Lockdown, ma riaprono asili e elementari
“Errori ne abbiamo fatti, come tutti. Ma vediamo altre zone d’Italia con nuovi problemi, l’Umbria, Brescia: ebbene, anche loro hanno sbagliato? Adesso la nostra priorità è ridurre ulteriormente i contagi”. Arno Kompatscher difende d’ufficio la “via altoatesina” nella lotta alla pandemia mentre illustra le ultime decisioni della giunta provinciale. In sintesi, la proroga fino al 14 marzo del lockdown in corso in tutta la provincia, quindi con la chiusura di negozi e bar-ristoranti ma con la riapertura in presenza di asili nido, scuole materne e elementari (mentre dalle medie in su resta la didattica a distanza). Per i Comuni “blindati” (Merano, Lana e non solo) a causa delle varianti in particolare della sudafricana “più pericolosa”, l’ordinanza scade il 7 marzo. È possibile tuttavia che sorgano altre zone super-rosse “qualora i dati sulle varianti o sul contagio in generale lo richiedessero”, avverte il Landeshauptmann. Riguardo agli aiuti economici, la giunta prepara un pacchetto da 500 milioni di euro da approvare in consiglio a marzo.
Lockdown fino al 14 marzo, il perché
Al centro dei lavori della giunta, non una novità in questi drammatici dodici mesi, “il tema della pandemia”. Kompatscher prima sottolinea un elemento positivo. Come ha precisato ai colleghi l’assessore alla salute Thomas Widmann, il lockdown applicato una prima volta e poi potenziato ha dato i suoi effetti. Cala il numero assoluto dei contagi - qui gli ultimi numeri -, cala il tasso di positività ora “nettamente al di sotto della media nazionale”. La situazione nelle terapie intensive e negli ospedali “è stabile”. Ma attenti: “Non ci sono stati grandi aumenti né diminuzioni, comunque sempre abbastanza critica”. Le criticità sono risapute: dall’emergere delle varianti (ieri 4 nuovi casi di sudafricana) alle le zone grigie dei contatti interpersonali, fino all’esigenza di bilanciare un minimo di aperture con la tenuta della sanità.
Il contagio sta calando, ma dobbiamo essere cauti con le riaperture. Ecco perché proroghiamo le misure fino al 14 marzo (Kompatscher)
Il Landeshauptmann sposa “la linea del rigore” rappresentata nel governo Draghi dal ministro Speranza e dagli esperti del Cts e dell’Istituto superiore di sanità. “Dobbiamo essere cauti con le riaperture. Vale per il nostro territorio”, ripete. Ed ecco le regole condivise “che dovranno valere per le prossime due settimane, fino al 14 marzo”.
Spostamenti, solo l’essenziale
Per tutto l’Alto Adige rimane in vigore il blocco degli spostamenti, “da zona rossa o lockdown”. Si esce dalla propria casa solo per lavoro, studio e motivi di salute, per fare il tampone o per altre urgenze che devono essere non rinviabili. Va evitato, afferma Kompatscher, qualsiasi contatto sociale non necessario.
Negozi, bar e ristoranti chiusi
La misura nell’ordinanza in scadenza al 28 febbraio verrà prorogata fino al 14 marzo: ovvero, restano chiuse le attività commerciali non essenziali e quelle gastronomiche (“Poi vedremo se potranno riattivarsi”, è la precisazione”).
Scuole: cosa e dove si riapre
Capitolo istruzione. Fino al 14 marzo rimangono in didattica a distanza anche le scuole medie, superiori, l’università in tutta la provincia. Riaprono invece (non nei Comuni super-rossi)i servizi alla prima infanzia, le materne e le scuole elementari, che tornano in presenza da lunedì primo marzo. Concessione accompagnata da una strategia di testing. Un rischio? Sì ma percorribile secondo la valutazione della giunta: “Noi continuiamo ad applicare una misura più severa rispetto alla zona rossa nazionale, in cui come sappiamo è consentita la riapertura in presenza fino alla prima media. Quindi l’Alto Adige resta in zona rossa rafforzata. Oltre a ciò, valutato che il servizio emergenziale ha dei limiti, abbiamo deciso di consentire l’attività in presenza anche perché si tratta di servizi locali che richiedono spostamenti minimi e quasi senza trasporti pubblici. Inoltre, la applicheremo solo nei Comuni dove la curva del contagio non sale troppo”.
