Books | Recensione

Tredici personaggi per un nuovo romanzo

La scrittrice Lidia Ravera ha presentato a Bolzano al Teatro Cristallo il suo ultimo romanzo “Un giorno tutto questo sarà tuo” edito nel 2024 per Giunti/Bompiani
ritratto della scrittrice Lidia Ravera
Foto: Privat courtesy Bompiani
  • Uno scrittore maschio di successo, Giovanni Sartoris, avviato verso la settantina e ancora attraente, le tre di lui ex mogli: la prima Anna, primo amore di gioventù, la seconda Alison, ricca e americana, la terza trentanovenne detta Sinty, e i quattro figli nati dalle diverse unioni: Sibilla con Anna, Seymour con Alison, e Veronica e Vanessa, ancora bambine, con Sinty che ha un passato di tossicodipendente, è bellissima ed è costretta alla sedia a rotelle, senza però mostrare un filo di vittimismo. A cui si aggiungono ancora Lilly, la compagna femminista della prima ex moglie, le due giovani attrici Tatiana e Genevieve aspiranti ad un ruolo in un film tratto dal primo romanzo dello scrittore, che avranno invece entrambe, in modo diverso, un ruolo importante nella vita di Giovanni Sartoris, la roommate appena abbozzata e coetanea di Tatiana, identificata da Seymour come ‘Gattasiamese’, e infine Matilde, compagna di classe e poi ‘la ragazza’ del quindicenne Seymour, l’io narrante del romanzo, a cui si deve il gergo giovanile delle pagine che scorrono veloci, a tratti con la suspence di un racconto giallo. In tutto fanno tredici personaggi più qualche comparsa. 

  • Una rete di donne, anche in concorrenza tra loro, fanno da contraltare alla parte maschile

    Dietro alla voce dell’adolescente narrante, a tirare i fili, c’è sempre l’autrice del romanzo, Lidia Ravera, che al pari di un abile maestro di ballo, guida le sue creature in una danza intergenerazionale complicatissima, fatta di parole, che evocano sentimenti, descrivono situazioni e le relazioni esasperatamente complesse tra loro, che servono però a definire ciascuna figura in modo cristallino. Un'abilità di scrittura tutta femminile, viene da pensare, che richiama l’arte della tessitura, ma probabilmente è anche questo solo un pregiudizio, legato al nostro modo di guardare ai generi. Anche nel mondo borghese rarefatto in cui si muovono i protagonisti, nella famiglia esageratamente allargata descritta con gli occhi di Seymour, cresciuto un po' negli States al seguito della madre e un po' a Roma col padre, il rapporto conflittuale tra la natura femminile e quella maschile resta centrale, irrisolto e irrisolvibile, se non attraverso l'ironia, che Lidia Ravera usa sempre con particolare sagacia. 

    Nell’architettura del romanzo è una rete di donne, anche in concorrenza tra loro, che esaltano e insieme arginano la parte maschile affidata ai due personaggi principali, padre e figlio. Ingannevolmente, ma forse anche simbolicamente per via del potere maschile, leggi patriarcato, che il più vecchio dei due incarna pur senza volerlo, e dell'urgenza narrativa quindi, che sia un giovane maschio a redimersi, a “non diventare come loro”, come dirà Tatiana, i due Sartoris, senior e junior, sono quelli che nella narrazione hanno in mano la scrittura, uno per mestiere, l’altro che effettivamente mette per iscritto e riferisce gli eventi burrascosi e i moti dell’anima che li accompagnano. Seymour, nel suo resoconto dei fatti, in cui confessa la sua ambizione adolescenziale di voler scrivere più avanti un capolavoro, mischia la propria voce con citazioni ricorrenti, riportate in virgolettato, soprattutto di Anna, con la quale ha un’intesa fin dall’infanzia, certo più che con la madre vera che l’ha messo al mondo. E siccome uno dei temi è il confronto inappagante di Seymour con il padre, il ragazzo sbircia volentieri anche nei quaderni e negli appunti inediti dello scrittore, che poi Seymour trascrive qua e la per esteso, nel suo racconto. Così trova spazio nella narrazione anche la voce del padre e il romanzo si fa per certi versi polifonico. 

    La storia si sviluppa intorno alla falsa accusa di Tatiana, subito diffusa via web, infamante nei confronti di Sartoris senior, di aver subito una richiesta da parte dell'uomo maturo, di una prestazione sessuale per assicurarle la parte nel film. Un fatto che, anche se nello specifico si scoprirà che non è avvenuto, si ripete però mille e mille volte da secoli, ed è una pratica diffusa tra un uomo che riveste una posizione di potere e una giovane donna che vuole farsi strada nel mondo dello spettacolo o in qualsiasi altro campo lavorativo. A proposito delle tematiche riguardanti il movimento MeToo, toccate dal suo romanzo, la scrittrice in una recente intervista al Corriere della sera ha chiarito: «Credo che il MeToo sia a un tempo giustissimo e tuttavia pericoloso. Dare in mano a qualsiasi donna, e non siamo tutte sante, lo strumento per rovinare un uomo non va bene. Questo nulla toglie alla necessità di denunciare ogni volta che un uomo prova a mettere le mani addosso a una donna, perché lui ha il potere e lei no. Faccenda che peraltro va avanti dall’età della pietra». 

    Il libro è anche un romanzo sulla crescita del giovane Seymour da adolescente silenzioso tanto da autodefinirsi disadatttato, a giovane uomo, liberandosi dall'immagine ingombrante del padre, che è "vanitoso, egocentrico e fasullo" quanto basta, perennemente pronto a "ri-innnamorarsi della giovinezza, quando la incontra in una nuova ragazza", come lui cerca candidamente di spiegare a sé stesso e agli altri. Salvo essere smascherato dallo sguardo onesto fino alla crudeltà del figlio. Si salverà Seymour? Forse sì, grazie all'innocenza e onestà con cui il giovane protagonista, uscendo dal bozzolo, impara a confrontarsi col mondo adulto. 

    È il pianeta stesso invece, che la sua generazione riceve in eredità, ad essere allo sfacelo, tra le distopiche conseguenze della crisi climatica e il perdurare di guerre sempre più vicine e devastanti. Tutti noi che non apparteniamo alla generazione di Seymour e quelle successive, possiamo chiederci, qual è la nostra parte di responsabilità, invece di crogiolarci nel nostro incrollabile narcisismo, suggerisce in fondo Lidia Ravera, nelle pagine finali del romanzo. Comunque, giostra infernale o minuetto sentimentale che sia, la trama del libro, con le interferenze dai tratti surreali dei vari personaggi, così ben delineati, si presta, non a una trasposizione cinematografica, ma addirittura a diventare la stoffa di una di quelle serie seguite su Netflix, che testimoniano il nostro tempo, e in cui il pubblico ama specchiarsi.

  • Copertina del romanzo "Un giorno tutto questo sarà tuo" 2024, ed. Giunti/Bompiani. L'autrice Lidia Ravera, ha pubblicato quest'anno il suo nuovo romanzo a quasi cinquant'anni dall'uscita del primo: "Porci con le ali", libro cult degli anni Settanta che ha venduto tre milioni di copie, e dopo aver scritto una trentina di altre opere narrative, innumerevoli sceneggiature, per il cinema, il teatro e la tv, oltre a saggi e testi giornalistici. Foto: Courtesy Bompiani