“L’Ispettore Generale”
-
Alle recite bolzanine (giov. h. 20.30, ven. e sab. h. 19 e dom. h. 16) seguirà un intenso tour nazionale che condurrà lo spettacolo nelle principali piazze d’Italia.
“L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol, uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa. Scritta quasi duecento anni fa, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare.
Russia, 1836: per controllare la vita e l'operato dei suoi sudditi, lo zar Nicola I istituisce un nuovo organo di Stato chiamato Terza Sezione. È una sorta di inquisizione che persegue e ostacola tutti i liberi pensatori, fra cui Dostoevskij, Puškin e Gogol stesso. In breve tempo questo sistema scatena un processo di burocratizzazione della macchina amministrativa ed aumenta esponenzialmente il livello di corruzione fra i funzionari statali.
“L’ispettore generale” è un testo satirico estremamente divertente che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene un potere e si ritiene intoccabile. È forse l’opera più analizzata, criticata, incompresa, difesa, osteggiata, della letteratura russa di tutti i tempi. Gogol stesso si sentì in obbligo di scrivere diversi testi che fugassero i fraintendimenti sorti al suo debutto.
La trama, di per sé, è molto lineare e si basa su un equivoco: Chlestakov (Daniele Marmi) è un frivolo viaggiatore di passaggio in un remoto paesino che viene scambiato per un alto funzionario dello Stato spedito dallo zar ad indagare sulla condotta dei funzionari cittadini. Il malinteso scatena conseguenze nefaste per i “notabili” del piccolo villaggio - primo tra tutti per il Podestà (Rocco Papaleo) - che si troveranno a vivere il giorno più lungo e tragico della propria esistenza, col timore di venire smascherati.
Non era la prima volta che sulle scene russe venivano rappresentati gli abusi quotidiani dei burocrati statali. Ma tutti i testi precedenti erano basati sulla contrapposizione fra il bene e il male, con personaggi positivi e negativi. Ne “L’ispettore generale”, invece, per la prima volta, i personaggi sembravano essere tutti negativi, e per gli spettatori dell’epoca, questo era inconcepibile. In realtà, il testo di Gogol è molto più metaforico che naturalistico e denuncia attraverso riso e comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista. «”L’ispettore generale” è una farsa travestita da tragedia, oppure una tragedia travestita da farsa» afferma Muscato, autore dell’adattamento del testo «gli interpreti sono chiamati a dimostrare una verve funambolica, capace di modulare i toni farseschi con quelli drammatici, senza mai eccedere». In scena, a fianco di Papaleo e Marmi, troviamo Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Michele Schiano di Cola, e Marco Vergani.
“L’ispettore generale” conduce in un mondo in cui l’ingiustizia e il sopruso dominano l’esistenza. Ma non è l’uomo a essere malvagio; è la società che lo rende corrotto e corruttore, approfittatore, sfruttatore, imbroglione.
Le musiche originali sono di Andrea Chenna, le scene di Andrea Belli, i costumi di Margherita Baldoni e le luci di Alessandro Verazzi. “L’ispettore generale” è una coproduzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e TSV - Teatro Nazionale.
-
Lo spettacolo rimarrà in scena fino al 29 ottobre al Comunale di Bolzano e sarà poi protagonista di un intenso tour nazionale.
Gli abbonamenti e biglietti sono in vendita alle casse del Teatro Comunale di Bolzano (mart-ven 14.30 -19.00 ; sab. 15.30- 19.00). I biglietti per lo spettacolo si possono acquistare on-line sul sito www.teatro-bolzano.it e sulla App del Teatro Stabile di Bolzano.