Politics | L'intervista

“Bolzano aiuta l’Italia più del Veneto”

Autonomia, Bressa e la via “catalana” di Zaia: “Contro la Costituzione, la Repubblica è indivisibile. Residuo fiscale, fanno meglio Sudtirolo e Roma”. Svp, sì all’intesa.

“Sfatiamo una volta per tutte questa favola del residuo fiscale. Bolzano contribuisce tre volte tanto rispetto al Veneto alla finanza pubblica nazionale. Lo stesso fa Roma, che per la Lega è “ladrona”, e la Lombardia addirittura cinque. Quanto alla strategia di Zaia, lui è un politico accorto, ma il Veneto non potrà mai diventare come il Trentino Alto Adige. La stessa Corte costituzionale ha detto che l’unità nazionale è irrinunciabile”. Gianclaudio Bressa, deputato eletto in regione e sottosegretario agli affari regionali, è la persona che per il governo Gentiloni sta gestendo la delicata partita del decentramento per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Promotore dell’emendamento poi divenuto il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, quello che apre al passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni ordinarie, conosce bene la materia e gli aspetti politici – e di natura elettorale – connessi ai due referendum sull’autonomia di domenica e sull’iter a cui hanno dato avvio. Guardando invece alle prossime elezioni politiche, interviene sul nuovo accordo tra Pd nazionale e Svp-alleati dice: “Ci sto lavorando. Rinnovare l’intesa è un dovere”.

 

Salto.bz: Anche se con numeri diversi – in Veneto l’affluenza è stata abbastanza alta, in Lombardia no – i cittadini delle due regioni si sono espressi a favore dell’autonomia. Ora come risponderà lo Stato a questa richiesta?

Gianclaudio Bressa: Prima direi che bisogna ricostruire bene quanto avvenuto. I due referendum hanno replicato i contenuti del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, che permette alle Regioni a statuto ordinario di chiedere maggiore autonomia. Il governo aveva già detto sì alla prima richiesta del governatore veneto Zaia, nel marzo 2016. La disponibilità c’è da sempre. Fra l’altro, il comma riprende l’emendamento che io stesso ho presentato. Quindi, ho tutto l’interesse anche personale a credere in questo processo.

Zaia ha immediatamente rilanciato chiedendo lo Statuto speciale per il Veneto, lo stesso di Trento e Bolzano, aprendo un fronte interno visto che Maroni si è dissociato. Il governo ha chiuso la porta?

Il problema è questo: la discussione sta prendendo una piega costituzionale. Zaia dice: aggiungiamo un comma alla Costituzione che afferma che le Regioni a statuto speciale sono sei e c’è anche il Veneto. Ma non si può fare. La Consulta ha già detto no nel 2015 bocciando la legge regionale del Veneto sull’autonomia.

"Si continua erroneamente a chiamare in causa il nesso del residuo fiscale. Smettiamo con questa favola"

È il no all’autonomia fiscale che non è prevista nella lista di competenze attribuibili contenuta nell’articolo 117?

La Corte ha detto che non si possono chiedere gli otto decimi delle risorse tributarie, perché così facendo si altererebbe la stabilità della finanza pubblica nazionale. I giudici costituzionali lo hanno ribadito: la Repubblica è una e indivisibile. Questo principio è intoccabile e ed è sottratto alla stessa revisione costituzionale del Parlamento.

Quindi Zaia, che ha vinto la partita referendaria molto più di Maroni, si avventerebbe per motivi di consenso lungo una strada “alla catalana”, forzando la mano?

Direi che la Catalogna non c’entra, ma Zaia è un politico intelligente e sta sfruttando l’onda europea. Sta facendo un’operazione politica, di autopromozione. La proposta che ha fatto al governo è irricevibile. Ripeto, la Consulta l’ha già bocciata. 

"In cinque anni sono state fatte così tante cose importanti per l’Alto Adige, non per l’Svp"

Che relazione c’è fra il percorso avviato dalle Regioni ordinarie, compresa l’Emilia Romagna che, governata dal Pd, non ha scelto il referendum, e l’autonomia “speciale” di Bolzano e Trento?

Nessuna. Si continua erroneamente a chiamare in causa il nesso del residuo fiscale (la differenza tra quanto lo Stato preleva in un territorio con le tasse e quanto spende per i servizi, ndr). Smettiamo con questa favola. Il residuo fiscale pro capite in Veneto è 711 euro, vuol dire che ogni cittadino contribuisce alla finanza pubblica nazionale con questa somma. In Lombardia è 3.822 euro, nel Lazio 2.121, in Alto Adige 2.209. Vuol dire che Bolzano contribuisce tre volte tanto rispetto al Veneto. Bisogna avere chiare le cifre prima di parlare. Inoltre, il Veneto ha 6 miliardi di debito previdenziale. Riceve di più di quello che versa.

Lei venerdì scorso era a Bolzano per l’inaugurazione del NOI Techpark con Arno Kompatscher e Maria Elena Boschi, sottosegretaria con delega all’attuazione del programma. È stata l’occasione per parlare del nuovo accordo tra Svp, e alleati, e Pd nazionale?

Non se ne è parlato. Ma il nuovo accordo è ciò per cui lavoro. In cinque anni sono state fatte così tante cose importanti per l’Alto Adige, non per l’Svp. Rinnovarlo è un dovere.