Mendola senza GP
La tredicesima (solo tredicesima? Sembra esserci da sempre…) della Mendola senz’auto (e soprattutto senza motoGP) è stata ancora una volta un successo. Giornata splendida e migliaia di ciclisti. Se ne sono viste di tutti i colori: bici bioniche, pensionati prudenti, ciclisti sovrappeso e pedalatori scheletrici, atleti su skiroll, skateboard in discesa, monopattini, tandem, podisti, intere famiglie, gruppetti di ragazzini su bici da città, amatori assatanati, armate di e-bike, mountain bike, velocipedi d’epoca.
In cima, tè, mele e gelato gratis per tutti. Tutti i caffè e i ristoranti pieni. E questa è una gran bella notizia per una zona che da anni ormai, soprattutto in autunno inverno e primavera, è depressa. Un passo spettacolare con una tradizione asburgica che esibisce molti locali chiusi, pur con una modernissima funicolare che da Caldaro raggiunge la Mendola in soli 12 minuti.
E allora, da maggio a settembre, si potrebbe pensare di ripetere l’evento magari una volta al mese. Credo sarebbe un bel contributo ad una possibile nuova vita del passo. Due giovani coraggiosi, ad esempio, da un paio d’anni hanno aperto un locale. Si chiama Rodeo e prepara ottime grigliate.
Dall’altra parte della valle, a Verano, hanno avuto un’ottima idea. Hanno trasformato il sentiero che da Postal raggiunge il paese in una palestra per gli amanti dello skyrunning. Camminata veloce o corsa sportiva in salita. Ritorno in funivia, 5 minuti. Che, a richiesta, porta in quota gli zaini per chi vuol salire leggero. Lo frequentano centinaia di praticanti. Si organizzano gare ma lo percorrono anche persone comuni. Nella stazione a monte si possono leggere i tempi degli atleti migliori. Ci sono un caffè, un ristorante, una palestra, docce. Una storia di successo lontana dal tradizionale turismo motorizzato.