Titanio, bromo e cos'altro nell'acqua?
Traendo spunto da uno studio dell'APPA del 2012, che di seguito viene discusso, abbiamo cercato come onlus Cova Contro di svolgere contro-analisi sull'acqua potabile altoatesina al fine di ottenere la maggior quantità di dati al costo minore, incrociando i risultati tra due diversi laboratori ignari delle nostre finalità e dell'origine dei campioni. Le analisi e le fatture sono scaricabili qui.
Antimonio oltre soglia di legge a Resia - Curon Venosta. Nel 2012 l'APPA ometteva di riportare nel suo studio i valori di antimonio nel comune di Curon Venosta e noi ad aprile c.a. ci siamo recati presso la sorgente localizzata nelle vicinanze della locale caserma dei carabinieri per prelevare un campione ( tutti i siti di prelievo sono ripresi in video ). Al di là dell'anomalia visiva evidente circa la presenza di letamai a pochi metri dalla fontana pubblica, il laboratorio canadese ha rilevato: 7,44 mcg/l di antimonio ( metallo tossico con limite a 5 mcg/l ), bario a 45 mcg, molibdeno a 48 ( metallo non rientrante nei controlli ordinari della legislazione italiana e con tossicità note ma non ancora normate per l'acqua potabile europea, valore più alto della campagna di prelievi ); a ciò si aggiungono altri metalli non normati al di sotto dei 0,7 mcg/l: rubidio, renio, rodio e tungsteno. Lo stronzio rilevato a 809,46 mcg/l, il tallio a 0,16 ( limite a 2 mcg/l ), uranio a 4,11. Se il controllore pubblico verificasse e confermasse il nostro livello di antimonio, per legge la fontana di Resia posta alle coordinate 46.831106, 10.512629 dovrebbe essere indicata "non potabile" oppure essere potabilizzata prima dell'erogazione. Perchè sul portale APPA per l'area di Resia non compare una estesa e dettagliata ricerca dell'antimonio? Qual è la tossicità singola e complessiva di tutti i metalli da noi rilevati?
Le incongruenze sul campione di Andriano. Il campione prelevato ad Andriano è stato analizzato in doppio: un'aliquota alla Ecoresearch di Bolzano, un'altra in Canada. Il laboratorio estero ha rilevato: 135,42 mcg/l di bario (a fronte dei 140 della Ecoresearch); 18 di bromo, 14,5 di litio, molibdeno a 1,7 ( 1,4 il valore della Ecoresearch ), rubidio 10,91 mcg/l ( valore più elevato di tutta la campagna ), rodio 0,01 mcg , scandio 1 mcg , stronzio 232,36 , uranio a 18,25 mcg/l , tungsteno a 1,42. Anche in questo caso valgono le medesime domande di sopra: qual è l'eventuale tossicità di questi metalli ingeriti contemporaneamente, cronicamente ed in base al corpo recettore ? L'uranio in particolare avrebbe in Germania una soglia di legge a 10 mcg/L stando allo studio dell'APPA mentre l'OMS indica un valore guida provvisorio di 15 - 30 mcg/l ma ancora tema di dibattito. Il bromo invece sembra una criticità più evidente visto che in diversi contesti il suo limite è normato non oltre i 10 mcg/l viste le sue doti mutagene, ossidanti e cancerogeno sugli animali. Tuttavia il mancato controllo pubblico esteso a tutte queste sostanze impedisce la ricostruzione di un andamento stagionale e della loro quantità nel tempo. Da precisare che il laboratorio canadese con 65 euro ha ricercato 70 parametri inorganici: in Italia spendendo tra il quadruplo ed il doppio della somma si ricercano circa un terzo dei parametri, per questo motivo il raffronto è limitato ad una parte delle sostanze per un solo campione.
Campo Tures ed acque minerali Meraner e Pejo. Il prelievo svolto alla fontana centrale di Campo Tures dinanzi la biblioteca ha evidenziato meno anomalie rispetto agli altri campioni, tuttavia le acque minerali hanno dato valori più interessanti. La Meraner analizzata ( bottiglia di vetro - frizzante lotto 190430903 scadenza 01/2021) mostrava: arsenico a 3,9 , bromo a 34 mcg/l ( il valore più elevato tra tutti i nostri campioni la cui tossicità potrebbe essere rilevante ma serve un approfondimento qualitativo ), rame a 6,4 ( valore più alto della campagna ), litio a 6 , manganese 1,36 ( valore più alto di tutta la campagna ), fosforo 22 ( valore più elevato tra tutti i campioni ), e tracce minime di uranio e stagno, quest'ultimo rilevato solo nella Meraner. Nella Pejo invece (bottiglia di plastica da mezzo litro lotto 029045) rilevati in tracce minime a differenza degli altri campioni: lantanio e neodimio ( entrambi terre rare ), oltre a nichel ed antimonio al di sotto di 1 mcg/l. La Pejo aveva anche il maggior tasso di zolfo, 16 mg/l.
