Culture | l'esposizione

Poster art

In via Torino a Bolzano fino al 30 giugno la mostra My generation che racconta senza filtri cosa pensano i giovani della città, della cultura, del divertimento.
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Foto: cooperativa Young Inside

“My Generation” è un progetto promosso dalla cooperativa Young Inside di Bolzano la quale, insieme all’artista Alessandro Bompieri ha dato voce ai giovani di oggi, che vivono nel capoluogo altoatesino. Dopo aver riempito le vie della città con manifesti colorati contenenti frasi e riflessioni, è nata una mostra di poster art che, con il sostegno delle Politiche Giovanili della Provincia, sarà possibile visitare fino alla fine del mese di giugno, presso lo Spazio di Via Torino, 31 a Bolzano.

Il gap generazionale tra i giovani e i meno giovani è sempre più grande, quindi perché non provare a far incontrare le voci dei protagonisti avviando un dialogo comune? Ne abbiamo parlato con la Cooperativa Young Inside e con Alessandro Bompieri, che ci hanno raccontato la nascita del progetto e quel che sarà in futuro. "Esso - raccontano i vertici della cooperativa - ha preso vita dagli esiti di Ricordi Domani?, un altro progetto di arte urbana promosso dalla cooperativa Young Inside nel 2021 e nel 2022. Alcuni ragazzi hanno reinterpretato, grazie alla realtà aumentata, le memorie storiche degli abitanti del quartiere Europa Novacella, creando dei poster in 3D, affissi sulle vetrine del rione. A questa iniziativa ha partecipato anche il giornalista Massimiliano Boschi, il quale si stava occupando di indagare il rapporto tra le nuove e le vecchie generazioni. My Generation, quindi, si va ad inserire in questo filone progettuale, volto a capire come i giovani vedono il mondo, come vivono la città e le politiche giovanili".

Da questa ricerca è nata una campagna di poster-art che ha raccontato senza filtri come le nuove generazioni percepiscono la loro giovinezza, la città, il divertimento, il futuro e la cultura.  "La città di Bolzano - spiegano i responsabili di Young Inside - ha risposto bene all’iniziativa anche se sarebbe curioso capire che impatto hanno i manifesti affissi per le vie del centro, sul passante ignaro che camminando li vede per la prima volta".

Parlando dei punti di forza e di debolezza di una città come Bolzano e facendo riferimento ai più giovani, i promotori del progetto spiegano che "in realtà, più che parlare di debolezza o di forza, sarebbe meglio comprendere come ognuno possa contribuire al benessere del luogo in cui vive e della comunità della quale fa parte". A questo proposito c’è bisogno di costruire dei luoghi aperti e ibridi, nei quali giovani e adulti possano stare insieme, dialogare e creare relazioni. "Naturalmente - aggiungono- non bisogna dimenticare che i giovani hanno bisogno di esprimere i loro desideri, le loro necessità ed inclinazioni in maniera libera. Il vero valore di tutto questo sta nell’idea di comunità, come luogo fatto di persone che condividono spazi e rispettano i bisogni di ognuno, grazie anche alla presenza di politiche integrate".

Ma che cos'ha in programma per il futuro, la cooperativa Young Inside? "Continueremo ad operare - spiegano i vertici - per promuovere contenuti socio-culturali intersecando tre dimensioni: innovazione culturale, sviluppo di comunità e valorizzazione territoriale. Per noi è molto importante intercettare i bisogni di chi vive in diversi contesti, favorendo una partecipazione dal basso con azioni concrete di interesse collettivo.

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Alessandro Bompieri L'artista ha realizzato My generation Foto cooperativa Young Inside

 

Curiosi di sapere qual è stata la percezione di chi sta dall’altro lato, abbiamo chiesto a Bompieri quali sono state le difficoltà che ha incontrato e come le ha superate. "La a parte più difficile - spiega l'artista - è stata quella riguardante il  processo di semplificazione,  fondamentale per la buona riuscita di un progetto. Trasformare un concetto complesso, come il pensiero di una generazione, in una serie di manifesti semplici, diretti ma non banali, è stata la sfida più grande. Per riuscirci è stata essenziale un’attenta fase di ricerca e analisi. Infatti, la parte più complessa di un progetto è sempre il concetto, la sua ideazione e il suo sviluppo, mai l’aspetto visivo: questo è sempre una diretta conseguenza della prima parte di lavoro, che se ragionata approfonditamente, porta senza grandi sforzi ad un risultato visivo coerente.  Parlando dell’arte come linguaggio comune, per il type designer e grafico, essa è un modo per esprimere le proprie emozioni. Per questo motivo, in un rapporto tra vecchie e nuove generazioni dove spesso le parole non hanno funzionato, l’arte può sicuramente essere uno strumento molto efficace per intraprendere una comunicazione intergenerazionale efficace.

Quanto alla frase dell’immortale Giorgio Gaber “La mia generazione ha perso”, Bompieri non pensa che si possa parlare di vincitori o perdenti, perché "il conflitto generazionale non è l’approccio corretto per affrontare una questione così complessa. Nel mio lavoro ho provato, invece, a creare un dialogo costruttivo tra la nuova e la vecchia generazione, basato sull’empatia. My Generation è un progetto che ha come fine ultimo quello di unire senza accentuare le differenze, ma ascoltando le voci di tutti per creare prospettive comuni. Il rispetto verso l’altro, il dialogo tra generazioni e la riconquista di quel senso di comunità andato perduto, sono semplici ma fondamentali strumenti, con i quali è possibile ricostruire una società più coesa ed empatica".

Per rimanere aggiornati sulle prossime attività seguite la cooperativa sul sito: www.younginside.it e sugli altri canali social.

 

 

Ambra Proto