Culture | Storia

Forgiare acciaio. E persone.

Il bolzanino Ennio Marcelli ha pubblicato un libro dedicato alla vicenda delle Acciaierie di Bolzano, intrinsecamente legata allo sviluppo del capoluogo altoatesino.
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Foto: Ennio Marcelli

Nei giorni scorsi la casa editrice Curcu & Genovese ha pubblicato un libro, scritto da Ennio Marcelli, dedicato alla vicenda delle Acciaierie di Bolzano.
Si tratta di un percorso sviluppatasi dal 1935 fino al 2000, anno del cambiamento del nome della società in Acciaierie Valbruna, cinque anni dopo il passaggio della proprietà al gruppo Amenduni. Una lunga storia strettamente legata alla vita di migliaia di famiglie e quindi allo sviluppo anche urbanistico del capoluogo altoatesino.

Dopo il catalogo della mostra "Storie di Acciaio: i volti delle Acciaierie di Bolzano”, tenuta al Centro Trevi di Bolzano nel 2010, il libro di Marcelli appena pubblicato è il primo testo che documenta la storia della fabbrica simbolo della zona industriale di Bolzano
Il racconto di Marcelli - che in passato ha già scritto tre libri dedicati rispettivamente alla Parrocchia di San Giovanni Bosco, alle Semirurali e più in generale alla Bolzano ‘Città operaia’ - si snoda alternando cenni storici alla spiegazione dei motivi che decretarono il successo dell’azienda, accompagnata per quasi cinquant’anni dal suo padre fondatore Bruno Falck

Marcelli alle Acciaierie ci ha letteralmente passato una parte cospicua della sua vita, svolgendo l’incarico di perito tecnico. La sua narrazione dunque, grazie anche ad un ricco apparato fotografico, è incentrata sull’illustrazione della vita d’azienda e sui cicli di produzione dell’acciaio. Mantenendo però anche una grande attenzione sulla peculiare dimensione sociale sviluppatasi e consolidatasi nei decenni all’interno della fabbrica. Sulla scia soprattutto dell’attenzione rivolta dalla proprietà ai suoi dipendenti (con la costruzione di alloggi, sostegno per l’assistenza sanitaria alle famiglie, organizzazione di colonie per i figli degli operai). 

Il libro di Marcelli ha il grande pregio di offrire un contributo cruciale alla comprensione delle dinamiche attraverso le quali la cosiddetta Bolzano italiana si è sviluppata, intrecciando le vicende dei nuovi arrivati da varie zone d’Italia e la popolazione del posto. E rendendo evidente anche il fatto che la spinta all’italianizzazione legata all’insediamento a Bolzano voluta da Mussolini a metà egli anni ’30 ben presto è venuta a perdere la sua impronta prettamente politica (e oppressiva). 
Molto interessante nel libro è il racconto dei primi difficili anni, caratterizzati dalle grandi incertezze della guerra e dall’occupazione nazista. Ma straordinarie sono anche le dinamiche che portarono le Acciaierie nell’immediato dopoguerra a costruire il loro successo. Dovuto - secondo le parole spesso pronunciate da Bruno Falck e riportate nel libro - “sia all’efficenza degli impianti tecnologici che alla fattiva collaborazione e professionalità di tutti i dipendenti”. Dai quadri tecnici amministrativi all’ultimo operaio dei turni di notte. 

Il libroLe Acciaierie di Bolzano, L’arte di fabbricare acciaio” è reperibile in tutte le librerie di Bolzano ed è anche ordinabile su internet a partire dal sito della casa editrice Curcu & Genovese.