L’intoccabile patto di garanzia

L’intesa sul regolamento dei rapporti finanziari era stata raggiunta nel 2014 a Roma fra le Province autonome di Trento e Bolzano e lo Stato. In calce all’accordo la firma dell’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, del ministro dell’Economia e delle Finanze, Carlo Padoan, del governatore del Trentino Ugo Rossi, e del suo omologo sudtirolese Arno Kompatscher. Veniva così sancito un patto tra Governo e Autonomie per la quantificazione del concorso della Regione e delle Province Autonome sia alla riduzione dell’indebitamento netto statale che al pagamento degli oneri del debito pubblico.
La novità sta oggi nel passaggio chiave della sentenza della Corte Costituzionale depositata ieri (23 maggio) riguardante alcune disposizioni della legge statale di bilancio del 2017 impugnate dalla Provincia, come da tutte le altre autonomie speciali, in quanto veniva richiesto un ulteriore contributo alla spesa sanitaria. Tale passaggio conferma che il cosiddetto patto di garanzia “è l’unico a godere di una particolare stabilità, in quanto, nel ridefinire complessivamente, fino al 2022, i rapporti finanziari, esclude la possibilità di modifiche peggiorative salvo esigenze eccezionali di finanza pubblica e per importi già predefiniti nel patto”.
Si canta vittoria
Soddisfazione viene espressa dal Landeshauptmann: “Si tratta di una sentenza pilastro per l’autonomia finanziaria della Provincia. Mentre i patti finanziari stipulati dalle altre autonomie speciali non hanno scongiurato l’imposizione di ulteriori contributi alla finanza pubblica, il nostro patto di garanzia ha tenuto all’esame della Consulta”.
Eros Magnago, segretario generale della Provincia, sottolinea che durante le trattative che hanno portato al patto di garanzia “siamo riusciti ad ottenere di fissare non semplicemente un importo annuale, ma un criterio preciso”. Il contributo della Provincia, infatti, è parametrato al costo del debito pubblico. “Con questo aggancio abbiamo preteso e ottenuto che non ci potessero essere contributi ulteriori”, aggiunge il segretario generale. La cifra è fissa fino al 2022: 476 per Bolzano e 429 milioni per Trento. La somma totale, 905 milioni, corrisponde a circa l’1% del costo del debito nel 2014. Dal 2023 la cifra sarà calcolata sulla base del costo del debito pubblico, che in questi anni è calato. "L’attuale andamento fa ritenere che la riduzione del costo del debito prosegua. È quindi probabile che il nostro concorso cali”, così Magnago.