La Svp e la logica delle lobby
Nella storia dell'autonomia provinciale stiamo passando da un controllo politico che prefigurava la rappresentanza etnica nella giunta provinciale e la popolazione in qualche modo si sentiva rappresentata dagli assessori dei diversi gruppi linguistici, ad una situazione poco istituzionale nella quale le rappresentanze si configurano attraverso le pressioni e gli interessi delle lobby, che operano in diretto collegamento con la SVP, e tra le quali prevale in questo periodo sicuramente quella dell'economia. I commercianti del centro storico, ed i grandi centri commerciali da una parte, dall'altra l'imprenditoria dell'edilizia e parte del Bauerbund, difendono interessi privati attraverso condizionamenti nei disegni di legge e nelle decisioni più importanti, con l'unico riferimento nella direzione SVP, e con l'assoluta mancanza di peso da parte della rappresentanza italiana in giunta provinciale.
Mentre ai tempi di Magnago e anche del “Kaiser” Durnwalder, i vicepresidenti della giunta trovavano una diversa considerazione ed un certo peso politico nella condivisione delle scelte, pensiamo a personaggi politici come Berloffa, Ferretti, Bolognini, Sfondrini e Nicolodi o Di Puppo, che hanno influenzato in maniera determinante l'approvazione dello Statuto di Autonomia e la sua gestione, sia nelle commissioni dei 6 e dei 12, sia nel Consiglio e nella Giunta provinciale e mi piace sempre ricordare che il socialista Renato Ballardini è stato relatore di maggioranza in Parlamento per l'approvazione dello Statuto di Autonomia. Oggi le decisione di ogni ordine vengono prese sotto la pressione delle lobby all'interno della stessa SVP e qualche volta ratificate dalla Giunta Provinciale. Questo succede anche nei Comuni dove la SVP ha scelto di governare con il centro destra e a Laives non si sa se conti più il vicesindaco Seppi o il sindaco Bianchi ed analogamente a Bronzolo, prevalgono sempre nelle scelte amministrative gli interessi dei soliti noti.
Questo corrisponde esattamente allo spostamento a destra delle posizioni della SVP, che in recenti iniziative trova anche consensi dai Freiheitlichen e dalla destra sudtirolese; rincorrendo più Kurz che la Merkel nell'ambito dei riferimenti dei partiti aderenti in Europa al PPE. Dispiace che un personaggio come Kompatscher, che si era presentato come un politico che guarda all'Europa più che alle sagre di Paese, con visioni politiche di grandi aperture nei confronti delle popolazioni conviventi, oggi si faccia trascinare in una dialettica tutta interna al partito di maggioranza su posizioni e scelte molto discutibili e che non trovano una minima opposizione dai partner di Giunta.
Il centrosinistra appare perso e spezzettato e non trova né progetti , né percorsi politici che reagiscano a questa situazione.
Nella recente assemblea congressuale del Partito Socialista – Sozialistische Partei è stato mandato un messaggio che vuole pensare ad un futuro nella nostra Provincia dove si crei un movimento federativo di progressisti e riformatori che cerchi di consolidare un'area interetnica liberal-socialista, collegata con quei partiti e movimenti e liste civiche che respingono nel Paese il populismo imperante di Salvini e in Provincia di Bolzano l'arroganza del potere che oggi esprime il partito etnico con le sue diverse rappresentanze. Un movimento che sappia unire su progetti tutte quelle forze politiche che sognano un reale ed ulteriore progresso delle nostre popolazioni. Anche l'ala sociale della SVP sembra sparita, eppure una volta con personaggi come ad esempio Saurer o Frasnelli, faceva sentire il suo peso e manteneva anche collegamenti con la Spoe e la SPD.
Anche la funzionalità dell'Euregio e il ruolo politico che potrebbe svolgere, viene declassato ad incontri di vertice con scarse ricadute sui rapporti interregionali.
Non è possibile misurare la nascita di un movimento avendo come riferimento le prossime elezioni amministrative, ma occorre guardare ad un percorso che guardi alle elezioni del prossimo consiglio provinciale, in vista del quale si deve operare per un ridimensionamento della SVP e per una crescita di un'opposizione nel mondo di lingua tedesca che guardi a sinistra, federata con tutte quelle forze politiche del centrosinistra che dovranno esprimere nuove idee e nuovi rappresentanti.
A dar vita a questo rinnovato movimento devono contribuire quei dirigenti sindacali, quegli intellettuali, quei rappresentanti delle associazioni di categoria, quei giovani che manifestano per la pace e per l'ambiente, e potrei indicare nominativamente tanti esponenti di questi settori sociali che guardano senza reagire allo stallo in cui si trova il centrosinistra oggi. Avremmo bisogno di tanti Francesco Palermo, che abbiano il coraggio di uscire dalle proprie posizioni istituzionali-universitarie, per dare vitalità, forza ed idee ad un movimento che nei prossimi anni deve poter crescere e condizionare il potere politico esistente.