Fuck the war con Vasco
Al netto di interrogativi e polemiche che hanno popolato l'opinione pubblica (riassunti qui) nei mesi precedenti al 20 maggio 2022, perchè mancare al più grande evento di sempre vicino a casa? Stavolta c'è una speranza anche per i ritardatari cronici e si può prendere il biglietto per il pit 3 (55 euro), la zona più lontana dal palco, anche solo 3 giorni prima del concerto. Non c'è ancora il numero ufficiale dei biglietti venduti e dei presenti alla Trentino Music Arena. La cifra più bassa che si legge online è 105mila. Dopo i trentini i più presenti nell'arena sono gli almeno 5mila 852 dalla provincia di Bolzano.
Arrivare alla Trentino Music Arena
Partenza da casa alle 17, la prima sorpresa si scorge da viale Stazione di Caldonazzo (dove il 25 maggio ci sarà il traguardo volante della tappa del Giro d'Italia di ciclismo): il treno è sostituito con pullman. Avviene non di rado, ma la cosa cambia un po' le carte in tavola. Sia perchè allora la fermata più vicina al concerto non sarà quella dello studentato universitario (San Bartolameo), ma Villazzano. Poi ci sarà traffico? In corriera ci sono ventenni che dalla spiaggia del lago andranno direttamente al concerto. Una ragazza mi racconta come nello studio in cui lavora le abbiano fatto del "terrorismo psicologico" in questi giorni. In effetti tra chi non ha voluto esserci in molti hanno parlato della paura della calca, delle troppe persone nello stesso posto. Insomma, siamo troppo abituati alla solitudine dei 5mila km di sentieri in Trentino.
Sulla statale all'altezza di Pergine Valsugana c'è una coda notevole: in zona industriale infatti ci sono dei parcheggi di attestamento per il concerto. L'autista riesce a divincolarsi con abili manovre dalla coda, ricevendo scroscianti applausi dai viaggiatori. La corriera si svuota a Villazzano, nel momento in cui arriviamo la pattuglia della stradale toglie il divieto di parcheggio dagli stalli di attestamento attorno alla stazione. Troppo tardi chiudere il "recinto", in molti hanno già parcheggiato. Scendendo fra le torri di Madonna Bianca un po' alla volta si scorge la marea umana che è già presente nella Trentino Music Arena da ore. Alpini e Carabinieri in congedo fanno al solito egregiamente (e volontariamente) attività di filtraggio, mettendo i nastrini al polso a seconda del settore dell'arena. C'è preparazione e fermento anche sui poggioli delle abitazioni più vicine all'arena. E negli spazi esterni del McDonald's file per andare ai bagni chimici.
La rotonda dei viticoltori
Un secolo fa l'accesso sud alla città di Trento era la Strassensperre dell'Acquaviva. Oggi sono 4 rotatorie comprese in 1 km circa in linea d'aria: da ovest la rotonda con le vigne in mezzo (la vecchia Statale), quindi quella della tangenziale ("Marinaio"), l'ingresso di Trento Sud dell'A22 e gli altri viticoltori, quelli perlé di Ravina. Alla rotonda dei viticoltori, davanti alla sede della Cantina Sociale di Trento, fra i filari allestiti come arredo urbano c'è chi si riposa, è il momento per sedersi un po' prima di entrare nell'arena. Rotonda croce e delizia. Ma nel pomeriggio è ancora un luogo ideale d'incontro. Dopo due anni di pandemia infatti il concerto è un'occasione preziosa per rivedere tante persone, salutarsi e fare due chiacchiere. Senza confinamenti e mascherine. Anche se in mezzo alla folla ci sono ancora persone che portano la mascherina. Passa anche Maurizio Rossini, direttore di Trentino Marketing, si sincera che vada tutto bene. Una giornata di "incasso" per Trentino Marketing in termini di visibilità, visto che più della metà dei presenti vengono da fuori provincia.
Sinistra o destra?
Una decisione che sembra innocua. Alla rotatoria si può entrare nell'arena da via San Vincenzo (sinistra) o da via dei Viticoltori (destra), indifferentemente se il biglietto è in pit 1, pit 2 o pit 3. Il flusso verso destra è minore, quindi quella è la nostra direzione. Sarebbe stato meglio andare dall'altra? Forse sì. L'accesso è rapido, controllo agli zaini, biglietto qr code scansionato, al momento dell'ingresso nell'arena si sono già esibiti 4 (Toolbar, Maitea, Hi Fi Gloom e Atop The Hill) dei 6 vincitori di Euregio Rock. Michele Cristoforetti in una sua canzone ha voluto ricordare la vicenda di Chico Forti , mentre i The Rampled hanno avuto il compito di cominciare a far ballare il pubblico.
"In Alto Adige ogni cosa è specchio di ..."
