Se (anche) per Grillo, due indizi fanno una prova!
Nel corso della trasmissione televisiva “Bersaglio Mobile” andata in onda venerdì 21 marzo su La7 e condotta dal presentatore Enrico Mentana, il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo concede una intervista nella quale sostiene: “Bersani è stato mandato al macello...dietro c'era già Letta. Io ho le prove. L'ambasciatore britannico a Roma. Io e Casaleggio siamo andati su da lui. Il pranzo era io, lui e Letta. Letta è sopra che aspetta per mangiare con lei... Io gli ho detto che sono venuto a mangiare con lui non con Letta... Io non ho mangiato con Letta. Vuol dire che questo succedeva un mese prima (ndr. del tentativo di Bersani di formare un governo), vuol dire che i giochi erano già fatti. Non succede nulla per caso.”.
In altre parole, Beppe Grillo racconta questo aneddoto al fine di dimostrare -“ho le prove”- che dietro al tentativo di formare un Governo a guida Pierluigi Bersani tramasse Enrico Letta, artefice del suo fallimento perché, appunto, dice Grillo “i giochi erano fatti”. A tale scopo, Grillo menziona come prova un tentativo da parte dell'ambasciata inglese o di Enrico Letta – perché in realtà ne nella intervista ne nel suo blog Grillo specifica chi sarebbero i mandanti di questo incontro, peraltro mai avvenuto - di combinare un incontro tra Letta e Grillo, un mese prima del fallito tentativo di formazione del governo da parte di Pierluigi Bersani.
Nel suo blog Grillo ragiona sulle dichiarazioni dell'ex premier Enrico Letta e dell'ambasciata inglese a Roma, in risposta alla sua intervista televisiva. Infatti, Grillo cita due dichiarazioni. La prima, dell'ambasciata britannica:” "[...] la presenza concomitante di Enrico Letta e del sig. Grillo [è stata] dovuta ad un’improvvisa sovrapposizione di agende [...] e non ha portato ad alcun incontro tra i due, incontro che l’ambasciata non aveva peraltro alcun interesse a promuovere [...] la colazione dell’ambasciatore Prentice con Enrico Letta, alla quale Grillo non è mai stato invitato ad unirsi, era da lungo tempo programmata". La seconda, dell'ex premier Enrico Letta:"l’ambasciatore mi disse: "Oggi viene Grillo con Casaleggio per un pranzo, se vuoi gli dico che sei qui, se volete potete incontrarvi". Richiesta che declinai, perché non avevo nessun motivo per incontrare Grillo."
Nel suo blog Beppe Grillo si chiede: Dunque. L'ambasciatore smentisce di avermi chiesto di pranzare con Letta, ma viene smentito dallo stesso Letta che rivela che l'ambasciatore gli propose di incontrarmi, ma che lui rifiutò. L'ambasciatore però mi disse che Letta ci aspettava di sopra. Voleva fargli una "sorpresa" contro la sua volontà? Se Letta rifiutò perché insistere con me per un incontro che "l’ambasciata non aveva alcun interesse a promuovere"? Ma soprattutto: perché non telefonarsi prima di fare due smentite ufficiali che si smentiscono a vicenda?
Grillo attribuisce all'ambasciatore britannico una smentita. Infatti, Grillo afferma “L'ambasciatore (britannico) smentisce di avermi chiesto di pranzare con Letta”. In effetti, l'ambasciatore dichiara solo di non avere invitato Grillo alla colazione (pranzo) programmata da tempo con Letta, non menzionando mai un (altro o lo stesso?) pranzo al quale, invece, sembra fosse invitato Grillo, secondo quanto detto dallo stesso. Inoltre, dalle dichiarazioni di Letta, le stesse utilizzate da Grillo per provare un complotto contro Bersani, si capisce sia che Letta non si aspettasse certo di pranzare contestualmente con Grillo e l'ambasciatore sia che non ne avesse motivo per farlo. Infatti, Letta dichiara che rifiutò di incontrare (non di pranzare con) Grillo, mentre Grillo dichiara che l'ambasciatore gli disse che Letta lo stava addirittura aspettando.
Grillo sostiene che nelle dichiarazioni di Letta ci sia una smentita al comunicato dell'ambasciata. Invece, Letta dichiara solo che l'ambasciatore gli disse “se vuoi gli dico che sei qui” e “se vuoi potete incontrarvi”, indicando genericamente, per averlo appreso dall'ambasciatore, che Grillo fosse aspettato in ambasciata per un pranzo. Nelle dichiarazioni dell'ambasciata e usate da Grillo per argomentare le sue ragioni, non vi è menzione del tentativo da parte dell'ambasciata di combinare un pranzo (o una colazione, come si usa dire ufficialmente in gergo diplomatico) tra i due leader italiani. Piuttosto, sembra ci fosse una concomitanza di eventi in ambasciata in quel giorno. Invece, sembra certo che l'ambasciatore abbia informato i suoi ospiti della loro reciproca presenza. Grillo sostiene che l'ambasciatore gli disse che Letta lo aspettava di sopra. Letta stesso afferma di avere detto all'ambasciatore di non essere interessato ad incontrare Grillo. Grillo definisce insistente la richiesta dell'ambasciatore all'incontro, ma non si capisce da cosa sia provocata la sensazione di questa insistenza.
Detto questo, a prescindere dalle varie lacune presenti nei racconti o dalle possibili interpretazioni che a questi si possono dare, non si capisce come sia possibile per Beppe Grillo inferire in modo tanto certo che quella singolare circostanza rappresenti “una prova” di un complotto da parte di Letta contro Bersani: soprattutto per via del fatto -e questo è certo perché confermato da tutte le parti - che l'incontro non ci fu mai stato. Poi, perchè farsi intervistare solo adesso e tenerlo nascosto per così tanto tempo? Se anche per Grillo, due indizi fanno una prova!