Economy | Finanza locale

Il federalismo fiscale arriva silenzioso

Minori trasferimenti dalla Provincia e maggiore gestione dei tributi locali per i Comuni trentini. In attesa di cosa succederà dal 2018.

In questa primavera nei comuni trentini non si discute soltanto di liste, alleanze e coalizioni, ma sta arrivando inesorabile una rivoluzione che riguarda il rapporto con i cittadini. Cioè il passaggio dell'imposizione fiscale sempre più nelle mani dei comuni, quindi vicino ai propri censiti. Quello che per anni è stato “mitizzato” come il federalismo fiscale.

Calano sensibilmente i trasferimenti dalla Provincia, crescono le entrate tributarie nelle mani dei Comuni soprattutto grazie alla nuova Imis, l'imposta immobiliare semplice, che sostituisce il florilegio precedente di sigle: Imup, Ici, ecc... L'aggettivo “semplice” è benaugurante, ma si vedrà realmente solo con le prime cartelle mandate a casa se sarà così. Le detrazioni sono differenziate a seconda dei valori immobiliari nei singoli comuni, mentre per le aliquote si segue uno schema generale provinciale: 0,35% per l’abitazione principale e fabbricati assimilati e relative pertinenze, 0,895% per tutti gli altri immobili e per le aree edificabili, 0,79% per i fabbricati produttivi, 0,1% per i fabbricati strumentali all’attività agricola (con una deduzione dall’imponibile, per il solo 2015, di 1.000 Euro).

Cancella il debito...

La finanziaria provinciale 2015 ha disposto l'estinzione anticipata dei mutui dei comuni. La Provincia ha anticipato ai Comuni i fondi necessari per l'estinzione, provvedendo al recupero dei fondi stessi dal 2018. Un'operazione che cerca di dare un po' di “respiro” alle casse comunali tenute sotto pressione, come tutti i municipi, dal patto di stabilità.

Attendendo il 2018...

Il clima è di attesa di cosa succederà. Nel corso del 2014 sono state anche stralciate dalla Provincia delle opere viabilistiche che si consideravano ormai cosa fatta. Mentre per le opere straordinarie, di una certa dimensione, sono stati istituiti i Fut, fondi unici territoriali, gestiti dalle Comunità di valle. Fut che ora sono bloccati fino al 2018, in attesa di quale sarà il destino finanziario dell'Italia.

Con l'attuale configurazione istituzionale (estrema frammentarietà dei comuni) i Fut vengono criticati dai comuni che fungono a centro di sistema (forniscono scuole e servizi per una parte maggiore di popolazione) perché vengono spesso distribuiti secondo la logica dell'«un po' per ciascuno». Per fare un esempio concreto, Borgo Valsugana è il centro di sistema per tutta la Bassa Valsugana (ha ospedale, scuole superiori, centro sportivo, ecc...) ma sul Fut ha da suddividere la “torta” con altri 20 (!!!) comuni della Comunità Bassa Valsugana-Tesino.

Si attende il 2018 per capire cosa Roma riuscirà a “strappare” da Bruxelles, considerando che nel 2012 parlavamo tutti di spread. Poi per capire come Arno e Ugo riusciranno a trattare a Roma e infine come questo a cascata si ripercuoterà nelle Comunità di valle e nei Comuni.

La riduzione dei trasferimenti e l'avvicinamento delle entrate al cittadino farà sì comunque che sia più difficile che gli amministratori locali si facciano prendere da “megalomania”, considerando che dovranno mettere le mani direttamente nelle tasche dei vicini elettori.

Per chi volesse approfondire la questione i siti dove analizzare i flussi finanziari sono il portale degli Open data in Trentino ed il sito www.finanzacomunitrentini.tn.it.