Già da qualche ora online girava il fatto che il concerto di Vasco non sarebbe cominciato alle 21, ma alle 21.30 per permettere a tutti di esserci. Riusciamo a piazzarci quasi in testa allo spazio pit 3, sotto alla torre audio D3. C'è tempo per chiacchierare, aiutare una mamma disperata che insegue il proprio figlio maratoneta. Qualcuno va verso l'area ristoro. Dove si paga in token ed una birra costa 8 euro. Sui maxischermi gira più volte il video emozionale del Trentino, che si conclude con "Respira, sei in Trentino". E gira anche lo spot della bevanda più famosa dell'Alto Adige, anche se non è in vendita negli stand. A sinistra della Trentino Music Arena, sulla collina del Casteller c'è chi si può godere gratuitamente il concerto approfittandone per una grigliata con amici.
Lo spettacolo
Non ho mai partecipato a spettacoli di tali dimensioni. Le maree umane mi ricordano le Giornate Mondiali dei Giovani vissute a Roma, Toronto e Colonia. Non sono un particolare fan di Vasco, ma la sua produzione artistica c'è in tutte le nostre vite, per osmosi. Un pezzo della nostra cultura pop ed una longevità artistica invidiabile: Vasco ha l'età di mio papà (70 anni) e la sua esistenza rock non è stata proprio quella di un salutista. Vasco mi ha fatto emozionare e cantare con tutti quelle canzoni che non puoi non sapere. Il palco è lungo 90 metri e ognitanto riesco a vedere la "formichina Vasco" che si muove. Notevole anche l'interludio, al punto 11 della scaletta, della polistrumentista Beatrice Antolini. Prima di "Rewind" Vasco sembra preso da un raptus alla SuperGiovane, dell'architetto Luca Mangoni, noto frontman del disciolto gruppo di Elio e le storie tese, evocando più volte la f. Nelle prime file qualcuna si spoglia e i reggiseni sul palco fanno parte un po' del programma obbligatorio del concerto rock vecchia maniera. Vasco quindi scherza col suo amico Red Ronnie quando si parla di ufo e si lascia i messaggi più importanti per il finale.
"Ognuno in fondo perso nel suo Instagram"
I "fatti suoi" ne la vita spericolata diventa il profilo Instagram di ciascuno. Ma il messaggio più forte è quello contro la guerra, ripetuto in più forme: un conflitto che vuole male a donne, bambini, anziani. Un "fuck the war" ripetuto più volte, con schiettezza ed in maniera diretta. Mentre durante un cambio d'abito di Vasco nella presentazione della band si è ricordata la difficoltà anche psicologica della pandemia, nella quale spesso ci siamo pesantemente giudicati a vicenda invece che migliorarci.
Verso la notte bianca
Lo spettacolo di luci e fuochi d'artificio termina 5 minuti dopo la mezzanotte, con Vasco che dà il LA alla notte bianca nel centro città. C'è il tempo per riprendere la via verso nord con calma e guardarsi indietro vedendo il colpo d'occhio di un'eccezionale marea umana attraversando lo spazio in ghiaia che riporta alla rotatoria dalla quale siamo entrati. Una rapida fermata ai bagni chimici, che con stupore non sembrano nemmeno essere una bomba batteriologica. Arrivati all'imbocco di via dei Viticoltori, ecco il tappo.
Il collo di bottiglia
Poco distante dai bagni chimici la Protezione Civile ha realizzato un terrapieno, simile a quelli usati per difenderci dalle piene dei fiumi. In cima alcuni vigili del fuoco hanno cercato di sorvegliare facendo sì che nessuno oltrepassasse. Per un po' ce l'hanno fatta, poi alcuni hanno pensato di indirizzarsi verso i bus navetta incolonnati sulla tangenziale attraversando i binari della linea del Brennero. Altri hanno scavalcato recinzioni finendo in alcune campagne private. Non è apparso loro ahimè un ologramma gigantesco di agricoltore medio trentino che con sguardo giudizioso ed interrogativo si è chiesto "sa fat chi sul mè?". Alcuni, che certamente al concerto non avevano bevuto tisane o camomilla, se la sono presa con veemenza con chi presidiava ed era a suo malgrado in una situazione di pericolo.
Una sola uscita per centomila persone
Il concetto è espresso in maniera chiara anche dai molti commenti che si leggono come recensioni alla voce Trentino Music Arena su Google. Dalla Trentino Music Arena si usciva solo in direzione nord lungo via San Vincenzo e dalla stretta via dei Viticoltori, per poi ritrovarsi tutti alla rotatoria. Chi prendeva le navette poi andava a sinistra sul cavalcavia di via Marinai d'Italia, chi andava in centro città prendeva la via di Madonna Bianca. Un ingorgo clamoroso quindi non causato dalla negligenza di chi ha organizzato, ma dal semplice fatto che quelli sono i limiti fisici dell'area. Accanto all'uscita nord infatti ci potrebbe essere un'uscita sud, qualora si volesse riaprire la stazione della linea ferroviaria del Brennero di Mattarello, come una sorta di "fermata metropolitana" per l'arena. A est c'è il Casteller, a ovest nell'ordine ferrovia, tangenziale, fiume Adige, autostrada. Nelle discussioni post-concerto si parla già di riadattare l'arena ad eventi più piccoli, ma il nodo deflusso rimane.