Comuni blindati
Continua a preoccupare la variante sudafricana, posto che quella inglese circola ampiamente nel territorio altoatesino e la brasiliana ancora non è stata tracciata. Per i Comuni “blindati” - attualmente l’intera val Passiria, Merano, Lana e Malles Venosta - l’ordinanza in vigore scade il 7 marzo. In queste zone sono chiuse anche le strutture alla prima infanzia e le elementari.
Il modello potrebbe replicarsi altrove, avverte Kompatscher, basterà un peggioramento del contagio a livello locale: “E decideremo sui controlli in entrata e uscita caso per caso”.
Misure di sostegno, pacchetto Alto Adige
La giunta altoatesina deve difendere il “Sudtiroler sonderweg” anche sul fronte economico, ad esempio nel rapporto (altalenante) con il governo centrale che ha appena impugnato la legge di stabilità contenente 500 milioni di aiuti. “Stiamo confezionando il pacchetto di misure economiche. È importantissimo dare questo messaggio, in aggiunta ai ristori statali che ci saranno, parliamo del decreto legge Ristori 5. Vogliamo porre in essere misure provinciali che saranno cumulabili”, è la promessa.
Poi Kompatscher ha parlato di una somma di 500 milioni da iscrivere a marzo nel bilancio di Palazzo Widmann: “Ci confronteremo con i capigruppo del consiglio e poi andremo a presentare il pacchetto venerdì 5 marzo. La settimana seguente contiamo di arrivare all’approvazione in Aula di tutto il pacchetto”.
Cosa conterrà? L’accordo rinnovato con le banche sui mutui, sia per le famiglie che le aziende. I prestiti non sono la panacea, ammette il governatore, ma possono servire. Si parla di crediti agevolati alle famiglie fino 10.000 euro, con zero tassi nei primi due anni e poi l’1%. Per le imprese il pacchetto sale via via fino a 35.000 euro e poi a 1,5 milioni. Confermato anche il Fondo di emergenza per le piccole e medie imprese tramite Euregio plus. La Provincia metterà nuovo capitale assieme alle banche.
Solo l’Alto Adige sbaglia?
C’è spazio per un’ulteriore difesa per le recenti decisioni dell’autonomia altoatesina che dopo la riapertura delle scuole in presenza dal 7 gennaio è stata costretta a passare al lockdown duro. “Noi ora abbiamo questa situazione - conclude Kompatscher -, altrove in Italia stanno risalendo i contagi, ma non perché si sbaglia. Hanno forse sbagliato l’Umbria o Brescia? È vero, i contagi da noi sono saliti dopo la riapertura delle scuole, in linea con le previsioni statali. Ma ciò è dovuto al comportamento di tutti noi. Ora l’importante è ridurre ancora la diffusione del virus nella nostra provincia”.
Test antigenici a prezzi
Test antigenici a prezzi concordati nelle farmacie
Südtiroler Wirtschaftsring - Economia Alto Adige, Rete Economia - Wirtschaftsnetz e Federfarma dell'Alto Adige hanno concluso un accordo per effettuare i test antigenici rapidi a prezzi concordati.
Ormai è chiaro che la pandemia la tieni sotto controllo solamente testando continuamente le persone.
L' accordo del "Wirtschaftsnetz" per offrire test a prezzi vantaggiosi (35 euro) è una sconfitta, un ulteriore costo a carico delle imprese.
Perchè non copiare dai nostri fratelli austriaci, in cui i testi sono gratis per tutti, Perchè non permettere l' accesso alle strutture pubbliche o alle attività imprenditoriali solo alle persone in possesso di un test con esito negativo.
La città di Vienna ha addirittura siglato un accordo con un' azienda italiana che ha installato un laboratorio in loco ed effettua test pcr a prezzi vantaggiosissimi, a cui possono accedere gratis tutti gli abitanti di Vienna.
In reply to Test antigenici a prezzi by Giuseppe Calanducci
Condivido pienamente. La
Condivido pienamente. La provincia dovrebbe creare un'infrastruttura di test simile a quella dell'Austria in modo da permettere a ciascun cittadino di fare gratuitamente un test antigenetico ogniqualvolta lo debba o lo voglia fare. Questo è l'unico modo per rendere alcune aree della vita pubblica (teatri, cinema, eventi sportivi, eventualmente anche gastronomia e alberghi) accessibili dopo la fine del lockdown.
In reply to Condivido pienamente. La by Thomas Unterwinkler
In Bassa Atesina questi tipi
In Bassa Atesina questi tipi di test sono iniziati ieri e dureranno almeno per tutto il mese di marzo.