Sports | calcio

"Porte aperte ad imprese locali"

Pfeifer (ad del Südtirol) chiude a investitori esteri come Red Bull. "Azionariato diffuso come in Germania? Un'ipotesi da studiare. Mercato? Nessuno è incedibile".
pfeifer.jpg
Foto: (c) FC Südtirol

SALTO: Dietmar Pfeifer; con il senno di qualche settimana dopo, le viene da dire:“La Serie A sarebbe stato troppo, va bene così”, o resta un po’ di rammarico per il sogno sfumato? Peraltro in finale il Cagliari all’andata contro il Bari ha faticato molto più del Südtirol, anche se poi è passato all'ultimo minuto del recupero ...

Dietmar Pfeifer: Chi lavora nello sport vuole sempre il massimo possibile. Arrivati alle semifinali playoff abbiamo ovviamente sognato il grande salto. Quando non passi il turno in quel modo, c’è un attimo di delusione, ma poi prevale l’orgoglio per tutto quello che è stato fatto, non solo a livello sportivo. E’ stato un anno incredibile anche per come è cresciuto l’entusiasmo dei tifosi e poi non dobbiamo dimenticare la promozione della squadra femminile in serie C, il grosso sviluppo delle giovanili e il modo in cui tutta la nostra organizzazione ha dimostrato di reggere la serie B. Quindi quella trascorsa è stata una stagione assolutamente positiva. Ciò detto, mi sarebbe assolutamente piaciuto fare il salto di categoria. Quando arrivi in una nuova categoria devi solo darti il tempo di imparare, devi cercare di capire funziona con la giusta umiltà. Noi abbiamo affrontato la B con questo spirito, sapevamo che sarebbe stato comunque difficile e così è stato. Dopo le difficoltà iniziali, però, abbiamo trovato la via giusta.

Volendo trovare delle cose che non hanno funzionato, si potrebbe dire che quasi tutti i ritocchi di mercato di gennaio non hanno per nulla funzionato e che il merito dei risultati sia ascrivibile in buona parte allo straordinario campionato fatto dalla vecchia guardia, da giocatori come Tait, Odogwu, Poluzzi, Zaro, Curto … Cosa è andato storto, a gennaio? Per il mercato estivo si parla di un grande ricambio, è preoccupato?

Quando parti con un mister e lo cambi dopo tre giornate è evidente che il nuovo mister troverà una squadra costruita sulle esigenze di quello precedente, che era, appunto, Lamberto Zauli. A gennaio, quindi, devi cercare di aggiustare il tiro. Sul mercato chi puoi trovare? Chi ha fatto bene non va via dalle società, chi ha fatto male ed è sul mercato non sei mai convintissimo di prenderlo. Quello di gennaio è un mercato molto complesso. Ci saranno sempre giocatori che rendono di più di quanto ti aspettassi, altri da cui ti aspettavi di più ... sarà sempre così. L’importante è trovare equilibrio nella squadra e che si crei la mentalità giusta. Come direttore generale non valuto il singolo giocatore ma faccio una valutazione complessiva e quella è molto positiva sotto tutti gli aspetti.

Credo che chi nelle società dice che un giocatore è incedibile non dica del tutto la verità.

L'altro ieri (22 giugno) è arrivato il primo acquisto, il difensore Shiba, di cui si parlava da diversi giorni, ieri il centrocampista Lonardi. Molti giocatori in rosa la scorsa stagione vengono dai in partenza, anche gioielli come Zaro e Curto, e, pure Rover. C’è qualche giocatore che è considerato incedibile per il progetto di mister Bisoli?

Credo che chi nelle società dice che un giocatore è incedibile non dica del tutto la verità. Il calcio mercato funziona in modo semplice. C’è l’offerta, se l’offerta è congrua la si valuta. Non sempre decidono solo le società, decidono anche i giocatori, spesso assieme ai loro procuratori, e poi incidono anche fattori come le esigenze della famiglia. Ci sono giocatori che ritieni fondamentali, che ti spiace se vanno via, ma d’altra parte va fatta una valutazione a 360 gradi. Se l’operazione per la società risulta positiva, allora è da fare. Parlare di giocatori incedibili credo che non abbia senso.  

pfeif2.jpg
Vertici Il direttore generale Pfeifer con il direttore sportivo Paolo Bravo (Foto FC Südtirol)

 

Quante offerte concrete avete ricevuto finora?

Nella prima fase le trattative le segue il direttore sportivo. Posso dire che sulla mia scrivania al momento non c’è nessuna offerta.

Veniamo alle strategie societarie. Già l’estate scorsa si parlava di interessamenti di Red Bull. Ci sono stati contatti con la società austriaca o con altre realtà economiche di grandi dimensioni? E investitori locali?

