Il messaggio del Presidente
Una decina di anni fa venne stampato un libro – per i tipi de Il Mulino – con un'idea molto divertente: tracciare il colossale profilo dell'Unione Sovietica in appena 209 citazioni. L'autore, Andrea Graziosi, stava attendendo alla stesura di un'ampia opera storiografica (sarebbe uscita nel 2011) e volle prendersi una pausa di riflessione mettendo in fila le “perle” più significative fuoriuscite dall'ostrica della sua ricerca. Ecco, per esempio, una considerazione di L.I. Brežnev pronunciata durante una riunione di dirigenti degli Uffici affari generali del partito, il 19 maggio 1976: “Due eventi importanti stanno avendo luogo in questi giorni nel Paese, e la gente ne parla: l’erezione di due mie statue come Eroe dell’Unione Sovietica e Eroe del lavoro socialista nel mio paese natale, e la mia promozione al rango di Maresciallo dell’Unione Sovietica”.
Sarebbe forse irriverente paragonare l'Unione Sovietica al Sudtirolo governato dal doppio braccio (non armato) del partito di raccolta e dell'impero mediatico Athesia, quest'ultimo celebrato in pompa magna lunedì a Merano in occasione dei 130 anni del gruppo. Esistono tuttavia parallelismi – a cominciare dall'estrema longevità dei due progetti – che un'apposita collezione di citazioni sul modello adottato da Graziosi porrebbe in luce senza temere smentite. Visto che si parla di Athesia, è chiaro che in questa ipotetica antologia non mancherebbe infatti un rimando al Presbitero Michael Gamper, il quale, come noto, condusse la casa editrice e il giornale Dolomiten fuori dalle acque pericolose del fascismo. La frase è notissima: “Ein Volk, das um nichts anderes kämpft als um sein natürliches und verbrieftes Recht, wird den Herrgott zum Bundesgenossen haben” (“Un popolo, che si batte solo per veder riconosciuto il suo diritto naturale e garantito, avrà sempre Domineddio dalla sua parte”). Non potendo mescolare il volere degli uomini con quello di Dio, ci auguriamo almeno che la comparsa del Presidente della Repubblica sul palco del teatro Puccini sia stata interpretata in un'ottica laica (vale a dire non cielo-terra, ma terra-terra).
Quale frase di Sergio Mattarella accoglieremo, dunque, nell'ipotetica antologia? Il suo messaggio ha riunito tre elementi che oggi paiono in pericolo: tutela delle minoranze, libertà di stampa e cittadinanza europea. Nonostante gli scroscianti applausi degli astanti, il Sudtirolo non è un luogo immune dal rischio di veder trascurati e dissipati questi elementi, perché se alcune minoranze diventano dominanti, rischiano a loro volta di trasformarsi in entità che prevaricano altre minoranze; se la libertà di stampa non può contare su una limitazione del monopolio pubblicitario – o su una più equa ridistribuzione del sostegno pubblico – diventa solo la libertà del più forte; infine, se la cittadinanza europea non è perseguita limpidamente, al di fuori di egoistici sovranismi, è facile intorbidarla col sogno di doppie cittadinanze buone solo a rilanciare i vecchi nazionalismi. Insomma, va benissimo dichiararsi soddisfatti e lodare ciò che può essere lodato, ma sarebbe auspicabile diffondere più spirito critico (se non proprio autocritico) e limitare il più possibile la proliferazione delle statue e degli eroi.