Culture | architettura e film

'A’ on Stage - Seconda serata

A' on Stage è l' iniziativa promossa dalla Fondazione Architettura Alto Adige, con Filmclub Bolzano/Bozen e con la libera università di Bolzano, che indaga in quattro serate dedicate, la relazione tra uomo e contesto urbano nella contemporaneità.
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A‘ on Stage
Foto: Architekturstiftung Südtirol
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  • Il 14 maggio alle ore venti ha preso il via la seconda serata di A' on Stage dove sono stati presentati il lungometraggio Tokyo Ride (2020), 89' e il cortometraggio + Butohouse (2020), 33‘. A' on Stage è l' iniziativa promossa dalla Fondazione Architettura Alto Adige, in collaborazione con Filmclub Bolzano/Bozen e con la facoltà di Design e Arti della libera università di Bolzano, che indaga in quattro serate dedicate, la relazione tra uomo e contesto urbano nella contemporaneità.

    Oggetto della rassegna sono 7 film ad opera dei registi Ila Beka e Louise Lemonie. Artisti, registi e produttori di spicco nel panorama europeo, hanno presentato i propri lavori presso le più importanti
    biennali e i più noti eventi culturali internazionali. Il loro lavoro è inoltre parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.
    La seconda serata si apre con una breve introduzione alle due proiezioni in programma, dopodiché inizia il road movie Tokyo Ride. Spente le luci, lo spettatore viene accolto da un sorridente Ryue Nishizawa, in una piovosa giornata di aprile a Tokyo, dove una volta salito a bordo della amata Alfa Romeo d'epoca, seguirá l’architetto in un viaggio per tutta la città. Sarà occasione di chiacchiere più o meno impegnate, sull'architettura moderna, sul confronto tra cultura orientale e occidentale e sui luoghi dove Ryue Nishizawa ha trascorso la sua vita.

  • Una pagina di diario in bianco e nero della vita dell' architetto Nishizawa attraverso cui emerge il
    racconto parallelo di una Tokyo in continuo mutamento, una giungla urbana che cresce e si sviluppa,
    influenzata dai suoi abitanti e che ne influenza a sua volta le vite e la quotidianità.

  • Il tempo in questo road movie sembra rallentare, nonostate i ritmi frenetici della vita di Tokyo e la scelta del bianco e nero dona al film un tono semplice e delicato che rievoca la grafica essenziale dei
    SANAA .

    L' architettura accompagna in modo trasversale tutto il viaggio dello spettatore e si mescola con la vita quotidiana raccontata da Nishizawa a partire dagli stretti corridoi dello studio di architettura, pieno di
    modelli, mockup in scala 1:1, disegni e immagini, passando per i ristoranti preferiti dell’architetto e penetrando fin nell' intimità della casa, mostrata dalla partner Sejima. 

    Il ritratto che emerge di Ryue Nishizawa, è quasi naïf nella sua semplicità, ma non manca di mostrare profondità e saggezza che troviamo nelle sue considerazioni che accompagnano il viaggio dello
    spettatore attraverso Tokyo. L' architetto spiega in maniera estremamente efficace ai registi occidentali la differenza tra architettura nipponica e architettura europea. La prima, afferma Nishizawa, è come un
    verbo, è un' architettura elusiva che descrive un movimento, deriva una cultura insulare che muta come le onde, e proprio perché mutevoli, i giapponesi, sono sempre attratti da cose nuove e ciò si
    riflette nello spazio che li circonda. La cultura europea in quanto continentale, si differenzia molto, infatti è molto più simile ad un sostantivo, è statica pregna di significato e di storia.

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  • Il giro si conclude a casa di Moriyama, committente della nota casa Moriyama oggetto del precedente film mostrato nella rassegna. Segue al road movie il cortometraggio Butohouse, in cui viene mostrata dai registi l'opera di Keisuke Oka.

    Incuriositi da una bizzarra architettura mentre si recano ad ammirare l'ambasciata del Kuwait progettata dall'architetto Kenzo Tange, Bêka e Lemoine decidono di fermarsi e documentare la
    stravagante struttura in cemento realizzata da Keisuke. Questi li accoglie nella sua casa in corso d'opera e gli mostra come da solo ha realizzato quella bizzarra costruzione, in parte interrata, che si
    sviluppa attorno ad una scala a ridosso degli edifici confinanti. Lo spettatore, seguendo la curiosità dei registi, viene trascinato in una grotta di cemento finemente decorata tramite moderne pitture rupestri e
    vari motivi ottenuti imprimendo foglie, canne di bambù e oggetti di uso quotidiano nel cemento.

  • L' architettura nella concezione di Keisuke Oka, è una danza improvvisata. Questo concetto è alla base della sua arte. Nessun disegno, nessun progetto, né purtroppo permessi, pertanto il lavoro di
    quindici anni che ha portato alla realizzazione di tre piani della casa, è destinato alla demolizione.

  • Keisuke è tuttavia determinato a realizzare gli ultimi tre scalini simbolici che portano a quello che doveva essere l'ultimo piano.

    La proiezione si conclude sui passi improvvisati di Keisuke, danzatore Butoh, una forma di danza che ha avuto origine negli anni sessanta in Giappone, caratterizzata da coreografie improvvisate, in cui si
    alternano movimenti lenti e scatti frenetici. La danza è accompagnata da espressioni grottesche di ispirazione teatrale.

  • prossima serata

    21.05.2024, ore 20: Interazioni individuali con l’architettura
    Koolhaas Houselife (2016), 58', lingua: francese (con sottotitoli in italiano)
    + Oslavia: The Cave of the Past Future (2020), 17', lingua: inglese

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