La nostra società, una Srl, ha 32 soci e vogliamo assolutamente continuare a rappresentare il territorio, non ci sono cordate o grandi società che stanno per entrare nella società, anche perché non serve. Abbiamo  diversi soci importanti che stanno “tirando la carretta" da tanti anni e sono entusiasti di come sta andando il progetto. Se ci sono ulteriori imprenditori e aziende locali interessati a investire nel progetto, le porte sono aperte a tutti. Credo che questo potrebbe dare un valore aggiunto alla società. E’ nel nostro interesse: più imprenditori locali sostengono il progetto, più forti siamo.

Se in futuro ci saranno ulteriori possibilità di sviluppo in questa direzione, si potrebbe anche pensare alla trasformazione della Srl in una Spa con azionariato popolare e coinvolgere un numero più ampio di persone.

In Germania il calcio prevede il coinvolgimento attivo nelle società di decine di migliaia di tifosi e grandi investimenti nel calcio giovanile ed anche nel sociale. Non è possibile immaginare per il futuro una “via germanica” o in Italia un modello del genere è improponibile?

No, non lo definirei assolutamente un modello improponibile per l’Italia. Noi abbiamo 900 soci dell’associazione che è un’entità strettamente legata alla Srl. Abbiamo un sistema non così sviluppato come in Germania, ma diamo la possibilità a tutti gli appassionati di calcio di diventare soci dell’Associazione FC Südtirol, la quale ha lo scopo di coinvolgere più persone possibili. Se in futuro ci saranno ulteriori possibilità di sviluppo in questa direzione, si potrebbe anche pensare alla trasformazione della Srl in una Spa con azionariato popolare e coinvolgere un numero più ampio di persone. Sono tutte ipotesi che devono essere studiate e approfondite per prendere le decisioni giuste nel momento giusto.

Per il mercato finora Paolo Bravo sembra aver guardato solo al calcio italiano. La 2. Bundesliga è un campionato molto interessante. In futuro potrebbe essere un mercato a cui guardare?

Il mercato principale resta quello italiano, perché è quello che conosciamo meglio. Tutto il resto deve essere pian piano esplorato. Siamo in crescita anche da questo punto di vista. Sarebbe inutile ora puntare a fare un mercato su tutta Europa, perché ci sono una marea di società strutturatissime.  I nostri contatti internazionali stanno aumentando di giorno in giorno. Nei prossimi anni e già forse la prossima stagione potrebbe arrivare qualche nome dal mercato calcistico internazionale.

Una delle note positive della stagione sono stati i 9 sold out, ma è un dato di fatto che sul piano del tifo organizzato e del sostegno “rumoroso” alla squadra ci sono margini di crescita notevoli. La Gradinata nord fa quello che può, ma è impossibile tenere testa a tifoserie molto numerose e ultra-radicate come quelle di tutte le altre squadre di serie B. Per tornare alla Germania, lì a tenere  i rapporti con i tifosi sono dei veri e propri team di esperti. Su questo aspetto vi state muovendo?

Noi abbiamo una persone che ha un rapporto costante con i fan club. Se all’inizio della scorsa stagione ce n’era solo uno, di fan club, la Gradinata nord, adesso ce ne sono 6. E’ un incremento notevole che si accompagna ad una crescita esponenziale delle persone che vengono abitualmente allo stadio. Non possiamo paragonarci ad altri club, come Genoa, Bari o Cagliari, ma anche da questo punto di vista c’è bisogno del giusto tempo per crescere.

A noi farebbe piacere se lo stadio avesse maggiore capienza, visto che oggi è il più piccolo della Serie B.

Il Comune ha dato l’ok di massima alle nuove tribune del Druso, ma c’è ancora nebbia fitta per quanto riguarda la gestione dello stadio, visto che la gara è andata deserta. Che sviluppi può avere la situazione?

Dipende molto dal Comune, che è il proprietario dell’impianto. A noi farebbe piacere se lo stadio avesse maggiore capienza, visto che oggi è il più piccolo della Serie B. Da fine febbraio abbiamo avuto sempre il sold out e quindi tantissimi appassionati non hanno potuto trovare i biglietti, segno che c’è molta fame di calcio. Nuove tribune vuol dire aumentare il numero di tornelli, chioschi, bagni ... . Ci sono varie cose che devono procedere di pari passo, anche per garantire sempre la massima sicurezza. In teoria si potrebbe fare tutto in tempi relativamente stretti ma tutto è nelle mani del Comune.

Prossima stagione l’obiettivo resta la salvezza o ci avete preso gusto e potrebbe essere l’ottavo posto, l’ultimo per l’accesso ai playoff?

L’obiettivo non cambia, resta sempre la salvezza. L’anno scorso avevamo il 18.mo budget su 20 società di Serie B. Bisogna vedere come riusciremo a fare il mercato ma l’obiettivo non cambia, resta la salvezza. L’ Fc Südtirolo non deve pensare ad altro se non alla salvezza.