Society | Sanità

“Manca una strategia”

Il gruppo sanità Pd incontra l’assessora Stocker per discutere le criticità del piano sanitario. Il primario Dellantonio: “Vanno risolti i disequilibri nei comprensori”.

Il partito democratico aveva recentemente definito senza mezzi termini la riorganizzazione sanitaria - inequivocabile cruccio dell’assessora competente Martha Stocker - una riforma nient’affatto strutturale. Un moto di protesta da parte del Pd, alleato di giunta, che la Svp non ha evidentemente intenzione di lasciar fermentare. L’assessora ha infatti ricevuto ieri (25 luglio) i membri della commissione sanità del Pd che hanno presentato un documento tecnico in cui vengono esposte tutte le criticità legate alla riforma che andrebbero potenzialmente migliorate. “È stato un incontro proficuo - afferma il primario del Sert Elio Dellantonio e alfiere del gruppo sanità dem - abbiamo discusso la situazione di grave impasse sul piano politico che il governo provinciale deve affrontare nell’ambito della riorganizzazione sanitaria”.

Alla Stella Alpina il Pd chiede di seguire un calendario preciso rispetto all’attuazione di queste riforme, definire gli orientamenti, e rivedere la legge 7 che determina l’assetto organizzativo all’interno del quale la riforma deve essere attuata. La scorsa settimana il partito democratico aveva inoltre sottolineato i grandi disequilibri a livello di disponibilità di posti letto fra i vari comprensori. “Negli ospedali di Bressanone, Vipiteno e Brunico - ribadisce Dellantonio - ci sono il 20% di posti letto in più, in proporzione alla popolazione, rispetto al comprensorio di Bolzano o di Merano. In quest'ottica si fa fatica a capire certe forme di protesta locali quando è chiaro lo squilibrio a loro favore, come appunto in merito ai posti letto”. Il riferimento è alla protesta contro la chiusura del punto nascita di Vipiteno: “Certo che è un peccato affossare il reparto ma se da un punto di vista di risorse e criteri di sicurezza la situazione non permette altrimenti bisogna trovare soluzioni alternative cercando di salvaguardare l’esperienza raggiunta trasferendola in altre strutture”, spiega il primario.

Non si può continuare a ragionare in funzione di una logica distrettuale - prosegue Dellantonio - dobbiamo, come partiti di governo ma anche come opposizioni, ragionare in termini di azienda unica, di Provincia, e non solo a livello di valle o di interesse locale”. Fra le questioni affrontate con Stocker la possibilità di organizzare incontri fra esperti sanitari dei partiti di governo per discutere su un’ipotesi di riorganizzazione dei servizi condivisa da tutti i comprensori o, ancora, sollecitare a livello dipartimentale confronti su singoli temi da parte di specialisti di singoli settori le cui idee vengano poi sottoposte alla politica “che deve garantire la governance”.

“Da anni - sottolinea l’intervistato - manca questa logica oltre che una strategia politica sanitaria complessiva, non sorprende perciò che i singoli medici o i singoli primari tendano a pensare all’interesse del proprio reparto o della propria posizione, ma così è un serpente che si morde la coda”. Il primario si sofferma anche sul tema della vaccinazione ricordando che l’Alto Adige è la provincia d’Italia con la percentuale più bassa di quota di copertura vaccinale della popolazione, “e questo è un rischio per la salute”. Per quel che riguarda il settore materno infantile, chiosa il membro del gruppo sanità del Pd, “in proporzione alla popolazione Vipiteno e Bressanone insieme hanno il doppio dei posti letto (uno ogni 1230 abitanti, ndr) rispetto al comprensorio di Bolzano (uno ogni 2354 abitanti, ndr)”.

In quanto all’area psichiatrica “a Merano c’è un letto ogni 15.000 abitanti, a Bressanone 1 ogni 4400 persone circa. C’è una sproporzione che non ha alcun senso e che deve essere spiegata”, riferisce Dellantonio che aggiunge: “Sono 17 anni che si attende un nuovo piano sanitario”. La necessità, secondo il primario, è quella di definire i cataloghi delle varie prestazioni che vengono effettuate in materia di sanità nei comprensori, “il problema è che non c’è una rilevazione dei dati condivisa, senza contare il deficit nell’ambito dell’informatizzazione che ci trasciniamo da 20 anni. Noi come Pd siamo disponibili a dare il nostro contributo purché si arrivi a una proposta ragionevole che venga attuata a livello aziendale e che tenga conto delle esigenze provinciali e non solo di quelle prettamente locali”. Un’altra proposta, infine, è quella di effettuare interventi non troppo complicati (come l’appendicectomia) in altre strutture ospedaliere e non necessariamente a Bolzano, “questo permetterebbe di ottimizzare il lavoro e creare centri di eccellenza, pianificare e diversificare, l’importante è che la popolazione venga sempre informata su tutti i passaggi”, conclude Dellantonio.