“Renzi: un bullo e un rompighiaccio”

Il garbo con cui esprime opinioni forti e nette ha reso Corrado Augias un personaggio unico nella cultura e nel giornalismo italiano. Il 25 aprile 2014 Augias sarà a Bolzano in occasione di un incontro nell'ambito del “Festival delle Resistenze” (ore 21 – Piazza Matteotti), ma ha accettato di anticipare i temi della serata a Salto. Non tralasciando le opinioni di cui sopra....
● Il titolo dell'incontro è "Corrado Augias riflette sulla fame di totalitarismi in Italia e in Europa". Pensa che gli europei siano affamati di totalitarismi?
"In effetti mi sembra un po' esagerato. Faccio una cosa più tranquilla, parlo di due argomenti: ricordo cosa è stata la Resistenza dal settembre 43 all'aprile 45 riflettendo sul suo significato storico e mi dedicherò ad alcuni aspetti della democrazia in Italia. Nel dettaglio, ragionerò sull'enfasi retorica che per qualche anno ha accompagnato la Resistenza, ben sapendo che aveva una sua giustificazione, perché mitizzare la lotta di Liberazione significava anche diffondere i valori costituzionali. Un mito che ora va ridimensionato senza sminuire il valore della Resistenza.
La seconda parte la dedicherò alla scarsa inclinazione ed educazione alla democrazia degli italiani. Fornirò alcuni esempi”.
● Sullo sfondo resta la mancanza di una "memoria condivisa" del popolo italiano?
"Abbiamo vissuto troppe storie in questa Penisola per avere una sola storia. Storie numerose che sono durate troppo a lungo. Dall'Impero Romano all'Unità abbiamo vissuto storie separate, è una verità inoppugnabile e un'eredità con cui fare i conti.
● Un ragionamento simile vale anche per l'Europa?
"Sì, l'Europa è stata divisa e ci siamo fatti la guerra per secoli, la prima guerra mondiale è di un secolo fa e la seconda di alcuni decenni fa. Per arrivare all'unione politica ci vorranno quindi ancora molti anni e ci si riuscirà solo se molte forze, non solo politiche, spingeranno in questa direzione. Volando un po' più basso, sono stati fatti degli errori anche recentemente. Romano Prodi, persona stimabilissima, ha contribuito ad allargare l'Europa a 27 Stati prima che fossero consolidate le istituzioni dell'Unione Europea. Ci siamo allargati in maniera disdicevole e ora ci troviamo ad amministrare 27 paesi in cui si parlano 22 lingue diverse. In passato grandi personalità politiche hanno spinto per l'unificazione, ora queste personalità mancano e stiamo, quindi, fermi. Invece dobbiamo volere più Europa.
● La sua critica alla dirigenza del Movimento cinque stelle le è costata parecchi insulti. Ma non crede che tocchi alla politica, più che alla cultura ed ai media, tagliare l'erba sotto i piedi al voto di protesta? Da questo punto di vista come giudica Renzi?
"Valuto positivamente Renzi, non mi piace ma lo considero necessario. Non apprezzo il suo bullismo e il suo giovanilismo, stimo molto di più Enrico Letta e spero che venga recuperato, ma Renzi è più utile, sta rompendo quella crosta di ghiaccio sotto cui eravamo congelati da anni.
● A ottobre uscirà per Einaudi il suo romanzo "Il lato oscuro del cuore". Lo hanno presentato come un giallo...
"Torno a Einaudi dopo oltre quarant'anni. Pubblicai per loro, nel 1972 "Teatro del Grand Guignol" e dopo aver pubblicato per Mondadori e Rizzoli, ora torno alla casa editrice torinese e sarò pubblicato nei Supercoralli. Questo mi inorgoglisce. Il libro non è propriamente un giallo, è ambientato per metà in un bar della Garbatella a Roma e per metà in Berggasse 19, la casa di Freud a Vienna. A legare questi due ambienti molto diversi sarà una giovane studiosa di psicologia che dovrà chiarire le motivazioni di un delitto. Mi emoziona e affascina pensare al salto che la medicina ha fatto passando dallo studio del corpo a quello della mente”.
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