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Musik verbindet: Quasi

Luca Sticcottis Stück "Quasi" wurde am Samstag im Museion in Bozen uraufgeführt. Ein zweisprachiges Interview mit einem Salto.bz-Urgestein.
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Foto: Foto: Salto.bz

salto.bz: Am vergangenen Samstag wurde das Festival für zeitgenössische Musik im Bozner Museion eröffnent. Unter anderem mit Ihrem Stück Quasi. Wie ist es Ihnen als Komponist dabei ergangen?
Luca Sticcotti: Il direttore artistico del Festival Hubert Stuppner mi ha commissionato un lavoro, che aveva lo scopo di arricchire il concerto inaugurale con una prima esecuzione assoluta. Ho accolto e accettato l’incarico con grande gioia, perché conosco il valore di Ensemble Windkraft e perché avevo già collaborato con loro 2 anni fa, anche in quel caso con una prima esecuzione questa ospitata dalla chiesa parrocchiale di Gries. L’ensemble di fiati diretto da Kasper de Roo è una delle formazioni più valide del panorama locale  nell’ambito della musica d’oggi. E per me era molto interessante la sfida di realizzare per la prima volta un brano solo per strumenti a fiato.

Was erzählen die Noten von "Quasi"?
Come tutti gli altri lavori che finora ho realizzato, le note di Quasi raccontano le mie passioni musicali e il mio amore per i numerosi stili e generi che si intersecano nella mia musica. Rispetto alle mie composizioni precedenti Quasi si caratterizza per una forte impronta melodica e la voglia forse di ricordare i 25 anni dalla scomparsa di Frank Zappa, uno dei miei mentori musicali. Per il resto la mia musica è stata giustamente definita “postmoderna”, perché il mio approccio è alternativo rispetto alle avanguardie contemporanee e pongo sempre molta attenzione al fatto che la mia musica deve sempre essere un divertimento sia per i musicisti che la suonano che per il pubblico che la ascolta. Per questo cerco sempre di renderla molto varia e ricca di “sorprese”. Per fortuna nel programma di sabato 20 ottobre al Museion il mio lavoro si è ritrovato in buona compagnia, assieme ad altri brani interessanti e tutti accomunati da un approccio non “ostico” verso l’ascoltatore meno avvezzo alla dimensione più sperimentale.

Für welche Instrumente wurde Quasi komponiert und wie wurde das Stück vom Ensemble Windkraft umgesetzt?
Il lavoro è stato composto utilizzando esattamente lo stesso organico sfruttato da Igor Stravinsky nella Mass per coro e strumenti a fiato. Dunque stiamo parlando di 2 oboi, 1 corno inglese, 2 fagotti, 2 trombe in do, due tromboni tenori e un tenore basso.

Ensemble Windkraft ha interpretato il mio brano con molto brio, grazie al supporto appassionato dell’ottimo direttore Kasper de Roo. Le prime esecuzioni della musica contemporanea  comportano sempre un po’ di ansia e suspance, perché trattandosi di musica nuova non è facile arrivare alla prima esecuzione con tutti i passaggi “oliati a dovere”. A ciò si aggiungono sempre grande attesa e forti aspettative, perché spesso le “prime” esecuzioni - ahinoi - si trasformano in “ultime” esecuzioni.
Ebbene: devo dire che il risultato è stato all’altezza delle aspettative e mi è piaciuto molto anche il gradimento che Quasi ha avuto sul pubblico e sulla “committenza”.

Wie lange haben sie an dem Stück gerabeitet und wie lässt sich der Entstehungsprozess nachvollziehen?
Purtroppo non mi posso permettere di svolgere l’attività di compositore a livello professionistico e quindi sviluppo ogni lavoro sfruttando ogni minuto libero per un periodo di tempo che varia, di volta in volta. In questo caso per la composizione del brano ho impiegato circa tre settimane e un fine settimana di full immersion è stato necessario per preparare le parti per il maestro e gli strumentisti.
Per il resto la mia musica nasce tutta muovendomi nel mio studio tra piano acustico, carta e matita e sequencer digitale per fare delle “simulazioni” temporanee del possibile risultato del materiale tematico e degli arrangiamenti che sto elaborando. Sovente mi alzo in piedi e canto i temi; questo mi serve a verificare che possano “accarezzare” anche le orecchie dell’ascoltatore meno avvezzo alla musica strumentale… complessa.

Der Begriff "Quasi" hat etwas Unvollendetets. Werden Sie an "Quasi" weiterarbeiten?
Questa è davvero una bella domanda. Ogni processo compositivo per forza di cose ad un certo punto si “chiude”. Si tratta di un passaggio obbligato, una “liberazione” da un certo punto di vista ma anche una “forzatura” in un flusso creativo che va inevitabilmente interrotto. Ogni lavoro dunque prefigura possibili sviluppi, generando idee e altre aspettative. Anche in questo caso è stato così. Il direttore artistico del Festival mi ha infatti chiesto per il futuro di presentargli un “progetto”, prefigurandomi di uscire dalla dinamica, pur gratificante, della “chiamata” per comporre tot minuti di musica per tale ensemble. Si tratta di una prospettiva davvero molto accattivante.

Sie sind Journalist und Komponist. Wie beeinflusst die eine Arbeit die andere?
Mah, le due attività in realtà sono nate insieme. Le mie prime esperienze giornalistiche infatti risalgono alla fine degli anni ’80 quando venni chiamato dal giornale L’Adige per presentare e recensire i concerti di musica classica in Alto Adige. Così ho conseguito la mia tessera di giornalista pubblicista. Poi sono arrivati i programmi per Radio Rai e tutte le altre esperienze giornalistiche. Potrei dire che nelle mie attività denominatori comuni sono l’inventiva, la creatività e l’attenzione ad instaurare dei rapporti positivi con le persone. Negli ultimi tempi poi ho anche iniziato a dipingere acquerelli e questa terza “anima” si è infilata tra la scrittura giornalistica e quella musicale. Adornando con pennellate di colore la mia immaginazione e il mio modo di reinterpretare quello che mi circonda. Un antidoto in più contro la malattia professionale del giornalismo, ovvero il cinismo.