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Il ritorno in campo di Rudi Brugger

Lo storico capitano del Südtirol, a 44 anni, e dopo una lunga lontananza dal calcio, milita ora nel San Martino in Prima categoria. Ecco le ragioni del ritorno e della ruggine con la sua squadra.
hans rudi brugger
Foto: HRB
  • Hans Rudi Brugger, è stato uno egli storici capitani dell’Fc Südtirol, nonché il giocatore che vanta più presenze, ben 368, con la maglia biancorossa, distribuite tra il 1998 e il 2011. A 44 anni è tornato in campo con la maglia del San Martino, in Prima Categoria. Nel pomeriggio (28 settembre), alle 15.30, la sua squadra affronterà l'Ulten in trasferta.

    SALTO Cosa l’ha spinta a riprendere l’attività agonistica alla sua età?

    Rudi Brugger: Difficile da spiegare. L’allenatore che c’era l’anno scorso, mi ha chiesto di tornare a giocare, ho fatto però due soli allenamenti e poi mi sono stirato e quando ho avuto la possibilità di rientrare erano scaduti i tempi per il tesseramento. Quindi ho dato una mano al tecnico durante gli allenamenti. Quest’anno la società mi ha chiesto di svolgere il ruolo di preparatore atletico, mi sono sempre allenato con i ragazzi dunque e all’improvviso i due difensori centrali si sono infortunati e allora sono stato quasi costretto a scendere in campo.

    Al Südtirol giocava da esterno basso ora è diventato difensore centrale?

    Una volta che ho lasciato i biancorossi ho giocato ancora per 4-5 anni nel San Martino, prima in Promozione e poi in Prima categoria, come mediano. A questi livelli riesco comunque a giocare in un ruolo così in difesa: di sicuro non devo ottenere i risultati di una volta e comunque riesco a comandare dietro dicendo ai compagni durante la partita qualcosa che li può aiutare.

     

    "Quando torneranno i giocatori infortunati mi farò da parte, perché è giusto lasciare spazio a giovani e inoltre alla mia età non è sempre facile riuscire a fare bene".

     

    Quante partite ha giocato finora nella sua “seconda vita calcistica”?

    Due. In Coppa Italia contro il Maia Alta e in campionato sabato scorso contro il Valpassiria, la squadra dove sono cresciuto e dove ho esordito in prima squadra prima di approdare al Südtirol.

    La vedremo giocare tutta la stagione?

    Ho sempre detto che sono a disposizione. Poi vedremo se giocherà ancora una partita o magari 10. Di sicuro quando torneranno i giocatori infortunati mi farò da parte, perché è giusto lasciare spazio a giovani e inoltre alla mia età non è sempre facile riuscire a fare bene.

  • Foto: Ufficio stampa FCS
  • Dopo il Südtirol e il San Martino, che ha lascito nel 2015, con chi ha giocato?

    Dal maggio 2015, ultima partita con la squadra in cui sono ritornato ora, ho smesso del tutto e non ho più toccato una palla. In questi anni mi sono dedicato soprattutto alle corse in montagna.

     

    "Il Südtirol? Seguo molto poco, leggo i risultati e le cronache però non vengo mai a vederlo al Druso"

     

    Segue ancora il Südtirol?

    Molto poco, leggo i risultati e le cronache però non vengo mai a vederlo al Druso.

    Tra l’altro non si è lasciato molto bene con la società, soprattutto con l’allora direttore sportivo Piazzi

    Non voglio tornare su questo argomento, è  un qualcosa che rappresenta il passato, guardo al presente e avanti.

    Qual è stato Il momento il più bello vissuto in maglia biancorossa?

    Sicuramente quando abbiamo vinto il campionato con Sebastiani in panchina (stagione 2009-10, con approdo in serie C1 ndr). Ma poi anche quando come allenatore c’era Tesser: con lui sono cresciuto non solo calcisticamente ma anche come uomo.

    Nel suo futuro si vede su una panchina di prima squadra o magari come dirigente?

    Mai dire mai. Adesso penso a fare il preparatore atletico e qualche partita. per il futuro vedremo dal prossimo anno.