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Cosa si dice del Brexit in Alto Adige

Si rincorrono le reazioni dopo la decisione del Regno Unito di uscire dall’UE. Festeggiano i leghisti. I Verdi: “Conseguenze anche per l’Alto Adige”.

Il referendum sul Brexit ha sentenziato che la Gran Bretagna dirà addio all’UE. Mentre i fautori del “leave” gongolano, per tutti gli altri quello di oggi è un giorno crepuscolare per l’Europa intera. In una nota congiunta il presidente della Commissione Ue Juncker, quello del Consiglio europeo Tusk, e quello del Parlamento europeo Schulz, oltre al presidente di turno del Consiglio Ue Rutte dichiarano: “L’Unione di 27 stati membri continuerà, ci aspettiamo che il governo del Regno Unito dia effetto alla decisione del popolo britannico al più presto possibile, per quanto doloroso potrà essere il processo”. Ora, si legge nel comunicato, l’accordo raggiunto dal premier David Cameron con la Ue nel vertice del 19 febbraio scorso con le concessioni per lo statuto speciale del Regno Unito “cessa di esistere”. La Brexit è un “taglio netto, un colpo all'Europa e al processo di integrazione europea”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel ricordando che proprio l'Ue negli ultimi cinquant'anni è stata in grado di “garantire la pace europea dopo secoli di violenza”. Lunedì 27 giugno i leader di Italia, Germania e Francia, Renzi, Merkel e Hollande si incontreranno a Bruxelles per definire una strategia comune. Il sindaco di Londra, Sadiq Kahn, nel frattempo, rassicura i cittadini europei residenti nella capitale:

Numerosi i commenti anche alle nostre latitudini; fra reazioni populiste e inquietudini diffuse. Esultano sui social i leghisti, il commissario del Carroccio locale Maurizio Fugatti scrive su Facebook:

Nel frattempo anche il leader maximo della Lega Matteo Salvini lancia, sull’onda dell’entusiasmo anti-europeista, un “Ora tocca a noi”, peccato che in Italia l'articolo 75 della nostra costituzione vieti di svolgere un referendum che abbia come oggetto i trattati internazionali. “Spero che a Bruxelles abbiano capito che abbiamo bisogno di una nuova, riformata, solidale, democratica e forte Europa dei popoli”, auspica Paul Köllensperger consigliere provinciale del Movimento 5 stelle.

Sottolinea le inevitabili conseguenze drammatiche trasversali il Landeshauptmann Arno Kompatscher:

 

A fargli eco il presidente del consiglio regionale Thomas Widmann: “L'uscita della Gran Bretagna dall'Europa è un passo indietro nella formazione di quella coscienza europea che da anni si sta cercando di costruire. Proprio il nostro territorio, il legame storico, culturale e politico che stiamo costruendo tra Alto Adige/Südtirol, Trentino e Tirolo per una Euroregione capace di agire come una sola voce sugli interessi sovranazionali, in chiave europea, è un esempio di come si possa lavorare per superare definitivamente quelle spinte nazionaliste che vorrebbero la disgregazione dell'Europa unita, un sogno di pace e benessere nato alla fine di un devastante conflitto”.

“Una giornata di svolta per l’Europa, che è anche un chiaro mandato per far comprendere meglio il progetto di pace e di successo che è la casa comune europea”, afferma il presidente di Asso imprenditori Alto Adige Stefan Pan che aggiunge: “Dobbiamo ripartire da qui per costruire un’Europa ancora più forte” e affrontare le situazioni di crisi al più presto “per non lasciare spazio a facili populismi”. L’uscita della Gran Bretagna, evidenzia l’imprenditore, dovrà “essere regolata in maniera chiara e coerente con le regole europee, in modo da creare affidabilità e credibilità”. Netta la reazione dei consiglieri provinciali dei Verdi Brigitte Foppa, Riccardo dello Sbarba e Hans Heiss: “Una giornata nera per tutta l’Europa: una maggioranza risicata dei votanti britannici ha optato per la Brexit e così uno dei Paesi più importanti, di rilevanza mondiale, volta le spalle all’Unione Europea”. E ancora: “Hanno vinto preoccupazioni fondate, ma soprattutto le paure fomentate da bugie e la voglia di chiusura. I vincitori non dovrebbero esultare troppo presto, perché le conseguenze economiche saranno pesanti, tanto quanto l’isolamento politico e culturale”. L’esito di questo referendum, spiegano gli ambientalisti, non mancherà di impattare anche la nostra Provincia:

“Un’Europa rinnovata e aperta è di vitale importanza per l’Alto Adige/Südtirol: al processo di unione dobbiamo lo smantellamento dei confini, ma anche il nostro benessere, soprattutto nelle zone rurali. Questi aspetti sono molto più importanti dell’impatto ambientale, in primis a causa del trasporto merci, e più importanti della troppa burocrazia. La nostra Provincia non può augurarsi un’Europa delle eccezioni e dell’isolamento: la spesso citata “Europa dei popoli” è solo in parte espressione di vicinanza ai cittadini e alle cittadine, ma viene invece spesso venduta come una nuova forma di separazione dagli “altri”. Se vogliamo trovare un senso positivo al doloroso colpo della Brexit, allora lo si può fare solo con una correzione radicale del corso dell’Europa verso un progetto democratico, sociale e aperto al mondo per il 21° secolo. Questa è l’unica via, la quale però con la Brexit, sarà ancora più lunga e difficile”.