“Sono scomoda perché non mi possono ricattare”
salto.bz: Nonostante l’esclusione dalle primarie del centrosinistra lei ha confermato che si candiderà comunque alla guida di una sua lista. E’ disposta a dimettersi dal consiglio provinciale?
Elena Artioli - Se diventerò sindaco mi dimetterò, altrimenti lascerò dentro la mia squadra che naturalmente entrerà in maggioranza per cercare di cambiare questa città.
La sua candidatura alle primarie del centrosinistra è stata reale o solo una provocazione per mettere in fibrillazione il PD?
E’ stata assolutamente reale. Mi è stato chiesta da Roma ed ho apprezzato molto questa richiesta. Dicevano che in questo gruppo di candidati mancava l’area liberale e che le donne erano poche. Ho avvertito Roma che mi avrebbero escluso, non ci volevano credere, ed invece è andata proprio così. Sono stata io a chiedere che non ci fossero polemiche, non ho voluto fare ricorso e sono comunque contenta di poter dare il mio contributo dall’esterno. Per è uguale. Ci reincontreremo tutti insieme al ballottaggio.
Le motivazioni dell’esclusione come le giudica?
Hanno parlato di ‘incompatibilità politica’ dopo che io ho fatto da schiava per loro facendo eleggere tre persone con la lista Spagnolli alle scorse elezioni. Lavorando sul campo e facendo mercati. Convincendo di votare Spagnolli la gente che mi diceva invece che il sindaco era ormai ‘bollito’.
“Ci ho ho messo la faccia. E quindi non mi sta bene che a loro io sia andata bene finché stavo dietro alle quinte facendo la schiava, ma che invece se chiedo di partecipare anch’io allora mi devo di nuovo sottoporre all’analisi del sangue e del DNA. Tutto questo non è possibile, soprattutto se stiamo parlando di Partito Democratico. E comunque non si tratta del PD che desidera Renzi. Lui mi avrebbe fatto correre e - come diceva Bressa - se io perdevo non c’era nessun problema e avrei accettato la sconfitta.”
Lei ha rivendicato il diritto/dovere di cambiare idea. Nella vita è così, nell’elettorato pure. Come politico la questione però è più complessa perché si può essere tacciati di opportunismo…
Tutti sanno che ho la fortuna di essere figlia di imprenditori e anche mio marito è imprenditore. Tutti sanno che il mio reddito non è quello del consiglio provinciale. Tutte le volte che mi sono candidata l’ho fatto per passione. Non posso fare il soldato fedele e farmi bastonare per principi a cui io non credo. Nella Lega finché si parlava di Maroni andava bene, ma i toni di Salvini invece non li possono proprio vedere. Se oggi credo che Renzi stia facendo il bene per il paese è giusto che io possa cambiare idea. Mi sembra normale.
Cos’è rimasto in Elena Artioli delle sue precedenti ‘identità politiche’?
Per quanto riguarda il sostegno del centrodestra alle ultime elezioni provinciali io avevo fatto la mia bella lista Team Autonomie e avevo deciso di andare da sola. Sono state Lega e Forza Italia a ‘pregarmi’ di essere la loro capolista perché non avevano né candidati né esponenti sul territorio. Ho accettato di fare una coalizione. E sono stati loro a conformarsi alle mie regole. Questi sono i fatti.
Gli altri miei temi sono la promozione dei mistilingui, la ‘città del sì’ e la convivenza tra i gruppi linguistici ‘nostri’. Poi ancora far crescere il territorio e i nostri imprenditori. Artioli è sempre stata questa. Quando mi metto in campo l’elettorato mi segue e prende atto del fatto che sono una donna che combatte, ‘con le palle’, e che decide.
Nella SVP qual era il suo punto di riferimento?
Durnwalder.
Dunque c’è una continuità con il fatto che lei è stata una di coloro che hanno sostenuto la candidatura dell’ex Landeshauptmann a sindaco di Bolzano.
Per la SVP sarebbe stata la soluzione più brillante.
Durnwalder però ha detto definitivamente di no.
Anche perché sono loro stessi che non lo vogliono.