Solo la Ecoresearch di Bolzano ha rilevato nel campione di Andriano anche il titanio a 25,2 mcg/l mentre il laboratorio canadese non lo ha rilevato. Difformità anche sul parametro uranio ad Andriano, infatti in Canada il valore era 18,25 mcg/l mentre per la Ecoresearch era ad 1,6: queste le uniche due grandi difformità uscite tra 375 risultati. Solo la Ecoresearch ha potuto rilevare anche tecnezio e tellurio, con un margine di positività solo per il primo. Il tenore di arsenico più elevato è stato riscontrato ad Andriano, tra i 3 ed i 4,3 mcg/l ( soglia a 10 ); la Meraner aveva un tasso di arsenico a 3.9, assente nella Pejo.
Premesso che solo alcuni di questi metalli e minerali hanno un apporto nutrizionale ed una funzione biologica nota tuttavia nell'etichetta prevista per legge ne vengono riportati una minima quantità: le problematiche sollevate da queste analisi sono diverse ed una buona parte dei composti ritrovati non hanno una funzione nutrizionale nota ma tossicità certe o ancora da verificare. Queste analisi sono il primo documento ufficiale reperibile sul web con dati accessibili e completi sulla presenza nelle acque altoatesine anche di tracce di terre rare come: scandio, lantanio e neodimio oltre alla misurazione di altri metalli ufficialmente mai misurati come rubidio, rodio, renio, molibdeno, titanio e tungsteno , tutte sostanze non normate e prive di studi completi sulla loro tossicità in acque per uso potabile. Tuttavia le negatività rilevate in queste analisi per: alluminio, ferro, piombo, nichel, cobalto, vanadio, mercurio etc possono essere un punto di riferimento per capire la degradazione delle acque via via che raggiungo le valli ed i grandi fiumi ove si arricchiscono di inquinanti e di metalli di origine non solo naturale ma artificiale, come per esempio i coformulanti presenti nei fitofarmaci.
Manca comunque un monitoraggio completo, costante e di veloce pubblicazione sullo stato chimico delle acque potabili e sorgive infatti le analisi riportate sul portale provinciale sono parziali per quantità di analiti e stazioni di prelievo. Le acque minerali invece hanno ancora meno trasparenza di quelle pubbliche. Manca velocità e dettaglio nei controlli pubblici e soprattutto manca partecipazione: perchè la Provincia di Bolzano non istituisce un fondo di autotutela del consumatore ove a rotazione dare ai cittadini ed associazioni richiedenti un voucher col quale pagare analisi terze su ambiente ed alimenti? Perchè l'APPA nel suo studio del 2012 non riportò i valori di antimonio di Curon Venosta? Perchè nelle analisi Appa, sotto allegate, l'antimonio trovato oltre soglia di legge nel punto di prelievo "E04 - parcheggio Resia" nel giugno 2018 tre mesi dopo non veniva nuovamente ricercato nel successivo prelievo? Perchè l'APPA pubblica tutti i referti in estratto su una gigantesca tabella excel che rende difficile la consultazione dei dati invece che pubblicare i rapporti di prova originali di ogni singolo prelievo? Lo sforamento da antimonio del 25 giugno 2018 a Resia venne seguito da un'ordinanza?
I dubbi partiti dalle slides APPA del 2012. C'è un pdf della Provincia di Bolzano, sotto allegato, risalente al 2012 e che parla dei tenori di alcuni metalli nell'acqua potabile locale. Le slides si incentrano solo su tre metalli: arsenico, antimonio ed uranio ( minerale ).
