Environment | Mobilità ecologica e alternativa

(3) Idrometano, l'occasione persa e colta altrove

La Regione Abruzzo supera l’Alto Adige nel trasporto pubblico ecologico e sostenibile? Sì, e non è davvero un caso.
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Ecco cosa succede nella Provincia che si ritiene al top in qualsiasi settore (che si riassume in “Wir sind die Besten!”). Succede che si scartano, bloccano o non si considerano possibilità già emerse in passato e così si è superati da altri che attuano un comportamento più pragmatico e, fra l’altro, con una spesa davvero limitata. Facendoci pure una pessima figura, non fosse altro che nel recente passato c’è stato qualcuno (…chi scrive queste righe…) che questa possibilità l’aveva prevista, proposta e cercato di porre, invano, ai responsabili del tpl locale.

  • Di cosa parliamo? Parliamo dell’idrometano.

  • Cos’è? Si tratta di una miscela di idrogeno e di metano (in rapporto 15-85% ma anche variabile), per alimentare motori a combustione interna (in parole povere, motori) di veicoli.

  • Quali veicoli? Quelli che solitamente sono alimentati a metano/biometano.

  • I vantaggi? 13% di riduzione dei consumi, 15% in meno di emissioni di CO2. I numeri si ricavano dal progetto europeo MhyBus (bastava informarsi un po’ sulla rete visto che esiste un dettagliatissimo sito web).

Ora questa idea è stata adottata dalla Regione Abruzzo con la società di tpl TUA e presentata il 25 luglio con la firma della convenzione, qui e qui i comunicati stampa ufficiali. La relativa delibera regionale era stata adottata il 24 maggio scorso. I costi? 500mila Euro. “Peanuts” (noccioline) rispetto, ad esempio, al costo dei cinque bus Chic di 13,5 milioni.

Persa un’enorme occasione per la mancanza di lungimiranza… e di cos’altro?

In uno dei comunicati della Regione Abruzzo si legge:

Entro tre anni dall'avvio della strategia, sarà avviata la trasformazione del parco auto della società di trasporto pubblico abruzzese, oggi in gran parte alimentata a metano (82 mezzi, di cui 64 idonei alla omologazione a idrometano), verso l'idrometano. La trasformazione ha avvio con l'acquisizione immediata di un motore SOLARIS per sperimentazione, omologazione e adattamento per l'utilizzo della miscela idrometano da ubicare presso un centro di ricerca nazionale dotato di banco prova motori. Dopo circa 4 mesi di test in laboratorio, il motore può essere applicato ad un mezzo della flotta abruzzese per prove su strada. I veicolo circolerà su strada con passeggeri entro un anno dall'acquisizione del motore.

Solaris? Guarda, guarda, guarda… La GTM di Pescara ha, infatti, 64 bus Solaris a metano. E qui arriviamo al punto. Quali bus ha acquistato Sasa (con il contributo della Provincia) nel 2011/12? Fra i 42 mezzi risultano 19 bus da 12 metri e 2 bus da 18 metri di marca… Solaris! Quindi la considerazione è semplicissima: se si fossero presi a metano, oggi si sarebbe potuto sfruttare l’iniziativa abruzzese per fare altrettanto. Invece, grazie alla scellerata pensata di comprare i bus a gasolio, e non si capisce ancora chi è stato o sono state le “brillanti menti lungimiranti “ che hanno sostenuto questa scelta fra Provincia e Sasa, possiamo solo definirla come un’enorme occasione persa.

Esimio presidente Stefano Pagani, aggiungo un’altra domanda alla mia richiesta (finora inascoltata…) che Lei prenda posizione su quanto avvenuto in passato e che rischia di capitare nuovamente.

La sperimentazione in salsa bolzanina: iniziativa e risultati mai resi pubblici

Per quanto a mia conoscenza, qualche sperimentazione a Bolzano pare sia stata fatta, solo che non se n’è mai parlato pubblicamente (… trasparenza, sia mai…) perché i risultati sono stati (pare) negativi (… si sussurra di un motore di bus bruciato per eccesso di idrogeno nella miscela…). Sarebbe bastato seguire il citato progetto MhyBus senza dover muovere un dito…

Sono stato quasi preso in giro quando ne parlavo addirittura il 9.4.2008 in una lettera al giornale, poi anni dopo il 20.11.2013, il 3.12.2013, il 31.1.2014.

Idrometano, una prospettiva nel 2009 ma poi cos’è successo?

Fra l’altro, quando fu posata la prima pietra dell’impianto di Bolzano Sud, si parlava nel comunicato ufficiale della Provincia del 21.9.2009 espressamente di poter utilizzare l’idrometano per 50 bus e per mille auto? Cosa è successo dopo? Qualche spiegazione, anche politica, dovrebbe finalmente cominciare a spuntar fuori da chi se n’è occupato in passato, o no? Forse rientriamo nella solita storiella della “purezza” della soluzione in “salsa provinciale” solo verso la “pura” mobilità elettrica e a idrogeno?

I progetti rimasti senza seguito fra Bolzano e Trento

E dire che sull’idrometano ci si era pure cimentati in passato:

Cosa ne è stato? Nulla. Con le sperimentazioni dell’Autobrennero a farsi un bagno. Una richiesta di informazioni al Centro Ricerche Fiat e all’ufficio stampa FCA è finita nel nulla.

Sinceramente, togliendomi così un sassolino dalla scarpa, mi chiedo se qualcuno o più di qualcuno non dovrebbe cominciare a dare un po’ di spiegazioni, pubblicamente, sulla mancanza totale di strategia e di lungimiranza che sto denunciando da ormai cinque anni.

D’altronde, quando chiesi di essere ascoltato dalla commissione provinciale finanze che doveva deliberare sui 9 milioni di Euro per il progetto Chic dei bus a idrogeno, non fui ascoltato, ma fu ascoltato solo chi era a favore del progetto. Così vanno le cose nel paese dei “Wir sind die Besten!”.

Ovviamente alla prossima "Lunga notte della ricerca" di idrometano e delle iniziative collegate non ci sarà nulla.

Sul tema idrogeno, come annunciato nel secondo articolo della serie, mi occuperò prossimamente.

(3 - continua)