Prima o poi Elena Artioli riuscirà a fare finalmente parte del PD altoatesino? E’ solo una questione di tempo?
Sono molto felice del fatto che Roma mi stimi. Ad altissimo livello sanno chi sono. Mi hanno chiesto di avere pazienza e mi hanno detto che dopo queste elezioni si tirerà finalmente una linea per ripartire da capo. Non ho fretta: fino al 2018 sono eletta in consiglio provinciale e cittadini vengono quotidianamente da me con le loro istanze. Sanno che sono disponibile e presente. Se diventerò sindaco, da Durnwalder sicuramente copierò la disponibilità ad incontrare i cittadini ogni mattina senza appuntamento. Magari non alle 6, ma senz’altro alle 8.
Quali sono i suoi attuali rapporti, umani e politici, con i due esponenti del PD che attualmente lavorano in consiglio e in giunta provinciale?
Con Tommasini ho un buon rapporto. Con Bizzo faccio più fatica perché lui mi vede come una sua concorrente. Pensa che io voglia portargli via il posto da presidente del Consiglio Provinciale. Io non ne ho nessuna intenzione di farlo e lascio volentieri a lui questo ruolo istituzionale. Mi sembra davvero una cosa assurda.
Si dice che ora Elena Artioli, esclusa dalle primarie, sia pronta ora a dare tutto il suo apporto al candidato Sandro Repetto? E’ vero? E se sì, perché?
Sì. Lui ha una grande esperienza ed è il classico soldato di partito che è sempre lì. Non riesco a capire perché lo debbano mettere da parte. Quando ha fatto l’assessore ha amministrato bene, conosce bene la macchina comunale e non si capisce perché debba essere invece privilegiato un indipendente che viene da fuori (n.d.r. Caramaschi) che tutti i giorni scrive su Facebook che lui non è del PD.
E’ stata giusta la decisione della SVP di correre da sola?
Secondo me è stato un errore, anche se io rispetto le loro scelte. Io non l’avrei fatto, ma capisco la loro posizione, hanno paura ed in parte hanno ragione con le candidature che si profilano.
Nei panni della segretaria del PD cosa farebbe Elena Artioli per aiutare il partito?
Io il PD l’avrei aperto e avrei incluso. Avrei fatto quello che Renzi sta facendo sul territorio nazionale. Bisogna arieggiare e fare entrare gente nuova. Oggi a Bolzano tu al PD non ti puoi nemmeno avvicinare, basta vedere il regolamento di queste primarie… Tutto è talmente complicato… Mi auguro che ci saranno flotte di bolzanini che andranno alle primarie, ma in merito sono scettica.
Benko?
Sono a favore.
L’ampliamento dell’aeroporto?
Sono a favore.
Importazione di rifiuti per far funzionare a pieno regime l’inceneritore di Bolzano?
No. Io voglio cambiare completamente il sistema di raccolta dei rifiuti e questo sarà uno dei temi centrali in questa campagna elettorale. L’attuale sistema è completamente sbagliato e caratterizzato dalle tariffe più alte d’Italia. Siamo massacrati dalla differenziata. Bisogna riprendere in mano tutto il sistema.
Mobilità?
Bisogna assolutamente fare le varianti ed avere un nuovo sistema di attraversamento della città. Abbiamo il problema del Twenty che blocca il traffico su quest’arginale già piccola. Bolzano Sud è da collegare meglio. Sono davvero tanti i problemi da risolvere.
Polo Bibliotecario?
Va fatto, lasciando la facciata. Fondamentale è investire per avere una biblioteca dove si possono incontrare i tre gruppi linguistici. Tutti insieme, la sala centrale deve essere comune. Deve diventare un polo della convivenza.
Poi ci sono i temi reali della gente, come la sicurezza...
Io farei subito un assessore alla sicurezza. La sicurezza non è un tema solo di destra. Se io sono di centro o di sinistra devo avere paura di camminare per strada? E non fare rispettare le regole? Per me è una follia. Sicurezza non vuol dire diventare razzisti o cattivi. Ognuno ha il diritto di vivere sicuro.
