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“Meno di un'elemosina”

Da 614,77 euro attuali a 617,9. Questo l'aumento delle pensioni minime previsto dal governo. I sindacati non ci stanno. Alfred Ebner (CGIL): "Sono 10 cent al giorno. La povertà degli anziani è una questione seria, non si affronta con gli annunci".
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Foto: Karriere Südtirol
  • Si torna a parlare di pensioni. In questo caso delle pensioni minime. Come scrive Ansa, a fronte di un incremento che sarebbe scaduto a fine 2024 e che avrebbe rischiato di far tornare indietro gli assegni, il Governo ha optato per un aumento inferiore rispetto a quello per il 2024. Se si guarda all'importo la pensione minima - scrive l'Ansa - passa dai 614,77 euro attuali a 617,9 nel 2025 con un aumento di appena tre euro. Ma, spiegano al ministero, il trattamento minimo è a 598,61 euro ed è stato possibile arrivare a 614,77 grazie a un aumento transitorio del 2,7% che scadeva a fine 2024. Per evitare una riduzione della pensione nel 2025 è stato deciso un incremento del 2,2%. In pratica quindi la pensione minima avrà l'aumento legato all'inflazione (l'1%) per arrivare a 604,6 euro e poi un ulteriore aumento del 2,2% per arrivare a 617,9. Si tratta di un importo mini che subito scatena la polemica. Non convince infatti né i sindacati nazionali che locali.

    “La povertà degli anziani è una realtà e va affrontata seriamente, non con gli annunci. Tre euro di aumento al mese, ovvero 10 centesimi al giorno per le pensioni al minimo sono meno di un’elemosina”. Lo afferma in una nota il segretario del sindacato pensionati della Cgil/Agb, Alfred Ebner.

    Il sindacalista chiede di valutare attentamente le condizioni reali dei pensionati destinatari di pensioni minime e di riflettere sulle cause che sono all’origine di questi importi bassi: “Non sarebbe sicuramente giustificabile premiare evasori contributivi e fiscali o chi ha preferito lavorare in nero. Poi siamo sempre in campo per difendere i veri poveri e per cercare soluzioni vere”.

  • Alfred Ebner: "La situazione a livello locale è migliore che nel resto d'Italia". Foto: Cgil Agb
  • Il nodo INPS e Provincia

    Come rimarca il segretario dello Spi/Cgil, a livello locale la situazione è migliore, visto che, grazie alla sua autonomia, la Giunta provinciale sta per stanziare nel suo bilancio delle risorse per sostenere le persone anziane al limite della povertà assoluta. “Noi riteniamo questo impegno assolutamente necessario alla luce dell’inflazione che ha colpito l’Alto Adige in questi anni e che ha impoverito molti anziani. Ovviamente vanno risolte le questioni con l’Inps per evitare che la Provincia da parte sua eroghi soldi e l’Istituto poi riduca le proprie prestazioni. La misura che la Provincia andrà ad inserire nella legge di bilancio locale, deve essere comunque una prestazione sociale che va legata a criteri ancora da stabilire e che come minimo dovrebbero partire dalla valutazione del reddito e del patrimonio del singolo”, precisa.

    “Come sindacato saremo anche qui in prima linea nella difesa delle persone economicamente disagiate e siamo disponibili a dare il nostro contributo nella ricerca di soluzioni eque che aiutino chi ha veramente bisogno”, conclude Ebner.

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Factum Est Fri, 10/25/2024 - 22:07

Ebner hat sicher Kontakt mit den Oppositionsparteien in Rom. Also wäre es ein Leichtes sich mit Ihnen über die Mindestrenten zu unterhalten. Bei uns in Südtirol wusste Er als Gewerkschafter des CGIL auch Wo anklopfen um Geld abzuholen.

Fri, 10/25/2024 - 22:07 Permalink
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Josef Fulterer Sat, 10/26/2024 - 07:08

Wenn die Landesregierung bei ihren Ausgaben für Alfreiders Beton-Sucht, der eigenen Versorgung samt den Pahl & CO. - Strathegen, Antholz, Cortina, IDM, Schutzhütten, Seilbahnen usw. ..., gleich knauserig wäre, wie bein den Angestellten in Krankenhäusern, Schulen + den eigenen Büros, hätte Südtirol deutlich weniger Probleme!!!

Sat, 10/26/2024 - 07:08 Permalink