Nonostante le slides siano del 2012 le mappe allegate allo studio e relative alle concentrazioni su scala comunale di questi metalli sono del 2003. Il problema dell'arsenico, come riportato, viene affrontato con trattamenti fisici e meccanici ( utilizzo di idrossidi di ferro, ossidazione e filtrazione ) ed una zona interessata da tenori naturalmente elevati di arsenico sarebbe secondo la provincia, l'acquedotto di Tumsberg (Castelbello-Ciardes) ove l'arsenico ( si presuppone quello meno tossico, ossia quello naturale, inorganico anche se nello studio non è chiaramente specificato il tipo di arsenico rilevato ) raggiungeva i 22 mcg/l a fronte di una soglia di legge di 10. Altro comune in cui si supera il limite è Stelvio, con 12. Le analisi citate risalgono al 2011.
Arrivati all'antimonio spariscono le analisi, la provincia mette solo una cartina geografica priva di data che indichi quantità e luogo della rilevata presenza di antimonio, senza misurazioni visibili ma unico dato è il risalto cromatico del comune di Curon Venosta.
L'uranio-minerale è una presenza importante in Alto Adige, infatti l'APPA ne traccia un'estesa presenza tra i 9 e gli oltre 20 mcg/l in tanti comuni. Non esiste nella normativa italiana un limite di legge per l'uranio minerale. Sostanza di chiara origine naturale perchè presente nelle rocce della zona e quindi naturalmente ceduto dalla geologia della zona alle sorgenti ma la Germania per esempio ha un valore indicativo di 10 mcg/l confacente alla soglia più conservativa esistente ma perchè l'Alto Adige non adotta un suo valore guida e perchè l'Italia non se ne dota? Del resto potrebbe interessare altre zone dell'arco alpino e sopratutto il discorso può esaurirsi così visto che superata una dosa ancora incerta l'uranio può essere tossico ?
Nel Comune di Martello l'uranio disciolto misurato in un periodo non precisato, nelle slides della provincia arrivava a 89 mcg/l. Silandro a 62, Lana 36 fino ai 9 di Bolzano. Nella stessa Malles, in Val Venosta, l'uranio prima del trattamento registrava anche picchi di 48 mcg/l. Una marca di acqua minerale locale non indicata nè datata nelle slides dell'APPA conteneva uranio in tracce, 4 mcg/l.
Il radon che nessuno cerca nelle acque. Nonostante l'abbondanza in Alto Adige di radon e le continue campagne di misurazione del gas negli edifici l'APPA di Bolzano sta completamente ignorando la sua presenza, e quella dei suoi discendenti radioattivi, nelle rocce serbatoio e quindi nelle acque. E' dal 1998 che l'Europa indica la ricerca dei radionuclidi nelle acque ad uso potabile e negli ultimi anni numerose direttive hanno aggiornato la materia...tutte disattese: ufficialmente non esistono analisi in tal senso in Alto Adige se non le solite sparute ed episodiche slides prive di certificati di analisi, una carenza nazionale oltre che provinciale.
Come mai l'APPA oltre al problema radon e radioattività non si è posta il problema della presenza nelle acque di tutti i metalli sopra elencati? Perchè nella slide numero 6 dello studio 2012 dell'Appa tra le origini dei metalli pesanti non vengono citati i fitofarmaci ? Perchè nella slide 14 sui tenori di antimonio nell'acqua di Curon Venosta non viene riportato alcun dato? Perchè l'Appa nel giugno 2018 avrebbe rilevato antimonio oltre soglia di legge in un punto di prelievo ( E04 ) situato in un'area parcheggio di Resia ma tre mesi dopo l'esame non è stato ripetuto? Il punto di prelievo non conforme di Resia nel 2018 venne interdetto o no all'uso potabile? Perchè l'Appa sintetizza interi trienni su centinaia di analisi in enormi fogli excel di difficile lettura e raffronto tra i vari dati? Perchè non pubblica semplicemente i certificati di analisi di ogni singolo campione suddividendoli per anni e comuni?
DONAZIONI: la campagna è costata 680 euro ( il rendiconto definitivo sarà incluso nel prossimo bilancio ) e con le offerte sinora raccolte abbiamo coperto solo il 40% circa dei costi. Se volete che il nostro lavoro continui potete donare con diversi canali tra i riferimenti linkati qui. Tutto il materiale relativi ai prelievi è visionabile qui.
INTERESSANTISSIMO!!!
INTERESSANTISSIMO!!!
In reply to INTERESSANTISSIMO!!! by Markus Lobis
grazie Markus speriamo di
grazie Markus speriamo di poter ripetere le analisi ed estenderle intanto aspettiamo risposta da Appa ed Eurac, oltre che dai cittadini, servono donazioni per recuperare i costi sostenuti