Novanta minuti di attesa
Una ragazza estremamente pallida è assistita e rifocillata dalle sue amiche. Riesce a passare poi in mezzo alla folla grazie alla bravura e al sangue freddo dei sanitari della Croce Rossa e dei vigili del fuoco. C'è chi apre le transenne e finisce nel piazzale della Cantina Sociale di Trento dove c'è un piccolo ospedale da campo. Si riesce ad allargare provvisoriamente via dei Viticoltori, grazie alla disponibilità dei piazzali della vicina Cambielli Edilfriuli. C'è chi si altera, insulta un po' tutti dall'Onnipotente fino alla Comunità trentina. Un sudtirolese sbrocca di brutto e mi fa talmente ridere che viene richiamato dalla moglie. Molti cercano di fare da pacieri e di mantenere le persone sulla via prevista. Diventa un momento anche per indicare alle persone venute da fuori cosa vedere in Trentino nel weekend o dove andare a comprare qualcosa.
5 km a piedi verso la stazione
Poco prima delle 2 la situazione fortunatamente si sblocca e si può abbandonare la rotatoria dei Viticoltori verso nord. Si notano da subito una fila interminabile di bottiglie lasciate ovunque, che durante la notte gli operatori di Dolomiti Ambiente riusciranno a rimuovere con un lavoro encomiabile. Il flusso procede verso nord un po' come all'Adunata degli Alpini. Vengono presi d'assalto gli spacci rimasti aperti, soprattutto i primi che si incontrano in viale Verona. Impraticabile anche la gelateria sul Fersina, sul Ponte dei Cavalleggeri, dal quale entrò a Trento l'esercito italiano nel 1918. Tanta gente. La stanchezza e la vescica sotto al dito (le avevo scampate anche per gran parte del Cammino de Santiago, ma stavolta...) portano velocemente verso la stazione. Più rapida la sosta alle fontane al Centro Santa Chiara ed in piazza Duomo, dopo aver schivato una colluttazione risolta dall'intervento dei Carabinieri. Alcuni bar, ristoranti, pizzerie nel tragitto fino alla stazione sono rimasti aperti nella "notte bianca". Nel "non food" non ricordo esercizi aperti. Ma la sensazione che tanti non si fermeranno ma andranno dritti ai treni è sintetizzata da un allegro signore, con barba da "vecio alpin", che grida alla folla "ma che facce che avete, io ai vostri tempi...".
Treno per andare a nanna...
Circa alle tre arriviamo in piazza Dante e troviamo tre percorsi transennati per le tre direttrici servite da trasporto su ferro: Valli del Noce (Trento-Malè), Valsugana e Val d'Adige (Ferrovia del Brennero). Altra coda notevole e c'è qualcuno che parla già di tornare a casa col primo treno ordinario, quello delle 5.05. Arriva il primo treno speciale e la conta finisce proprio davanti a me. L'uomo di Trenitalia mi chiude il cancello in faccia, poi un po' si pente e mette una fascetta da aeroporto, più umana. Alle 4 arriva l'altro treno speciale e alle 4.45 nanna.
Chi c'era e ha voglia di raccontare qualcosa di questa mitica giornata con Vasco? Nei commenti o, come permette Salto, loggandosi e scrivendo direttamente.
Bastava riaprire la stazione
Bastava riaprire la stazione di Mattarello, ma significava dal punto di vista ferroviario riabilitarla al servizio viaggiatori.
Sarei curioso di sapere quanti avevano fatto il biglietto per i treni speciali del ritorno.
In reply to Bastava riaprire la stazione by Martin Aufderklamm
All'inizio delle transenne c
All'inizio delle transenne c'era del personale Trenitalia che faceva entrare solo chi mostrava il biglietto.
La Provincia di Trento intende riabilitare al servizio viaggiatori la fermata successiva, quella di Calliano.
Warum muss in einem Bericht
Warum muss in einem Bericht über ein Konzert das längst widerlegte Märchen vom italienischen Militär wiederholt werden, das angeblich siegreich in Trient eingezogen sind, wo jeder weiß, dass Franzosen und Engländer, die Italien vor dem Zusammenbruch gerettet haben, als erste in Trient eingezogen sind.
In reply to Warum muss in einem Bericht by Hartmuth Staffler
Light cavalry bridge suona
Light cavalry bridge suona quasi meglio ;-)