre in modo drastico il numero delle api.
Un Volk da 60.000 api
Le api sono l’esempio più rappresentativo di operosità, di comunità, di suddivisione perfetta dei compiti, di pulizia, di ordine e disciplina, di impeccabilità nello svolgimento delle mansioni, di rispetto della gerarchia. Il loro essere così ineccepibile è quindi, a ragione, motivo di curioso interesse da parte dell’uomo. Questi insetti distillano l’ambiente; tutta la biodiversità dei fiori è il risultato dell’interazione tra loro e il territorio. Se ne contano più di 20.000 specie in tutto il mondo; inoltre ogni famiglia d’api - chiamata Volk in tedesco - “lavora” coprendo un’area pari a 700 ettari! In estate ogni famiglia è costituita da circa 50.-60.000 api e ognuna ha il suo ruolo.
Pensate che l’ape veste anche i panni di terapeuta. L’apicoltura è inserita da tempo nel contesto delle prigioni; per chi deve integrarsi all’uscita dal carcere o coloro che sono sottoposti a pene alternative, la cura di questi insetti la si legge come formula di medicina, riscatto e libertà. Avendo cura di loro e quindi studiando il loro modus vivendi - basato essenzialmente su rispetto e disciplina - riescono a integrarsi con maggior facilità alla vita quotidiana reale.
In Alto Adige risiede la più grande Associazione d’apicoltori italiana. Un’attività per la quale la Provincia Autonoma di Bolzano prevede particolari contributi e per cui non è requisito essenziale il possesso di alcuna proprietà. Dulcis in fundo ma aspetto non meno rilevante, come non parlare dei prodotti preziosi dell’alveare: miele, polline, propoli, pappa reale. Conosciuti fin dalle epoche remote, oggetto di scambi e di venerazione, questi prodotti pregevoli vantano innumerevoli proprietà curative, benefiche e impieghi in differenti contesti. Il miele, il re dei prodotti. La sua consistenza è più o meno densa, vischiosa, zuccherina, dal colore giallo oro, come rossastro che verdastro; al palato si presenta aromatica, dolce, pungente, a seconda della varietà, della sua lavorazione e provenienza.
Abbiamo quindi di che scegliere e di come ingolosire e soddisfare le esigenze più raffinate e ricercate di palato.
Ringrazio e saluto il Professore per la piacevole chiacchierata, consapevole che d’ora in avanti, alla vista di questa laboriosa creatura, accosterò in quel suo meritato volo libero, un bagaglio di ingegno, dedizione e costanza. Fornendo a noi benessere e all’ambiente una rinnovata perpetua microdiversità.
Autrice: Raffaella Dondi