I tablet scompaginano l’opposizione
Quella sui tablet ai consiglieri comunali di Bolzano è una vecchia storia, che nel corso degli anni è stata accompagnata da polemiche alquanto stucchevoli sui presunti ‘privilegi’ destinati ai politici.
Della telenovela l’altro ieri nell’aula consigliare di piazza Municipio è andata in onda un’ennesima puntata. Con tanto di sorprendenti spaccature trasversali all’interno di una parte delle dell’opposizione.
In sostanza lo scorso 21 giugno ha visto l’approvazione in aula (35 voti a favore, 6 contrari e un astenuto) di una parziale modifica al regolamento comunale che vede tra le principali novità l’utilizzo della posta elettronica certificata per la convocazione del Consiglio e delle Commissioni. Mentre le relative delibere ed altro materiale saranno resi disponibili ai consiglieri (finalmente) mediante un’apposita sezione dedicata del sito internet del Comune.
in sostanza il Comune di Bolzano, dopo lunga gestazione, ha definitivamente avviato un progetto per risparmiare le montagne di carte che vengono giornalmente consegnate ai consiglieri. Con evidente risparmio sia in termini ecologici, che di mansioni da parte dei messi municipali che fino a l’altro ieri erano tenuti a consegnare a domicilio le convocazioni ai 45 consiglieri.
Ma per fare ciò l’amministrazione comunale ha dovuto naturalmente rassicurarsi che i relativi consiglieri abbiano in dotazione i necessari strumenti informatici. In sostanza: chi meritoriamente è già solito utilizzare un proprio computer portatile o device mobile potrà continuare ad usufruirne. Gli altri invece riceveranno in dotazione per l’intera durata del loro mandato un tablet che resterà comunque di proprietà del Comune.
Niente di più normale nel terzo millennio?
Macché: in Consiglio Comunale l’altro ieri è andata in scena una vera e propria bagarre, con due distinte tifoserie intente a confrontarsi.
Da una parte si sono schierati i favorevoli. Che con i loro interventi hanno messo in evidenza i benefici in termini di snellimento dell’attività dei singoli consiglieri, con contenuti ritorni in termini di ‘efficacia e qualità’ come ha evidenziato Claudio Della Ratta per una volta perfettamente in sintonia con la ‘sua’ maggioranza. Per non parlare del risparmio: a fronte della spesa per i tablet infatti già nel 2011 era stato stimato un risparmio immediato di 100mila euro all’anno (a fronte di una spesa di 17mila per acquistare i device mobili).
Dall’altra i contrari, intenti a richiamare il tema dei costi e dei privilegi dei politici.
Dal punto di vista delle dinamiche tra e nei partiti il voto ha fatto registrare - come riferisce oggi su Corriere Dell’Alto Adige Francesco Clementi - un’interessante spaccatura all’interno di due importanti formazioni dell’opposizione, come Movimento 5 Stelle e Uniti per Bolzano. Con conseguenti litigi in quella che oggi è ‘piazza’ per antonomasia ed ovvero Facebook, checché ne dicano i talebani no-tablet.
Il voto in aula dell’altro ieri ha dunque evidenziato nel Movimento 5 Stelle due posizioni contrapposte, anzi tre. Da una parte gli alfieri del NO a tutti costi Davide Costa e Teresa Fortini. Dall’altra Pierluigi Gaianigo, Sabrina Bresaola e Caterina Pifano per il SI, con Paolo Giacomoni astenuto.
Ed una spaccatura si è evidenziata anche in Uniti per Bolzano, dove Marco Caruso ha votato contro mentre Tagnin e Forest hanno votato a favore (e Giovanetti si è astenuto).
Successivamente un emendamenteo della Lega Nord contrario ai tablet non è riuscito a passare, confermando però la presenza di un sostegno variegato e 'trasversale' a questa istanza (Lega, Casapound, Davide Costa e Maria Teresa Fortini di M5S e Alessandro Forest di Uniti per Bolzano).
Opposizioni in ordine sparso dunque (con l’eccezione dei tre Casapound compatti per il NO). E resa dei conti il giorno dopo nel Movimento 5 Stelle. Con l’ex candidata sindaca Pifano accusata di voler far ricadere sui cittadini ‘i costi della politica’ all’insegna dei soliti privilegi. Ma intenta a difendere sé stessa e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Oltre che aspettandosi che a usufruire dei tablet comunali siano effettivamente solo i consiglieri “che non sono in condizioni di comprarselo”.
In definitiva ad aver vinto virtualmente la loro battaglia sono i tablet.
Già nel 2014 ci eravamo chiesti dove fosse il vero spreco. Forse oggi sarebbe giusto aggiungere una nuova domanda da sottoporre agli utenti di salto: davvero nel 2017 un tablet ‘comunale’ per svolgere il proprio mandato di consigliere è sinonimo di ‘privilegio’?