Recentemente su Salto abbiamo pubblicato un articolo riguardante la nuova offensiva SVP a Bolzano per difendere i diritti dei bambini tedeschi negli asili. Lei cosa ne pensa in merito?
E’ una pugnalata al cuore. Nel 1973 ho dovuto fare il test linguistico ed ho fatto tutte le scuole in tedesco. Non esiste che i nostri figli debbano di nuovo fare i test linguistici per entrare nelle scuole tedesche. Invece che evolverci in questa terra torniamo indietro.
“Nelle scuole italiane possiamo includere tutte le razze del mondo e nelle scuole tedesche rimaniamo di razza pura? Il mondo è cambiato e la cosa deve valere per tutti.”
Nel centrodestra in queste settimane ci sono state due spinte opposte, una all’aggregazione e l’altra invece che ha fatto apparire i vecchi antagonismi tra Urzì, Holzmann e Biancofiore. Queste elezioni sono comunque condannati a vincerle?
Io non credo che abbiano le necessarie capacità di dialogo per riuscire veramente a mettersi insieme. Mi dispiace per i cittadini: sarebbe stato bello avere un centrosinistra unito e un centrodestra unito. Ma non sarà così.
Eva Klotz in questi giorni è diventata protagonista di un tormentone riguardante il suo anticipo di vitalizio milionario? Ha ragione o ha torto?
Secondo i suoi principi lei ha ragione a dire che non fa parte dell’Italia. Dice: vivo per la mia terra, ho fatto questa legge, ne ho diritto e non restituisco niente. In realtà che quella legge fosse scellerata siamo d’accordo tutti ed a pagarne le conseguenze siamo noi consiglieri nuovi. La gente pensa che noi prendiamo ancora il vitalizio, cosa che non è assolutamente vera. Lo prendevano loro, prendevano tanti soldi ed era sbagliato. La legge abbiamo tentato di cambiarla ma purtroppo l’abbiamo fatto in salsa sudtirolese, è il nostro grande difetto. Bisognerebbe imparare da quello che hanno fatto gli altri invece che fare sempre le cose a modo nostro.
Bolzano è ancora una città con due anime molto differenti. In futuro potrà ancora cambiare qualcosa?
Dipende da chi sarà il nuovo sindaco. Ci vuole un vero rappresentante della convivenza. Finché stiamo ognuno nel proprio orticello avendo paura di perdere il nostro specifico elettorato è chiaro che non andremo da nessuna parte.
Spagnolli ha lavorato in questo senso?
Sì, uno dei suoi meriti è stato proprio quello di aver lavorato per la convivenza, anche se era anche lui ostaggio del proprio partito. E perciò ha fatto, ma solo finché ha potuto.
Ostaggio anche della SVP?
Sì, certo, dei due partiti principali che volevano ancora le cose divise. Oggi a Bolzano ci vuole un sindaco davvero determinato e autonomo. Un personaggio come me per i partiti è scomodo, perché non mi possono ricattare. Non possono togliermi né il cognome né i soldi.
https://www.youtube.com/watch
https://www.youtube.com/watch?v=g2azUjVAzw0
E dopo questo discorso mi
E dopo questo discorso mi sembra che Elena Artioli si dimostri molto più coerente e propositiva per Bolzano di altri politici, che hanno perso (o forse non hanno mai avuto) il coraggio di esporsi, di esprimere le proprie ideee, un valore dimenticato dai più... comodo, così sicuramente non corrono il rischio che gli si dica ...che hanno cambiato idea!
In reply to E dopo questo discorso mi by Stefania Pulcini
Il problema della Artioli non
Il problema della Artioli non è quello che ha avuto il coraggio di esporsi. Il problema è che l'ha fatto ogni vota con un partito diverso riuscendo ad agguantare una poltrona!
Premesso che mi trovo lontano
Premesso che mi trovo lontano anni luce dai trascorsi della Sig.ra Artioli, però ammetto che ognuno possa cambiare e in molti punti da lei elencati mi trovo a favore.
Solo una cosa ho da segnalare: perché non ha mai partecipato alle attività del partito? Perché non ha contributi a provare a cambiare il partito stesso.
Io credo che la partecipazione sia fondamentale nella politica.