Giornalisti ladini cercansi
“Il primo bando di selezione è andato a vuoto, ora è in corso il secondo e la RAI confida di reperire le risorse necessarie per poter avviare il nuovo palinsesto”. Parole del presidente Durnwalder alla conferenza stampa di lunedì. Bando andato a vuoto? Palinsesto senza risorse? Di cosa si tratta esattamente?
A monte di tutto c’è la convenzione triennale (2013-15), firmata a fine 2012, che prevede la realizzazione e la distribuzione di contenuti in lingua tedesca e ladina. Per la prima volta l’accordo (sottoscritto da Provincia, Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e RAI) comprende anche la Provincia Autonoma di Bolzano che assumerà “gli oneri connessi a servizi dello Stato senza trasferimento di funzioni statali”, in ossequio a quanto previsto dall’Accordo di Milano.
La Giunta provinciale ha dato la sua intesa alla proposta della RAI, che ha presentato uno schema di nuovo palinsesto per la programmazione TV in lingua ladina. È un passo previsto da una delle prime norme di attuazione dello Statuto (art. 8, DPR 1 novembre 1973, n. 691: “I tempi e gli orari delle trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua italiana, tedesca e ladina per la Provincia di Bolzano sono concordati dal Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, sentito l’ente concessionario, con la Provincia stessa”).
In concreto, accanto alla consueta edizione del TG di cinque minuti alle 19.55 (TRAIL) viene prevista una seconda edizione alle 22 con doppia durata (fino alle 22.10, prima della Tagesschau). Saranno inoltre potenziati i programmi infrasettimanali.
Come ha comunicato Durnwalder e come confermano fonti autorevoli del Servizio pubblico locale, “si attende ora il reperimento del personale giornalistico necessario per ampliare la redazione e fronteggiare l’aumento delle ore di informazione in ladino”.
Ma davvero la selezione è andata a vuoto? Non proprio. Una prima questione riguarda la lingua. Il bando per l’assunzione di giornalisti prevedeva infatti, tra i requisiti, la “conoscenza dell’idioma gardenese”. Il che vuol dire sostanzialmente: essere della val Gardena. Questo per mantenere un equilibrio, nella redazione (che viene portata da sei a nove persone), tra le tre parlate ladine regionali, quella badiota, il gardenese e il fassano. Questo punto aveva provocato tra l’altro un intervento dell’assessore regionale alle minoranze linguistiche, Luigi Chiocchetti, che si era detto sorpreso e perplesso, poiché “si esclude a priori la partecipazione di eventuali candidati in provincia di Trento o di Belluno: il che è una palese discriminazione”.
Se la conoscenza del gardenese è un limite invalicabile, ancor di più, come pare, lo sono le condizioni economiche offerte dalla RAI. D’altra parte, fanno sapere a piazza Mazzini, “benché si parli spesso di stipendi d’oro, noi applichiamo semplicemente i contratti di lavoro esistenti”. In più, facendo un’eccezione unica a livello nazionale, l’avviso di ricerca aveva aperto non solo ai giornalisti professionisti, come avviene di norma, ma anche ai pubblicisti. Naturalmente il pubblicista può essere assunto solo come praticante e perciò, finché dura il praticantato, con uno stipendio sensibilmente inferiore a quello ordinario. Alcune persone che si erano presentate dopo il primo bando e avevano superato la selezione, poi non avrebbero accettato il lavoro proprio perché le condizioni economiche offerte dalla RAI non erano all’altezza delle aspettative (oltretutto si tratta di posti a tempo determinato). In tempi di crisi e disoccupazione, la cosa sembrerebbe quasi un indicatore di buona salute dell’economia locale.
In ogni caso il nuovo palinsesto deve partire. Perciò è stato diramato un nuovo avviso di ricerca di personale. Il termine per la presentazione delle domande è scaduto venerdì 19 luglio. Ora, come confermano alla RAI, c’è un certo numero di candidati dei quali vanno verificati i requisiti e che potranno essere selezionati forse già la prossima settimana.
Al bando è stata data ampia pubblicità sulla stampa locale e nell’ambito della programmazione in lingua ladina. Rispetto alla prima selezione, questa seconda non prevede più restrizioni linguistiche ed è stata ampliata agli idiomi di tutta l’area ladina regionale, non solo al gardenese. L’unico vincolo, come prevede la legge (il DPR di cui sopra), sarà quello dell’appartenenza al gruppo linguistico ladino.
Ladini di serie A e di serie B
L'obbligatorietà del gardenese è più dettata da logiche di controllo politico che culturali. Basta osservare la distribuzione geografica del voto SVP nelle due valli ladine in provincia di Bolzano. Resta il fatto che, come sempre, i ladini di Fassa e soprattutto quelli di Fodom e Ampezzo (Livinallongo, Colle Santa Lucia e Cortina) sono discriminati sia a livello culturale che politico.