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Design 4 Real

Sei studenti della facoltà di Design e Arti dell’unibz hanno partecipato a una settimana ad alta tensione creativa in Lituania, progettando per committenze reali.
Note: This article was written in collaboration with the partner and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.
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Foto: Gianluca Camillini

Tutor del progetto per l’Università di Bolzano è stato il ricercatore Gianluca Camillini, al quale abbiamo rivolto alcune domande allo scopo di capire come si è svolta questa esperienza nell’ambito del progetto europeo Erasmus+.

Camillini, ci spiega in cosa consiste l’esperienza di Design 4 Real?
Si tratta in pratica di una borsa di studio con fondi europei che coinvolge 4 atenei. Hanno partecipato la facoltà di arte della capitale Lituana Vilnius Academy, la Scuola Italiana Design di Padova, l’Academy of Fine Arts di Gdańsk in Polonia e la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. 

Come funziona?
Dal 12 al 20 settembre una selezione di 6 studenti di ciascuna facoltà si è ritrovata a lavorare per questo progetto che si chiama Design 4 Real proprio perché basato su vere e proprie committenze, seppur in contesto scolastico educativo e didattico. Nostri committenti nello specifico erano sono stati la multinazionale del fotovoltaico ViaSolis e la municipalità di Kaunas che, con i suoi 300mila abitanti, è la seconda città della Lituania.

In cosa consistevano le commissioni?
ViaSolis ci ha chiesto di produrre sistemi decorativi per i pannelli fotovoltaici. L’azienda lavora soprattutto in Medio Oriente e in centro e nord Europa. Gli studenti dovevano trovare delle soluzioni progettuali che potessero ridurre l’impatto urbano dei pannelli, integrandosi con il progetto architettonico e relazionandosi con il contesto culturale e geografico. In pratica abbiamo progettato una collezione di pattern da applicare sui pannelli fotovoltaici in modo da ridurne l’impatto visivo completando il progetto architettonico.
Per il comune di Kaunas invece abbiamo progettato soluzioni di arredo urbano come fioriere, sedute, sistemi d’illuminazione al fine di rendere più piacevole lo spazio urbano e che potessero modificarsi al cambiare delle condizioni climatiche invernali e trasformarsi durante l’anno.

I 24 studenti hanno lavorato tutti insieme?
No, si sono divisi in tre gruppi mischiandosi tra i vari atenei partecipanti che è un aspetto importante di questo progetto Erasmus+ pensato per stimolare la comunicazione tra studenti e docenti di realtà educative diverse in Europa. 2 studenti di Bolzano lavoravano con 2 lituani, 2 polacchi e 2 di Padova creando così tre gruppi di lavoro. Ogni gruppo poi aveva un tutor e un assistente. Assieme ad Andrea Busato (SID Padova), ho supervisionato il gruppo incaricato di progettare le soluzioni per i pannelli fotovoltaici. 
Il progetto si è svolto presso la Nida Art Colony, residenza punto di riferimento in ambito artistico internazionale. L’Art Colony situata nella penisola di Neringa sul Mar Baltico, ospita circa 200 artisti che ogni anno vi si recano per progettare e sperimentare con molteplici linguaggi. Lì abbiamo lavorato assieme per otto giorni, appunto mischiandoci e confrontandoci l’un l’altro, i tutors con gli studenti, in un proficuo rapporto di scambio. 

I lavori dei ragazzi sono stati bene accolti dai committenti?
Assolutamente sì. Il CEO di ViaSolis mi ha comunicato che produrranno un catalogo digitale e gli studi di architettura che si rivolgono a loro potranno scegliere tra le proposte ideate anche dai nostri studenti. 

I ragazzi come hanno vissuto questa esperienza?
Con entusiasmo. Da subito si sono messi a lavorare in stretta collaborazione. Nida Art Colony è completamente immersa nella natura. La penisola è patrimonio dell’UNESCO, un luogo stimolante, a tratti eremitico, dove i ragazzi si sono potuti concentrare e tirare fuori il massimo della loro creatività. 

I 6 ragazzi di unibz come di consueto erano delle provenienze più varie?
Assolutamente si, la multiculturalità è una caratteristica dell’università e della nostra facoltà, Ada Keller è italo-spagnola, Felicitas Gehring e Theresa Fischer sono entrambe tedesche. A loro si sono aggiunti Anita Poltronieri di Verona, Samuel Bedin di Bolzano e Emma Sicher di Trento. 

In futuro è previsto che l’esperienza venga ripetuta?
Senz’altro, sono già in corso i primi contatti tra le istituzioni coinvolte quest’anno nel progetto per riprogrammare l’iniziativa per il prossimo anno.